Editore Rizzoli / Collana Rizzoli narrativa
Anno 2020
Genere Thriller
496 pagine – brossura e epub
Traduzione di Sandro Ristori
La vita di un bounty-hunter è piena di imprevisti. Devi correre come una lepre per ritrovare le persone che stai cercando, per salvarne delle altre, per guardarti le spalle da quelli che fanno il tuo stesso mestiere, ma hanno scrupoli più flessibili dei tuoi. Altrimenti la ricompensa te la sogni. Questa è la vita di Colter Shaw l’eroe del nuovo romanzo di Jeffery Deaver, Gli eletti, una storia che inizia con una caccia all’uomo e finisce nel regno di una setta in mano a Maestro Eli, ex imprenditore fallito, ma carismatico, che è riuscito a mettere insieme una torma di baldi adoratori e di giovani adoratrici (non disdegna entrambi) che, a fronte di un conto esorbitante, ha raccolto in un ambiente paradisiaco che risponde al nome di Fondazione Osiride. Shaw si intruffola, ficca il naso, combatte e indaga, conscio che ogni nuova vicenda si può incrociare con la sua storia pregressa, quella del padre, morto in circostanze misteriose.
Ma non spaventatevi, gli egizi e il dio dei morti non hanno che una parte marginale in questa storia di sotterfugi e tradimenti nella quale finisce per dimenarsi Colter Shaw.
Deaver – con la consueta parsimonia nel ramo passioni – ci conduce questa volta nell’oscuro, melmoso mondo delle sette. Sull’argomento, come sempre, è piuttosto informato e snocciola la sua scienza senza mai essere noioso o pedissequo. Giusto “quanto basta”, come il sale nell’acqua della pasta.
La sua scrittura è perfetta, senza una virgola o una parola di troppo, come ci hanno abituati da tempo i prodotti di grande consumo di un certo tipo di letteratura thriller americana. È freddina e impersonale, ma movimentata, non c’è molto spazio per i sentimenti, se non quelli elementari che anche le casalinghe del Wyoming sanno cogliere e apprezzate. La storia avanza con un buon ritmo, somministrando la giusta tensione e diversi colpi di scena. Non è importante se nella realtà Colter Shaw morirebbe a pagina cinque, perché non è quello che il lettore si aspetta da questo genere di storie molto cinematografiche. Il nostro eroe è l’evoluzione dei personaggi salgariani, un moderno eroe senza macchia e senza paura. E l’abilità alla McGiver non gli manca.
Poco sesso (gli eroi americani sono sempre un po’ prude) e parecchia azione. Forse un po’ meno pathos del solito, ma del resto l’azione si svolge in una gola tra i monti alla Rice Burroughs che poco si presta al sotterfugio. La traduzione di Sandro Ristori s’incaglia a volte su qualche termine tecnico, facendo un po’ rimpiangere quelle del buon Seba Pezzani.
Comunque nonostante la mole rapidamente superabile, è un romanzo che si legge in fretta ed è piuttosto divertente. Qualche ora di ottimo intrattenimento, come si dice. Del resto, l’avventura è sempre coinvolgente e ci dà la sicurezza che presto ne arriverà un’altra.
Enrico Pandiani
Lo scrittore:
Jeffery Deaver è nato a Chicago nel 1950. È uno dei più grandi autori di thriller, consacrato dal pubblico mondiale con Il collezionista di ossa (2002). Tra i suoi ultimi libri, tutti editi da Rizzoli, La stanza della morte (2013), L’uomo del sole (2013), October List (2014), L’ombra del collezionista (2014), Solitude Creek (2015), Hard News (2015), Il bacio d’acciaio (2016), Menti pericolose (2016) e Il taglio di Dio (2018).