Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2022
Genere Thriller
416 pagine – brossura e epub
Traduzione di Laura Cangemi


A volte capita di sbagliarsi e nel mio caso l’errore è stato quello di formarmi un’opinione negativa nei confronti di Lagercrantz quando ha prodotto la trilogia con la quale andava a completare la Millennium di Stieg Larsson, perché l’ho considerata una mera operazione di marketing volta fondamentalmente a sfruttare l’enorme successo del lavoro di Larsson.
Non so se andrò a riprenderla per capire se ha veramente fatto un lavoro rispettoso dell’originale ma so che con questo romanzo Lagercrantz dimostra un solido talento narrativo supportato da uno stile essenziale e scorrevole che non si basa su sensazionali colpi di scena ma rivela invece una notevole capacità di scavare nella psiche umana.
In questo romanzo fanno il loro esordio due personaggi, Hans Rekke e Micaela Vargas, che avranno ancora da condividere storie di indagini come ci viene fatto chiaramente capire nelle ultime pagine del romanzo e questa è forse l’unica pecca che riesco a trovargli cioè il fatto di usare lo spazio narrativo al termine della storia non già per trarre delle conclusioni o lasciare spazio a delle riflessioni ma per creare l’incipit di una storia di cui resteremo in attesa per un po’. E anche questo tende a essere un escamotage più figlio del marketing che non della letteratura che, a me personalmente, fa sempre storcere un po’ il naso.

La storia comincia con il classico omicidio per il quale pare sia piuttosto semplice individuare e arrestare il colpevole ma è dalla ostinata resistenza di quest’ultimo nel negare la propria responsabilità e dall’altrettanto ostinata voglia di una giovane detective di andare a scavare veramente al fondo di una storia che pare fin troppo semplice da non sembrare vera, che prenderanno il via le indagini che a causa della loro complessità richiederanno l’intervento a uno specialista decisamente avulso dal crimine e dalle persone che ruotano intorno ad esso.
Micaela Vargas è una giovane agente della polizia di Stoccolma figlia di immigrati cileni fuggiti dalla dittatura di Pinochet, cresciuta ad Husby, quartiere ad alta densità di immigrati dove il degrado, lo spaccio e le tensioni sociali sono all’ordine del giorno, ha due fratelli maggiori, Simòn aspirante artista hip-hop e Lucas, iperprotettivo nei suoi confronti che, però, gli crea qualche problema per il fatto di essere noto ai suoi colleghi come piccolo ras criminale del quartiere.

Agli antipodi della società si trova invece Hans Rekke, figlio di un facoltoso armatore norvegese, talentuosissimo pianista classico, docente di psicologia a Stanford e grande esperto di interrogatori oltre che mente acutissima in grado di cogliere i più disparati aspetti della vita delle persone analizzando anche i più reconditi dettagli del loro aspetto. Ma Hans Rekke è anche una persona fragile, sempre sotto lo scacco di un abisso di depressione e per questo fortemente dipendente da farmaci e droghe ma, nonostante questo, la Polizia svedese e Micaela in particolare cercheranno in tutti i modi di tenerlo legato alle indagini.

Lagercrantz costruisce molto bene il rapporto fra due personaggi così antitetici ma che nell’evolversi della storia troveranno fra loro diversi punti di contatto e diverse similitudini nelle loro vite così apparentemente diverse.
Differenze che forniscono all’autore diversi spunti per dare un’impronta sociale al suo lavoro, specie in quelle parti dove la differenza di ceto fra i due protagonisti serve non solo a sottolineare la differenza fra di essi ma anche le profonde divisioni che caratterizzano la società svedese e, anche se la critica non è così tagliente come per esempio nelle opere dei maestri e capostipiti del giallo nordico Maj Sjöwall e Per Wahlöö, sicuramente vengono messe a nudo delle contraddizioni che, se evidenziate nel vivo di un Paese molto spesso citato nelle statistiche come un luogo ideale dove vivere, fanno certamente riflettere.
L’altra connotazione che caratterizza il romanzo è certamente quella politica che emerge non solo dall’analisi della società ma anche da una non troppo velata critica a come il governo gestisce questioni scottanti come l’accoglienza dei profughi o i rapporti con altri Stati correndo sulla sottile linea che divide il lecito dall’illecito e sulle cui implicazioni morali Lagercrantz lascia poco spazio all’indulgenza.

Tutto questo in un noir dove non troveremo scene cruente e descrizioni particolareggiate di crimini efferati e nemmeno scene di azione spettacolari dove i buoni e i cattivi, che nella stragrande maggioranza dei casi che la cronaca nera offre quotidianamente sono persone normalissime, si trasformano di colpo in un branco di supermen in grado di prodursi in scene mozzafiato che non riuscirebbero nemmeno ai più allenati stuntman di Hollywood ma una narrazione quasi tutta incentrata sui rapporti fra le persone e i sottili equilibri che si creano, si modificano e, spesso, si distruggono con il susseguirsi degli eventi. Narrazione che, con uno stile particolare, individua in ciascun capitolo un protagonista su cui vengono incentrati gli accadimenti. Con queste caratteristiche la scrittura non è ovviamente caratterizzata da un ritmo incalzante ma la costante tensione che lega fra loro personaggi ed eventi e il giusto equilibrio fra i diversi piani temporali, fanno sì che il lettore non perda mai il contatto con la storia.
Noir che è una grande partita a scacchi giocata su un tavolo dove le mosse vengono, di volta in volta giocate da poliziotti e politici ma, soprattutto, servizi di sicurezza interni e stranieri che, come spesso accade, tendono a valicare i confini della democrazia e della legge, imponendo (o, almeno, provandoci) una narrazione dei fatti che tenga conto di interessi e sensibilità che hanno ben poco a che fare con verità e giustizia.

Mauro Bossi


Lo scrittore:
David Lagercrantz (1962), affermato giornalista e scrittore tradotto in quarantasei paesi, vive a Stoccolma. È autore di romanzi e biografie, tra cui la celebre Io, Ibra sulla vita di Zlatan Ibrahimovic.́ Di Lagercrantz, oltre ai tre volumi della saga Millennium creata da Stieg Larsson – un fenomeno editoriale da cento milioni di copie –, Marsilio ha pubblicato i romanzi La caduta di un uomo. Indagine sulla morte di Alan Turing (2016) e Il cielo sopra l’Everest (2018).