Mick Herron – Slow horses

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Mick Herron è nato a Newcastle upon Tyne e ha studiato a Oxford, dove vive. Definito “una delle venti migliori spy story di tutti i tempi” dal “Daily Telegraph”, insieme a bestseller come La spia che venne dal freddo di John le Carré o Un nome senza volto (The Bourne identity) di Robert Ludlum, Un covo di bastardi (Feltrinelli, 2018) è il primo romanzo di una serie da oltre 250.000 copie vendute in Inghilterra, vincitrice del più ambito premio internazionale in ambito giallo – il CWA Dagger Award – e in corso di pubblicazione in nove paesi. See-Saw Films, la casa di produzione di film come Il discorso del re e Macbeth, ne ha acquisito i diritti per la televisione.

Già disponibile in libreria il suo romanzo “Slow Horses. Un covo di bastardi”, edito da Feltrinelli, di cui vi riportiamo la trama:

È alla Casa nella palude che finiscono le spie cadute in disgrazia. Un vero e proprio pantano dove chi ha fallito viene esiliato ad attendere la fine di una carriera ormai deragliata. Sono cavalli azzoppati, disadattati che nel corso del proprio lavoro hanno ceduto a droghe, alcol, sesso, o alla politica, e che per qualche ragione hanno tradito la loro missione. Confinati fra le pareti ammuffite di un edificio fatiscente, in stanze ingiallite “a forza di fiato stantio e tabacco, vapori di zuppa di noodles e cappotti lasciati ad asciugarsi sui termosifoni”, questi scarti dei servizi segreti sono condannati a un lavoro marginale da innocui passacarte agli ordini di Jackson Lamb. Eppure ciascuno di loro resta, a conti fatti, un agente altamente qualificato. E se c’è una cosa che tutti hanno in comune, è la voglia di tornare in azione. Così, quando un ragazzino viene rapito e tenuto in ostaggio in attesa di essere decapitato in diretta web, non ci sono superiori né direttive che tengano. I Brocchi, gli Slow Horses, non se ne staranno seduti a guardare.