Gabriella Genisi, Marilù Oliva, Mariolina Venezia, Grazia Verasani – Le invisibili

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Editore Rizzoli / Collana Nero Rizzoli
Anno 2022
Genere Noir
228 pagine – brossura e epub


Dalla penna di quattro scrittrici noir d’eccezione, il mondo criminale dal punto di vista delle donne.
Quattro autrici che amo molto e non lo dico sicuramente perché le devo recensire, anzi, in casi come questo trovo il compito molto difficile.
Quattro donne che scrivono noir. Quattro penne molto diverse con un solo obiettivo. Rendere visibile l’invisibile.
Invisibile, sul dizionario leggiamo:
In-vi-sì-bi-le
_Esente da qualsiasi manifestazione o configurazione materiale.
_Che non si può percepire con la vista.
Ed è così che appaiono le protagoniste di queste storie.

Genisi, Oliva e Venezia chiamano in causa i loro personaggi femminili seriali che sono rispettivamente Chicca Lopez, Micol Medici e Imma Tataranni.
Verasani, anche se in modo totalmente differente a quello usato nel suo meraviglioso testo Maternity blues, si presenta al lettore con un tema a lei molto caro. Il rapporto tra madri e figli.
Figlie, in questo caso. E cerca di sfatare l’idea che ci debba necessariamente essere amore soprattutto quando manca la reciprocità.
Da qualche parte ho letto che la lingua altro non è che potenza espressiva, invenzione e restituzione di un mondo differente e che la forma lunga non regge.
Questo autorevole commento proseguiva dicendo che si rischia l’inciampo in romanzi troppo solenni o compiacenti ed è per questo motivo che i capolavori della nostra letteratura sono racconti o romanzi brevi. Sono d’accordo solo in parte, ovviamente.
Diciamo che io sono una di quelle persone che non disprezzano i romanzi lunghi ma che amano moltissimo i racconti.
Soprattutto quelli che in un totale di righe decisamente inferiore a quelle che compongono un romanzo mi lasciano orfana di emozioni forti, come in questo caso.
Le autrici ci consegnano protagoniste invisibili che palesano la loro presenza in modo prepotente e indimenticabile.

Come ho scritto sopra, sono quattro racconti molto diversi tra loro.
Genisi ci travolge con la sua giovane carabiniera pugliese dal carattere fermo e passionale.
Una ragazza che non guarda alle etichette e ci trasporta in un realismo magico citando García Márquez e facendoci credere all’esistenza delle Sirene.

Oliva ci consegna una storia reale portandoci nelle stanze dei produttori senza scrupoli per i quali non conta quanto sei brava ma solo quanto sei disposta a dimostrare la tua gratitudine.
Leggendo non possiamo non immaginare di marciare a fianco delle protagoniste del movimento Me Too o non pensare a quanto è difficile essere donne.
L’autrice mantiene un linguaggio di genere che personalmente amo e che mi piacerebbe ritrovare negli scritti di tutte le autrici.

Venezia ci fa comprendere che non si può fingere per tutta la vita di essere quello che desiderano gli altri.
E’ un gioco a perdere che prima o poi ci svela.

Verasani ci inserisce in un corpo scomodo e ingombrante e ci fa capire quanto il disagio possa essere complice di un delitto quasi perfetto e quanto gli episodi di transfer psicologico possano essere pericolosi.

Cosa le accomuna?
Tutte e quattro ci fanno percepire che lo status di vittima ha caratteristiche ben precise.
Ci dimostrano che il peso di una ferita non rimarginata ha il potere di trasformare le persone ed è così che alcune vittime mutano in carnefici.
Questo testo in alcuni punti ha la forza d’urto di una catastrofe e ci svela la natura umana, anche quella che fingiamo di non vedere, con le sue azioni estreme e documenta che è praticamente impossibile salvare chi non vuole essere salvato.
Esibisce il senso di disfatta insito in molti rapporti e rompe gli schemi in cui la società, anche attraverso il linguaggio, ci rinchiude.

Questi racconti sono una fotografia sovraesposta, che ci permette di non giudicare l’altro anche quando siamo impossibilitati a comprendere le sue azioni, e ci conduce all’accettazione che la violenza è una condizione crudele che continua ad affascinare alcuni esseri umani che la percepiscono come l’unica via di riscatto.
Concludo dicendo che io questo testo lo tengo con me come fosse un piccolo atto di ribellione che squarcia un velo pesante e resto profondamente grata a chi lo ha scritto.

Deborah Alice Riccelli


Le scrittrici:
Gabriella Genisi, nata a Bari, ha pubblicato per Rizzoli Pizzica amara (2019) e La regola di Santa Croce (2021). È autrice della serie del commissario Lolita Lobosco, da cui è stata tratta la fiction televisiva di successo Le indagini di Lolita Lobosco.

Marilù Oliva, nata a Bologna, è scrittrice, saggista e docente di lettere. Tra i suoi libri ricordiamo L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (2020), Biancaneve nel Novecento (2021) e L’Eneide di Didone (2022), tutti editi da Solferino.

Mariolina Venezia è nata a Matera e vive a Roma. Per Einaudi ha pubblicato Mille anni che sto qui (vincitore del Premio Campiello 2007) e le indagini di Imma Tataranni. Da questi gialli è stata tratta la serie televisiva di successo Imma Tataranni – Sostituto procuratore.

Grazia Verasani, nata a Bologna, è scrittrice, drammaturga, sceneggiatrice e musicista. Tra i suoi libri ricordiamo Quo vadis, baby? (2004), che ha inaugurato la serie con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini, ed è diventato un film di Gabriele ?Salvatores e una serie tv prodotta da Sky.