Editore Carbonio / Collana Cielo stellato
Anno 2022
Genere Thriller
328 pagine – brossura e epub
Traduzione di Andrea Romanzi
Tra la città di Oslo, i fiordi, il rumore delle cascate e le montagne, Clara Lofthus viene, quasi inspiegabilmente, nominata ministra della Giustizia.
È da poco vedova del marito e cerca di conciliare i suoi nuovi impegni lavorativi con il ruolo di madre single di due bambini gemelli.
Sembra voler cancellare il ricordo del paesino tra i fiordi nel quale è cresciuta e dove ha lasciato suo padre per dedicarsi completamente alla sua carriera di successo e alle sue proposte di legge per la tutela dei bambini maltrattati ma tutto a un tratto una sera tornando a casa dal lavoro si rende conto che Andreas e Nikolai, i suoi bimbi di circa otto anni, sono svaniti nel nulla.
Una lettera conferma che si tratta di un rapimento e Clara, fidandosi solo di Stian – suo autista e guardia del corpo – intraprende una serrata corsa contro il tempo per ritrovare i suoi figli e, quando si renderà conto che non si tratta di un rapimento a scopo di estorsione, capirà che l’unico modo per salvarli sarà comprendere chi prova così tanto odio nei suoi confronti da infliggerle tale sofferenza.
“Sangue del mio sangue”, romanzo della Lillegraven che ho praticamente divorato, è il prequel di “Fiordo profondo” e devo fare i complimenti alla scrittrice perché in questo testo ci racconta la vita di Clara, la protagonista, senza farci avvertire alcun vuoto di informazioni. Questo è un libro che ci spinge a riflettere molto sulla concezione di giusto o sbagliato. Ci trasporta sulle rive del fiume del bene e subito dopo sulle rive del male.
È oggettivamente un romanzo ricco di molti elementi sia tecnici che paesaggistici davvero interessanti ma quello che lo rende davvero speciale è il profilo psicologico di Clara.
Sembra di entrare nella sua mente. E, per lei, si provano emozioni antitetiche. È possibile provare tenerezza, comprensione, empatia ma anche collera, orrore e forte fastidio nei confronti di una donna che agisce d’istinto senza pensare minimamente alle conseguenze delle sue azioni? Ebbene sì. Perlomeno io quelle emozioni le ho provate.
Clara è prima di tutto una persona estremamente sola. Ha dovuto essere tutto per sé stessa, padre madre e sorella. Non importa se ora ha una famiglia, un lavoro, dei figli e degli amici. La solitudine e la rabbia le abitano dentro. L’idea di aver disatteso le aspettative del fratellino tragicamente scomparso, la tormenta fin da quando era bambina e la spinge ad agire su due binari paralleli. Il bene e il male di cui parlavo sopra.
Una vita scritta e delineata fin dai primi anni che dovrebbe essere completamente riscritta. O forse no?
Il passato e il presente si fondono nella sua mente e agiscono insieme, perseguendo uno scopo. Esistono conflitti che non possono essere sanati, che vanno affrontati con un taglio netto. E Clara, in un modo o nell’altro, taglia. Elimina tutto ciò che ostacola il suo cammino. Soffre ma va avanti. Sei solo tu a decidere quanto è forte il dolore che senti, ripete spesso. Ad ogni capitolo la narrazione viene affidata ad un personaggio diverso.
Clara, suo padre Leif, l’amante del marito, la guardia del corpo Stian, il piccolo Andreas e altri. Questa tecnica narrativa aiuta e concede al lettore una conoscenza completa dei vari personaggi. Vittime o colpevoli? Probabilmente entrambe le cose.
Ruth Lillegraven, in modo molto concertato, in questo romanzo usa la sua protagonista per mettere in scena un dolore interiore soffocante. Man mano che giriamo le pagine tutto si complica e i pericoli si moltiplicano. La capacità descrittiva dell’autrice è indiscutibile.
Quindi il lettore non se ne starà comodamente seduto sul divano ma verrà trasportato lì, nei sotterranei di Oslo, sul bordo di un fiordo o nelle acque gelide di una cascata e camminerà al fianco di Clara in una pietraia.
Non lascerà mai la sua mano e si scorderà anche di giudicarla, fino alla resa dei conti che ci conduce ad un finale duro, che cancella ogni certezza e non concede a nessuno_ neppure a noi se abbiamo avuto l’accortezza di percorrere parallelamente alla lettura un nostro cammino interiore personale_ alcuna possibilità di espiazione.
Deborah Alice Riccelli
La scrittrice:
Ruth Lillegraven (Hardanger, 1978) è una scrittrice, poetessa e drammaturga norvegese. Ha debuttato con la raccolta poetica Big Bad Poems nel 2005 e ha scritto diversi libri per bambini. Più volte finalista a premi letterari importanti, ha vinto, tra gli altri, il Brage Prize e il Nynorsk Literature Prize.
Fiordo profondo (Carbonio 2020), il suo esordio nel thriller, è stato tradotto in diverse lingue, riscuotendo sin da subito grande successo, anche tra i lettori italiani. I diritti cinematografici sono stati acquistati dalla Nordisk Film.
ruthlillegraven.no