Editore Iperborea / Collana
Anno 2024
Genere Giallo
672 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Carmen Giorgetti Cima
Il mistero di “Il buio scese sull’acqua” domina le prime pagine di questo bel romanzo, e poi sembra scomparire. Invece poi ricompare, ancora e ancora, come tutte le cose irrisolte, continua ad affiorare e necessita di una risposta. Insieme alla quale si crea uno spazio per molti temi, interessanti, conosciuti e sconosciuti, che rendono il libro ricco e riflessivo e appassionante.
Il mistero, il delitto, sono due giovani stranieri dentro una tenda, assassinati in una notte di mezza estate nel nord della Svezia, ai confini con la Norvegia, quando il buio non scende mai e la notte è luminosa ma anche inquietante. Il delitto lo scopre Annie, una giovane donna che, insieme alla figlia Mia, è venuta quassù per seguire il compagno Dan. Avevano appuntamento nel minuscolo paese dove arriva e si ferma la corriera. Ma Dan non c’è. Annie decide di andargli incontro e si incammina sul sentiero lungo il fiume. È una notte di luce, appunto, tutto è visibile anche se avvolto di un’indefinibile inquietudine. Annie vede la tenda, vede il sangue, ma non si avvicina, prosegue a tentoni nella ricerca della baita dove Dan potrebbe essere. Una baita la trova, in effetti trova una baita, e qualcuno ci sta dormendo dentro, si intravede un piede, dalla finestra, potrebbe essere quello di Dan. Tutto procede in fretta e confusamente, e alla fine compare anche Dan, come se nulla fosse, e porta Annie e Mia nella comune nella quale vivranno insieme. Quel piede oltre la finestra resta un indizio, un segno il cui senso richiederà anni per essere decifrato.
Siamo in una regione montuosa e acquosa, il fiume ha creato dei grandi acquitrini, la foresta è stata in parte tagliata e presto lo sarà per intero. Nelle poche case sparse la vita è ruvida, faticosa, e la proposta di disboscamento è stata ben accolta dalla maggior parte dei pochi abitanti, perché porta lavoro, denaro, benessere e forse ricchezza. La comune dove Annie vivrà una volta ritrovato Dan è anch’essa un luogo ruvido e scomodo, dove i rapporti sono apparentemente paritari, aperti, sinceri, mentre sotto la superficie covano gelosie e invidie, menzogne e sotterfugi.
La ricerca dell’identità dei due ragazzi assassinati e quella del possibile assassino si intrecciano con le vicende di Annie, della figlia Mia, del medico Birger, del giovane Johan e della sua famiglia strampalata e disfunzionale, attraverso gli anni e i cambiamenti e le evoluzioni e involuzioni della vita. Scopriamo le difficoltà di vivere isolati, in un clima estremo, in una piccola comunità in cui è il bisogno reciproco a dettare le regole delle relazioni. Gli inverni rigidissimi e le estati di luce senza tregua rendono diffidenti e spigolose le persone; la mancanza di scelta, lo spazio angusto in cui si finisce per vivere nonostante la terra sconfinata che si stende intorno, acuiscono il senso di solitudine, di spaesamento, di disperazione. Anche il paesaggio che si altera, le grandi compagnie che vengono a sfruttare le foreste lasciando letteralmente terra bruciata, contribuiscono a rendere la vita in questa regione qualcosa di strano e allarmante.
E c’è tuttavia una bellezza, che si coglie in certi attimi, che sfolgora per un momento e poi scompare, che lega alcuni dei personaggi a questi luoghi in modo indissolubile. La stessa Annie, cresciuta a Stoccolma, nonostante l’impatto terribile e lo choc incontrato al suo arrivo, decide di rimanere, di affrontare i lunghi inverni solitari e le eterne notti estive pur di sentire i profumi del bosco, i silenzi interrotti solo dagli uccelli il cui canto impara a riconoscere.
Nel corso degli anni, quando il delitto della tenda sembra ormai dimenticato, Annie continua a sentire oscuramente il pericolo del caso non risolto, delle cose non dette, dei segreti mal custoditi. E sarà a caro prezzo che scoprirà finalmente che cosa era successo quella notte di tanti anni fa.
Noi lo scopriremo con lei, a cui nel frattempo ci saremo affezionati come a un’amica un po’ stramba ma sicuramente buona e leale. Ci saremo affezionati anche a Birger e a Mia, forse alla fine anche a Johan. Così tanto affezionati da esserci dimenticati che c’era un mistero da risolvere.
Ma qui sta appunto la magia del romanzo, che ci fa immergere in un mondo così ben raccontato che sembra sia diventato il nostro. Ci stupiremo che, essendo estate, a un certo punto sia sceso il buio.
Anna Da Re
La scrittrice:
Kerstin Ekman, nata nel 1933 in un piccolo villaggio al centro della Svezia, è considerata una delle più importanti autrici del Nord Europa. Dopo l’esordio narrativo nel 1959, ha scritto romanzi, saggi e biografie e nel 1978 è stata la terza donna a diventare membro dell’Accademia svedese, che ha lasciato nel 1989. Tradotta in 30 lingue e tra le scrittrici più lette in patria, con Il buio scese sull’acqua ha ottenuto il prestigioso Premio August, il secondo della sua carriera. Il suo ultimo romanzo, Essere lupo, bestseller in Svezia, è in corso di traduzione in 17 paesi.