Andrea Vitali – Il metodo del dottor Fonseca

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Editore Einaudi / Collana Stile Libero Big
Anno 2020
Genere Giallo
192 pagine – brossura e epub


Da ormai molti anni abito in un piccolo paese dell’hinterland di Milano – del quale tra l’altro non ne conoscevo l’esistenza – un po’ per vedere più spazi verdi e non affacciarmi quasi nella casa del vicino, ma anche per la ricerca di una migliore qualità della vita. Che questo poi corrisponda al vero, però, non è sempre così. Abitare in provincia vuole dire vivere a stretto contatto con gli altri, essere oggetto di pettegolezzo poiché ci si conosce tutti. E ognuno vuole indagare nel privato degli altri, entrare a gamba tesa dentro le vite di ognuno. Tuttavia, è anche avere un confronto e un supporto che vanno al di là di un “Buongiorno” o un “Buonasera” fuggevoli, prima di entrare in casa.
Nei miei romanzi racconto sempre la provincia perché la amo. Ne so gli umori, i respiri, la forza e la caducità.
E Andrea Vitali queste caratteristiche le ha trasmesse attraverso i suoi precedenti romanzi che parlano proprio della provincia. Lo ha fatto spesso, descrivendo Bellano, paese in cui vive e nel quale ha svolto la professione di medico, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.

E’ un profumo che droga, quello del lago d’estate. Ricco, a volte pesante. Bisogna saperlo portare e, anche, sopportare.
Questo racconta Vitali nella sua biografia, perché al lago ha sempre dato un ruolo di comprimario, anche se questa volta decide di cambiare rotta e focalizzarsi in montagna.
“Il metodo del dottor Fonseca” è una sorta di giallo della camera chiusa, immaginando che il luogo sigillato dall’interno sia un borgo desolato in mezzo al nulla, fra le montagne non meglio definite fra le quali sorge un paesino a millesettecento metri di altezza chiamato Spatz, al confine tra il Salter da una parte e il Danzas dall’altra.
In questo posto dimenticato dagli uomini, viene commesso un omicidio che sembra già risolto in partenza: una donna uccisa dal fratello disabile che sembra scomparso.
Un ispettore – senza avere un nome per tutto il tempo del romanzo – colpevole di aver ferito un passante durante una retata e punito per questo relegato dietro la scrivania, viene spedito a Spatz quale rappresentante della legge. Se non fosse abbastanza minaccioso il luogo dove si è svolto il delitto, a poca distanza dal paese, in un lembo di terra al confine, sorge un centro qualificato in interventi al limite dell’accanimento terapeutico, una sorta di ultima spiaggia a cui affidarsi, sapendo che l’alternativa è la morte. Ma l’intuito da investigatore è sempre all’erta e c’è qualcosa di strano in questa clinica, confermato anche da alcuni avventori della locanda in cui soggiorna.

Originariamente pubblicato a puntate (in versione un poco differente) nell’agosto 2009 su “La provincia”, come scrive Valerio Calzolaio sulla sua recensione, il romanzo è uno stand alone, come racconta lo stesso Vitali. Raccontato in prima persona, il giallo è originale sia per la totale assenza del periodo, che del nome del protagonista. Un modus operandi che dimostra la potenza di una storia anche in assenza di alcuni degli elementi che compongono un giallo.
E’ una sfida la trama minimalista, che racchiude nel contempo tutti gli elementi necessari per creare il mistero, senza esami del dna o i RIS che compaiono all’improvviso.
Un giallo che riscopre il valore della tradizione e piacevolissimo da leggere.
E se decidete di andare a vivere in provincia per stare più tranquilli, pensateci bene…

Cecilia Lavopa


Lo scrittore:
Andrea Vitali è nato a Bellano, sul lago di Como, nel 1956, e nella sua città ha svolto la professione di medico fino al 2008, quando ha deciso di dedicarsi interamente alla scrittura. I suoi romanzi sono tutti best seller. Presso Einaudi ha pubblicato Documenti, prego (2019) e Il metodo del Dottor Fonseca (2020).