Editore Laurana / Collana Calibro 9
Anno 2022
Genere thriller
280 pagine – brossura e epub
Angelo Babacar Bossi viene dalla Val Brembana. È un bergamasco DOC, della provincia seria, lavoratrice, rurale; è tifosissimo dell’Atalanta, si lascia fin troppo spesso scappare termini dialettali e non è in grado di evitare un tocco (d’accordo, molto spesso un po’ più di un tocco) di razzismo. Cosa lo fa spiccare dalla massa, a parte la corporatura possente e il fatto di essere alto due metri? Il fatto di essere di colore. È infatti nato in Senegal, ed è poi stato adottato da una coppia di valligiani. Fa l’investigatore privato, e di recente è stato quasi ammazzato da una banda di nigeriani per motivi che scopriremo poco a poco.
Al risveglio dal coma, scopre di non riuscire più a riportare alla mente la sua amatissima musica grunge. Inoltre, Angelo (o Babacar, dipende da chi gli sta parlando) ha da poco cominciato a combattere la schiavitù dell’alcol, in particolare delle birre trappiste di cui va – o andava – matto.
Per sfuggire ai nigeriani e in generale per cambiare un po’ aria, all’inizio della storia, troviamo il nostro protagonista nel suo nativo Senegal, nella missione di St. Louis, dove ha promesso di dare una mano a costruire una chiesa. Nel frattempo, ha in mente di cercare qualche informazione sui genitori biologici. Ben presto, però, si ritrova invischiato in un’altra ricerca, ben più pericolosa: una bambina del villaggio vicino è sparita, e a Babacar viene chiesto di trovarla.
Andrea Ferrari, che ha pubblicato più di un romanzo giallo insieme a Riccardo Besola e Francesco Gallone ma che è all’esordio come “autore solitario”, ci porta a conoscere un personaggio che, personalmente (ma credo che sia voluto), all’inizio mi è stato profondamente antipatico. Ma la storia mi sembrava tanto accattivante, e poi è scritta talmente bene, che ho deciso di rimanere con lui; e non ne sono stato deluso. Alla fin fine, anche il nostro protagonista in un certo senso “cresce”. O comunque il lettore riesce a capirlo un po’ meglio.
L’indagine si dipana tra gli aspetti più duri della società, in un campo profughi abitato da rifugiati dal Mali e dalla Nigeria che vengono sfruttati come bestie in un’industria chimica e nella fabbrica stessa, che fanno da contraltare alla vita durissima ma relativamente accettabile del villaggio di pescatori vicino alla missione e a quella, alla fin fine privilegiata, della missione stessa. Questo libro, quindi, vi farà infuriare. Perché vi sbatterà in faccia certe situazioni, certe condizioni, che spesso cerchiamo di ignorare, di dimenticare.
Ma “Cuore di birra” non è un romanzo incentrato esclusivamente sulla denuncia sociale, che è presente ma soltanto in quanto fondamentale allo sviluppo della storia, dell’indagine dell’investigatore protagonista del libro. Si tratta di un thriller, del racconto di una ricerca disperata della soluzione di un caso che suggerisce risvolti raccapriccianti (non scendo nel dettaglio per evitare anticipazioni). Di un thriller appassionante, coinvolgente, duro e cattivo. È un romanzo crudo, è un romanzo avvincente. Ve lo consiglio.
Marco A. Piva
Lo scrittore:
Andrea Ferrari è nato a Milano nel 1977 e lavora come responsabile di un centro anziani e centro giovani del Comune di Milano. Con Eclissi sono usciti tutti i suoi romanzi “noir” con protagonista il detective privato Andrea Brandelli.
Tra le sue pubblicazioni, in trio con Riccardo Besola e Francesco Galone, ricordiamo Operazione Madonnina – Milano 1973 (2013) e Il colosso di Corso Lodi (2015), entrambi per Fratelli Frilli. I loro racconti sono apparsi nelle antologie: Un giorno a Milano (2013) e Una notte a Milano (Novecento Editore 2014); Giallo Metropoli (Piemme, 2015) e Giallo di rigore (2016) nella collana “Il Giallo Mondadori”.