Gianni Farinetti – Doppio silenzio

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Editore Marsilio / Collana Lucciole
Anno 2020
Genere Giallo
208 pagine – brossura e epub


Da sempre affascinato dall’atmosfera che permea quei luoghi dell’isola, ancora sontuosi pur se ormai immersi in un implacabile gattopardesco declino, Sebastiano Guarienti, onnipresente personaggio dei romanzi di Farinetti, atterra a Palermo per un fine settimana. È invitato al secondo matrimonio di Ascanio figlio maggiore, vedovo di una vecchia e cara amica, Donna Consuelo Blasco Fuentes, da anni trasferita a Roma. La principessa Consuelo Blasco Fuentes è l’ ultima discendente diretta, insomma l’ultimo virgulto, dei Campoducale. L’invito infatti comporta anche la presenza di Guarienti all’inaugurazione dell’antico palazzo del Campoducale restaurato perfettamente a spese della Regione e destinato a campus universitario e sede per future esposizioni. Ascanio si sposa con Elisabetta Galvano, una bella ragazza figlia di una famiglia molto abbiente e che fa parte della migliore società locale per il gran nome della madre, una Requentes.

Sebastiano è partito da solo, Roberto, era invitato anche lui, ma stavolta imprigionato dal restauro in una valle solitaria e sperduta e praticamente irraggiungibile per telefono non ce l’ha fatta ad accompagnarlo. Durante il volo, leggendo un quotidiano, gli cade l’occhio sulla notizia del ritrovamento nelle rovine di Villa Oprandina, un’antica villa acquistata di recente, per un investimento che mira a una modifica strutturale, del cadavere di Paolo Currau, nipote ed erede di un noto e chiacchierato impresario edile, molto in auge negli anni ’60. Paolo Corrau, quarantasettenne, è anche lui un imprenditore edile di grandi mezzi e pochi scrupoli. Gli inquirenti non hanno rivelato alla stampa le cause del decesso. Durante il suo breve soggiorno palermitano Sebastiano, oltre a rivedere gli amici a cui tiene – come la principessa Consuelo Blasco-Fuentes e il vecchio, splendido e altissimo cugino Vences principe di Billiemi – ha modo di essere presentato agli altri componenti della famiglia Galvano, Elisabetta, la sposa, la conosceva già. E tra loro, i fratelli minori, i giovani gemelli Diego e Giulia Galvano, diversissimi tra loro ma dotati di un affascinante magnetismo, entrambi eccentrici, sfuggenti e con inquietanti punti oscuri. Sarà Diego a stuzzicare di più la curiosità di Guarienti.

Il ragazzo, un preparato e raffinato architetto di giardini, su sua richiesta lo accompagna a vedere proprio il disastrato parco di Villa Oprandina, la villa in cui, e si scoprirà il giorno dopo, Paolo Currau è stato ucciso con ben diciassette coltellate. La personalità di Diego lo intriga, qualcosa di lui lo turba e allo stesso tempo gli sfugge ma Guarienti non ha altro tempo, deve ripartire, tornare a casa. E tuttavia dopo il matrimonio, lasciato il ricevimento, mentre si dirige in taxi verso l’aeroporto forse rattristato per non potersi fermare più a lungo, Sebastiano Guarienti scorge qualcosa come un miraggio, un’esperienza quasi irreale, come un tuffo nel passato. Attraverso il finestrino crede di riconoscere in un ragazzo per strada Nicola, un giovane che ha amato ma che non vede da più di vent’anni. Turbato, fa fermare il taxi, prova a inseguire quel miraggio. Ormai è tardi per arrivare in tempo e imbarcarsi sul suo volo. È accaduto qualcosa di ineluttabile che l’ha bloccato e imprigionato, coinvolgendolo in una drammatica situazione, a metà tra luce e tenebre, ostentazione e aberrazione con Palermo per palcoscenico. Ora Sebastiano Guarienti è costretto a fermarsi, provare a capire. Il delitto, una sottile trama gialla che offre il destro a Guarienti per ricostruire il suo passato e, la sua indimenticabile storia d’amore con Nicola, impressioni, ricordi e rimpianti forse? In una serie di rapidi flash, Farinetti descrive il matrimonio, inquadra come teatrali figure di una rappresentazione, gli sposi, le famiglie, i rappresentanti di una razza in via d’estinzione e gli altri borghesi arrivati, i palermitani rampanti. Un’arcadia che mostra la sua faccia nascosta, diversa, oscura, triste e persino marcescente…

La millenaria Palermo, con le sue sofferte contraddizioni e le sue normali anormalità, con la sua superba possanza contrapposta alla devastazione del suo patrimonio storico, le troppe ville nobiliari che la circondano, tra cui molte ormai lasciate all’incuria all’abbandono ma ancora orgogliose rappresentanti della fastosità della decadenza. Come sempre Farinetti scrive, scruta, indaga il più profondo dell’animo umano. Lo fa suasivo e avvolgente quasi al punto di soffocare i suoi personaggi con un’isola, che è un mondo a sé, la Sicilia. Una Sicilia che offre bellezza e non, immagini di facciata e retrogusto amari. Una storia di amore, di dedizione di amicizia, di complicità che con un atto sacrificale mirava al riscatto morale e alla pulizia. E invece incompresa, svilita. Doppio silenzio che indica solo doppia colpa? Certi innati atteggiamenti e istinti di razza ammantati di superbia sanno solo accecare e calpestare gli altrui sentimenti. Una storia triste, ma con l’importante presenza di un bel personaggio, che richiama un fantasma del passato difficile da dimenticare.

Patrizia Debicke


Lo scrittore:
Gianni Farinetti vive fra Torino e le Langhe. Copywriter, sceneggiatore e regista (ha realizzato alcuni documentari e cortometraggi), Gianni Farinetti ha esordito in narrativa nel 1996 con il romanzo Un delitto fatto in casa (Marsilio), con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour, Il Premiere Roman di Chambery e il Premio Città di Penne. Nel 1998 ha vinto il Premio Selezione Bancarella con L’isola che brucia (Marsilio, 1997). Tra gli altri romanzi pubblicati troviamo Lampi nella nebbia (Marsilio, 2000), Regina di cuori (Marsilio, 2011), La verità del serpente (Marsilio, 2011), Prima di morire (Marsilio, 2014), Rebus di mezza estate (Marsilio, 2014), Il ballo degli amanti (Marsilio, 2016) con il quale ha vinto il Premio NebbiaGialla per la Letteratura Noir e Poliziesca, e Doppio silenzio (Marsilio, 2020).