Bruno Morchio. Scrittore e psicologo genovese, è autore di romanzi appartenenti al genere «noir mediterraneo». Ha esordito nel 2004 creando l’investigatore privato Bacci Pagano (“Una storia da carruggi”), che è diventato il protagonista di una fortunata serie che, al momento, può contare su quindici titoli ambientati a Genova. “Maccaia. Una settimana con Bacci Pagano” è stato pubblicato nel 2004. Nel 2023 Bruno Morchio ha vinto il Premio Scerbanenco con “La fine è ignota”.
Marco D’Aponte. Torinese, diplomato all’Accademia Albertina, pittore e illustratore, ha esordito negli anni Ottanta sulla rivista Orient Express diretta da Luigi Bernardi. Ha realizzato numerosi graphic novel da celebri romanzi, come Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi e La luna e i falò di Cesare Pavese. Con le edizioni del Capricorno ha pubblicato Storia di Torino a fumetti, Il Grande Torino a fumetti e Il magnifico 7. Vive tra Torino e Sestri Levante.
Per Edizioni del Capricorno, già disponibile in libreria, Bacci Pagano, il detective nato dalla penna di Bruno Morchio, uno dei protagonisti del romanzo nero italiano e già vincitore del Premio Scerbanenco, compie vent’anni e li festeggia in una edizione “a fumetti” grazie alla matita graffiante e stilosa di Marco D’Aponte. Questa la sinossi:
Genova è una città che ha due facce, a seconda che il vento tira dai monti o dal mare. Quello che soffia dal mare, gonfio di sale e di umidità, è lo scirocco, e si esaurisce in un’aria immobile. “Quell’aria sospesa, dove tutto può accadere e niente mai accade. Noi genovesi la chiamiamo maccaia”.
L’investigatore privato Bacci Pagano viene ingaggiato da una compagnia assicuratrice per indagare sulla morte di un anziano strozzino, in apparenza morto sbranato da un lupo nel parco del Peralto, che aveva stipulato un’assicurazione milionaria sulla vita, con beneficiaria la giovane moglie panamense. Bacci Pagano si troverà a dover portare avanti un’indagine insolita, tra evidenze obiettive e menzogne, personaggi che spuntano dal nulla e altri che non sono quello che sembrano, cercando allo stesso tempo di gestire i rapporti con le tre donne della sua vita: l’ex moglie rabbiosa, la fidanzata e la figlia Aglaja. L’intera vicenda si svolge in una Genova assediata dalla maccaia primaverile, un’aria immobile e sospesa, un tepore umido e salmastro, che gronda “salsedine e noia”. Ed è proprio il capoluogo ligure, qui visto attraverso le splendide tavole di Marco D’Aponte, a essere allo stesso tempo ambientazione e protagonista dell’indagine.