Matias Faldbakken – Siamo cinque

1189

Editore Mondadori / Collana Strade Blu
Anno 2021
Genere Thriller
216 pagine – brossura e epub
Traduzione di Lisa Raspanti


“Siamo cinque” è una di quei libri che non ti aspetti, di quelli che a ogni capoverso ti portano a spostare l’equilibrio raggiunto oltre il baricentro delle tue aspettative. Uno racconto in cui nulla di ciò che succede si svela fino in fondo, e quando ti sembra di aver visto un barlume di luce, una traccia da seguire, ricadi nel baratro oscuro dell’ignoranza. A prima vista non sembra neanche un noir, o un giallo, tantomeno un thriller. Ti spiazza con il racconto della normalità di una famiglia, del passato burrascoso di un padre che ha deciso di lasciarsi alle spalle tutte le “alzate di testa” giovanili per dedicarsi, al meglio delle sue possibilità, alla famiglia. Ti coinvolge con la descrizione delle insidie di un rapporto coniugale, della noia celata dai mille impegni, della rabbia soppressa per seguire un cammino che è stato pianificato su binari che nessuno voleva seguire ma che per inerzia continua ad avanzare giorno dopo giorno.

È come una satira sul matrimonio, sulla mascolinità, una storia tragica e impertinente che si avvicina al climax con lentezza, e una volta raggiunto ti svela la sorpresa, il punto da cui tutto diverge, quell’evento che trasforma il banale, noioso e monotono racconto iniziale in un horror sci-fi.
Tormod Blystad è un uomo che si dedica con dedizione a sua moglie Siv e ai suoi due figli. Il filo che regge gli equilibri famigliari è sottile e ormai irrigidito dagli anni, pronto a spezzarsi al primo scossone. Alla famiglia si aggiunge un cane, amato e allo stesso tempo “odiato” da Siv che deve pulire e lavorare il doppio per tenere la casa pulita. Un giorno il cane scompare, e come previsto, i sospetti di Tormod ricadono sulla moglie. Invece di affrontarla apertamente, preferisce rifugiarsi in alcuni esperimenti dai quali, grazie all’aiuto del vecchio amico di scorribande e dell’insegnante di scienze del liceo, nasce “il coso”, quinto elemento della famiglia. Tutto sembra procedere monotonamente fino a quando…il baricentro viene spostato di nuovo e gli eventi si sbilanciano in modo irrimediabile oltre i baratro.

L’autore norvegese utilizza una tecnica narrativa unica, uno stile che nasce dai classici dell’horror sci-fi (strizza l’occhio a “The Blob” di Irvin Yeaworth e mantiene molti dei canoni degli horror anni ’50) ma esce dai sentieri battuti per creare qualcosa di nuovo e inaspettato. Gli elementi ci sono tutti: la tranquilla e monotona vita di una cittadina della provincia, l’utilizzo di strumenti scientifici e di strane sostanze che danno vita a “esseri”, all’inizio percepiti come innocui, ma pronti a sconvolgere le vite di tutti, in primo luogo dei protagonisti.
Il racconto ha la capacità di sconvolgere, divertire, spaventare e confondere. Jo Nesbø lo definisce come un libro in cui il thriller incontra Frankenstein di Mary Shelley. A mio parere manca del pathos e della sofferenza legata alla percezione dell’emarginazione e del diverso, ma con Frankenstein condivide la ristretta visione dello “scienziato pazzo” (ok, in questo caso un uomo sotto l’effetto di droghe, che gioca con materiali che neanche lui sa spiegare come abbiano preso vita) che tenta di porre rimedio al suo errore.

È proprio nel finale, inatteso e crudele, che si mostra la bravura dello scrittore. Quando tutto sembra risolto, quando credi che non ci sia più niente da aspettarsi, l’autore ti pugnala alle spalle e ti tortura con l’ultimo cambio di prospettiva: una caduta libera nella consapevolezza dell’inevitabile.

Mattia Bordoni


Lo scrittore:
Matias Faldbakken (nato nel 1973 a Hobro, Danimarca) è un artista e scrittore norvegese. Faldbakken ha studiato all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Bergen e alla Städelschule di Francoforte sul Meno. È il figlio dell’autore Knut Faldbakken, padre di Grov Kar Gardar Faldbakken e fratello del regista Stefan Faldbakken.
Ha fatto il suo debutto letterario nel 2001 con The Cocka Hola Company, la prima parte della sua “Scandinavian Misanthropy Trilogy”. Macht und Rebel è stato rilasciato due anni dopo, seguito più recentemente da Unfun, nella primavera del 2008, che ha completato la sua trilogia. Tutti e tre i romanzi sono pubblicati con lo pseudonimo di Abo Rasul.
Nel 2006, Faldbakken ha rilasciato Kaldt produkt (“Cold Product”) con il proprio nome. Si tratta di un aggiornamento contemporaneo di A Doll’s House di Henrik Ibsen. Faldbakken ha commentato al Dagbladet quando è stato rilasciato: “Sono un portavoce del caos totalmente anarchico su un letto di valori familiari tradizionali”. È stato eseguito allo Staatstheater di Stoccarda nel 2008. Ha anche pubblicato una raccolta di racconti chiamati Snort Stories.