Editore Carbonio Editore / Collana Cielo stellato
Anno 2020
Genere Thriller
336 pagine – brossura e epub
Tradizione di Anna Mioni
“Il caravan” è il romanzo di esordio di Jennifer Pashley, uscito negli USA nel 2015 e appena pubblicato in Italia da Carbonio Editore. Il titolo originale è “The scamp” che tradotto vuol dire canaglia, ma che è anche la marca delle famose roulotte bombate made in USA (un doppio senso purtroppo non traducibile in italiano).
“Rintracciare stelle che possano rischiarare il cielo”.
Secondo il suo fondatore Fabio Laneri, è questa la missione di Carbonio Editore che nasce a Milano nell’aprile 2016 per sua mano e quella di Fortunata de Martinis. Molti i romanzi pubblicati frutto di un’attenta attività di scouting di talentuose scrittrici emergenti che hanno colpito per la voglia di sperimentare e rompere gli schemi, accompagnata alla qualità di scrittura. Romanzi che sono legati a un immaginario fantastico, futuristico, distopico o noir scritti da giovani autrici come Aliya Whiteley, Jenni Fagan, Julia von Lucadou, e Jennifer Pashley appunto.
La scrittrice di Syracuse aveva come obiettivo quello di scrivere un romanzo on the road, una storia che spaziasse tra diverse parti degli Stati Uniti d’America, e allo stesso tempo voleva restringere il campo a qualcosa di molto piccolo e il caravan modello Scamp era proprio quello che le serviva misurando meno di quattro metri.
“È difficile stare tutti e due all’interno della Scamp. Ci intralciamo a vicenda. Se stiamo a letto va bene, ma in piedi lo spazio è troppo stretto per fare qualsiasi cosa.”
La protagonista del libro è Rayelle Reed – ventitré anni e un nome da bianchi poveri, nato come crasi del nome del padre Ray, che adorava la sua Chevrolet Chevelle. Passa le sue serate nei bar di South Lake, rassegnata a un dolore che solo l’alcol può alleviare. Alle spalle un passato tragico: la morte di una bambina avuta dal figlio del pastore battista senza essere sposata.
“In una piccola città non si sfugge a niente. La città sa tutto, ma mai abbastanza. Sa di tutti i ragazzi con cui sei andata a letto, ma non quali di loro amavi. La gente si limita a ricostruirti dai frammenti, dagli scorci di te che ha intravisto in giro: alla sagra organizzata dai pompieri, al bar, al drive-in. Sanno che mi chiamo Rayelle Reed.”
Tutto procede piatto fino all’incontro con Couper Gale, giornalista investigativo freelance che si è messo sulle tracce di una serie di ragazze scomparse. La prima, Holly Jasper, una ragazzina rapita mentre tornava a casa dopo esser andata da un’amichetta, i missing poster ancora appesi in città a dieci anni di distanza, per non dimenticare. Su una Gran Torino a cui è agganciata una minuscola roulotte, attraverseranno insieme le desolate aree rurali del Sud degli Stati Uniti, tra caravan park, cimiteri, motel e stazioni di servizio lungo rettilinei infiniti. Ma quando l’indagine li conduce al mistero che circonda la cugina in fuga, Kathleen Reed, Rayelle scopre che sta tornando dritta dritta a tutto ciò che sperava di essersi lasciata alle spalle.
“Khaki aveva il dono di indovinare come sarebbero morte le persone solo guardandole.”
Mentre i destini delle due donne si intrecciano, Rayelle deve seguire un percorso tormentato e contorto, che la porta in una collisione in cui le lealtà saranno tradite, i ricordi svelati e i legami familiari spezzati.
“Il caravan” è un serial killer thriller cupo e inquietante, disegnato da una luminosa vena poetica, che parla di madri e figlie, di violenza domestica e disagio sociale, lasciando emergere la disperazione, ma anche la bellezza spoglia e tenace di luoghi e persone. È cosa rara avere come in quest’opera una serial killer donna.
Per ispirarsi l’autrice ha letto attentamente trattati di psicopatologia per connotare al meglio i meccanismi di funzionamento di uno psicopatico. In particolare si è basta sul libro di Ann Rule, Un estraneo al mio fianco, la storia vera di Ted Bundy, il più feroce serial killer americano.
Ci sono parti autobiografiche legate all’autrice per lo più nell’ambientazione come la roulotte dove vive la madre della protagonista, la città di South Lake e la Gran Torino verde che aveva la famiglia della scrittrice quando era bambina.
“Per le ragazze come noi non c’è una prima volta e non c’è un’unica volta. Non c’è niente di speciale, e non c’è amore. Continua per sempre, come un ciclo che si ripete nel cervello, una scopata infinita che ti spacca in due e ti trasforma le viscere in un’unica grande cicatrice.”
Andrea Novelli
La scrittrice:
Jennifer Pashley è nata e vive a Syracuse (NY), dove insegna scrittura alla Syracuse University e al centro culturale Downtown Writer’s Center dell’associazione YMCA. I suoi racconti, apparsi su diversi giornali e riviste, sono stati pubblicati nelle raccolte States (2007) e The Conjurer (2013). Ha vinto il Red Hen Prize for Fiction, il Mississippi Review Fiction Prize e il Carve Magazine Esoteric Award for LGBT Fiction. Il caravan è il suo primo romanzo.