Piero Colaprico – Requiem per un killer

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Editore Feltrinelli
Anno 2023
Genere Noir
256 pagine – brossura e epub


Quante personalità riesca a contenere un uomo? Quante facce, quanti ruoli, quante situazioni si possono gestire contemporaneamente? Marco Michele Signori, per chi lo conosce Emme-Emme, il protagonista di Requiem per un killer (Feltrinelli), l’ultimo libro dello scrittore e giornalista Piero Colaprico, ne è un esempio: da anni porta avanti con molte soddisfazioni e poche inquietudini una doppia vita, a proprio agio nel doppio ruolo di sovrintendente alla Omicidi di Milano (dove gode di molta stima e rispetto) e di sicario per un boss della ‘ndrangheta (la Calabria è la terra originaria di entrambi) scaltro e imprendibile che gestisce i remunerativi affari loschi al Nord, con alle spalle ben quattordici omicidi, tutti eseguiti con professionalità e, perché no, con originalità.

Per non parlare degli altri aspetti che la sua personalità contiene, come giustiziere di delinquenti che meritano di essere puniti ma sono stati graziati dalla giustizia dei tribunali e dall’inerzia delle coscienze, anche di alto rango, come cialtroni e mistificatori che stanno al governo e decidono le sorti di questo nostro paese indifferente alla verità e all’onestà, perché “la mafia non è solo quella con cui lavoro io, la mafia è tutto quello che copre le verità sotto i veli dell’amicizia, dell’appartenenza, della vigliaccheria, della comodità, dell’idea molto italiana che il potente non va sfruculiato: perché metti che magari si ricorda”. E quindi ecco la complicità dei media, dei giornalisti compiacenti, del sensazionalismo che tramortisce e addomestica i pensieri, riducendo tutto a business e spettacolo, considerazioni per cui non potrei essere più d’accordo, e che a mio parere arricchiscono il libro ben oltre i colpi di scena e il gran ritmo, rendendolo un noir che racconta parecchio anche di Milano, attraversata in lungo e in largo, soprattutto in moto, e della sua anima di città “vorace, rapace, capace”.

Questa serie infinita di personalità apparentemente inconciliabili tra loro (mettiamoci pure il figlio amorevole che cerca di garantire la dignità alla vecchia madre, il ragazzo che serba la propria gratitudine nei confronti di chi lo ha aiutato, l’uomo che non sa esprimere il proprio amore – se mai c’è stato – nei confronti delle sue donne, l’amico che apprezza la fedeltà e la complicità) mi hanno fatto venire in mente un’altra veste indossata dall’autore del libro, quella di uomo di teatro, sia come autore di testi, sia per la direzione artistica del teatro dei milanesi, lo storico teatro Gerolamo di Milano. Infatti in uno degli spettacoli da lui scritti, “Qui città di M.” giallo ambientato a Milano, riflessione sui cambiamenti della città e dei suoi abitanti, la bravissima attrice Arianna Scommegna interpreta diversi ruoli, calandosi di volta in volta nei panni di sette diversi personaggi.

Un assassino intelligente e professionale, solitario e amante dei libri, animato da una sete di giustizia che si finisce per condividere, che si confessa con ironia e senza pudori, conquistando il lettore per la cultura, per i suoi pensieri di sfida al futuro, per il suo rispetto delle donne, per il suo rendersi conto che luci e ombre sono dappertutto, che bene e male a volte sono difficili da decifrare, che alcuni compromessi possono essere accettabili e che uno, il proprio posto nel mondo, deve trovarselo da sé.

Mauro Cremon


Lo scrittore:
Piero Colaprico, vive a Milano, è scrittore di gialli e inviato speciale di “Repubblica”, per il quale segue numerose storie di criminalità e corruzione (è l'”inventore” del termine Tangentopoli) e ha svelato per primo, insieme all’editorialista Giuseppe D’Avanzo, il giallo della telefonata del premier in questura e le serate con bunga bunga ad Arcore. Per settimane, “Repubblica” ha avuto il maggior numero e la più alta qualità delle informazioni sul caso. Ha scritto saggi e fiction. Tra i primi, Manager calibro 9-vent’anni di malavita a Milano (Garzanti, 1996), basato in parte sui colloqui avuti con Saverio Morabito, uno dei principali pentiti dei clan calabresi al Nord, e Capire tangentopoli (il Saggiatore 1996).
Tra i suoi titoli di fiction ci sono Kriminalbar (Garzanti,1998), dedicato agli stili di vita della penultima generazione della malavita italiana; Trilogia della città di M. (il Saggiatore, 2004, premio Scerbanenco) e La donna del campione (Rizzoli, 2008).
Un discorso a parte riguarda il ciclo dei romanzi che hanno per protagonista Pietro Binda, un anziano maresciallo della sezione Omicidi dei carabinieri di via Moscova, che indaga nella Milano degli anni ottanta. I primi tre (Marco Tropea Editore) sono stati scritti insieme all’anarchico Pietro Valpreda, che forse aveva il sogno di incontrare un investigatore “buono”, visto quello che gli era capitato, detenuto ingiustamente per la strage di piazza Fontana e in attesa di processo per anni. Dopo la morte di Valpreda, Colaprico ha proseguito da solo, scrivendo altri romanzi sul maresciallo Binda. Feltrinelli ha poi riunito i romanzi scritti con Valpreda nel volume Le indagini del maresciallo Binda (2013). Anche Il fantasma del ponte di ferro (Rizzoli, 2018) ha per protagonista il maresciallo Binda. Con Feltrinelli ha ancora pubblicato Le cene eleganti (2011) e La strategia del gambero (2017). Per il teatro ha scritto Qui città di M, in replica per quattro anni.