Santiago Lorenzo – Gli schifosi

902

Editore Blackie Edizioni
Anno 2020
Genere Noir/Thriller
227 pagine – rilegato e epub
Traduzione di Bruno Arpaia


Un lungo monologo dal linguaggio eccentrico e travolgente, “Gli schifosi” mi è piombato tra la mani come una meteora e mi ha colpito con la medesima forza narrativa. Grazie a un amico libraio che me lo ha consigliato (lo fanno solo i librai indipendenti) mi ci sono immerso nuotando come un forsennato e uscendone soltanto alla fine in cerca di una boccata d’aria. A dire il vero, è proprio questo romanzo la boccata d’aria, per la sua freschezza, per l’inventiva, per lo straordinario lavoro linguistico che il bravissimo Bruno Arpaia ha saputo tradurre in un italiano eccellente e pieno di sfumature brillanti.

Manuel, il protagonista, una mattina in cui è finalmente riuscito a lasciare la casa asfissiante dei genitori e a trovare un lavoro mal pagato che gli permette a malapena di pagare la stamberga in cui vive, esce di casa nel corso di una manifestazione di strada. È ancora nell’androne, quando un enorme poliziotto gli viene incontro con il manganello sollevato, pronto a dargli una ripassata coi fiocchi. Manuel agisce d’istinto. Tira fuori di tasca il suo cacciavite dal manico giallo, oggetto-feticcio che porta addosso fin da ragazzino, e colpisce al collo lo sbirro. Poi fugge, ma non prima di aver visto che nell’androne di casa c’è una telecamera che ha ripreso tutto.

La sola persona che lo può aiutare è lo zio, il meraviglioso autore del lungo monologo che ci racconta la storia del nipote. Saputo ciò che è successo, capisce che Manuel deve sparire. Gli dà qualche vestito, quattro soldi (entrambi sono quasi in miseria), un telefonino nuovo e la sua benedizione. Manuel lascia così Madrid a bordo della sua vecchia auto e si avventura nel mondo, fermandosi infine in un villaggio abbandonato da anni. Esplorandolo trova una casa fatiscente nella quale finisce per installarsi, certo che nessuno verrà mai a reclamarla. Da quel momento scoprirà che la felicità si ottiene per sottrazione, meno si ha e meglio si sta. Il suo solo contatto con il mondo rimane lo zio, che sente al telefono una volta al giorno e che provvede come una sorta di benefattore alle scarse necessità del nipote. Col passare del tempo nasce una specie di idillio con la natura e la solitudine, che trasforma Manuel in un Robinson Crusoe al contrario, che invece di accendere un fuoco per attirare una nave di passaggio, si nasconde per non essere visto. Finché, un giorno, la casa accanto alla sua non viene affittata da una ricca e rumorosa famiglia cittadina. Tutto potrebbe crollare, ma Manuel è intenzionato a tenere in piedi la sua nuova vita.

Santiago Lorenzo è un asso, uno scrittore profondo e divertente. In questo noir atipico, la sua narrativa è una continua invenzione. Attraverso le parole dello zio ci racconta una società nella quale i valori sono corrosi, distorti, lontani dall’umanità e dal discernimento. Quella di Manuel è una lotta contro la civiltà del consumismo, una lotta allo stesso tempo lungimirante ed ecologica. Santiago Lorenzo la racconta con humour finissimo e con grande ironia. Blackie edizioni, che, confesso, non conoscevo, ha fatto ciò che ormai riescono a fare soltanto i piccoli editori, ha regalato al popolo dei lettori una vera perla di narrativa. Ho sempre amato la letteratura spagnola e “Gli schifosi” conferma una volta di più questa mia passione.

Ma il pregio più sorprendente di questo piccolo grande romanzo e che ti conferma una cosa ormai poco scontata: nonostante siano stati pubblicati miliardi di romanzi, un bravo autore ha sempre la possibilità di scrivere qualcosa di nuovo.

Enrico Pandiani


Lo scrittore:
Santiago Lorenzo vive in un paese della provincia di Segovia. Lì cerca legna, si prepara caffè e churros, costruisce plastici e, soprattutto, scrive. Dopo aver studiato immagine e sceneggiatura all’Università Complutense e regia scenica alla RESAD, ha fondato la casa di produzione El Lápiz de la Factoría, con cui ha diretto cortometraggi come l’applaudito Manualidades, un titolo che seminava tracce sulla sua passione per l’artigianato pretecnologico e per i plastici impossibili. Nel 1995 ha prodotto Caracol, col, col, che ha vinto il premio Goya come miglior corto d’animazione. Due anni dopo è uscito Mamá es boba, che narra la storia ambientata a Palencia di un ragazzo un po’ tonto, ma allo stesso tempo molto lucido, bullizzato a scuola e con due genitori che, suo malgrado, gli provocano una vergogna tremenda. La pellicola è passata alla storia come uno dei film di culto della commedia agrodolce, ed è stata nominata, con sorpresa del regista, al premio FIPRESCI del Festival del cinema di Londra. Nel 2001 ha aperto, insieme a Mer García Navas, la Lana S.p.a., un laboratorio dedito al design di scenografie e allestimenti con cui hanno costruito numerosi pupazzetti di plastilina per la pubblicità dell’euro e la prigione che compare in uno dei film del popolarissimo personaggio di Torrente. Nel 2007 è uscito Un buen día lo tiene cualquiera, in cui Lorenzo torna a elaborare la storia di una persona per spiegare un problema collettivo: l’incapacità, affettiva e immobiliare, di trovare un posto nel mondo (o un appartamento in città, nel caso specifico). Stanco degli intrallazzi del mondo del cinema, ha deciso di cedere le proprie idee alla letteratura. Da allora, gli è andata a gonfie vele. Con Los huerfanitos – il racconto di tre fratelli che, pur odiando il teatro, devono mettere in scena un’opera per salvarsi la vita – la critica si è arresa al suo talento, il pubblico ha pianto dalle risate e ha riso per non piangere. In seguito a questo successo, Blackie Books ha ripubblicato in Spagna il meraviglioso Los millones, un romanzo con un gancio comico e una svolta tragica: un membro dei GRAPO, un’organizzazione terroristica spagnola degli anni Settanta, vince il primo premio della Lotteria; ma non può ritirarlo perché non ha la carta d’identità. Lorenzo si è addentrato di nuovo nella precarietà tragicomica con Las ganas, in cui Benito, un tizio piuttosto brutto ma soprattutto sventurato, vive da tre anni senza fare sesso, e così sviluppa una sindrome da astinenza che influisce su ogni aspetto della sua vita. Gli schifosi è il suo quarto romanzo, il primo pubblicato in Italia. La sua opera più pura, politica e lirica: su un uomo che, come lui, vive isolato in un paesino in mezzo al nulla.