Fabiano Massimi – Le furie di Venezia

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Editore Longanesi / Collana La Gaja scienza
Anno 2024
Genere Giallo storico
400 pagine – rilegato e ebook


Se cercate un morto ammazzato in questo romanzo rimarrete delusi. Se cercate l’intrigo, la suspense di un noir allora questo libro è quello giusto.
Siamo a Venezia nel giugno del 1934. Storicamente nel giorno che ha determinato il resto della storia italiana ed europea, ovvero il 15 giugno quando a piazza San Marco Mussolini accoglie Hitler. Ad attendere l’incontro tra i due leader anche gli uomini della resistenza antifascista/antinazista Mutti, Sauer Livio e Sandor che differenza di molti, forse troppi, vedono nell’alleanza tra i due leader statali un serio pericolo per l’Europa.

La loro presenza nella piazza più famosa del mondo dunque ha uno scopo ben preciso: uccidere il cancelliere del Reich e il duce. Non è chiaro se sia stata opera del corpo di sicurezza di polizia o puro caso ma “la testa” del tedesco è coperta da una torre e un colpo di vento ha fatto saltare anche la possibilità di colpire Mussolini. Il piano fallisce e i quattro devono trovare soluzioni alternative ovvero assassinarli separatamente. Nella ricerca del momento giusto per commettere il duplice omicidio però viene fuori un mistero che lega il duce a Venezia, all’isola San Clemente.

Da questo momento e nella seconda parte del libro nell’agosto 1942 a Milano, comincia la narrazione tra storia e romanzo che mette in luce la vita di una donna “scomoda”, Ida Dalser rinchiusa nel manicomio di Venezia, e quella altrettanto “scomoda” di suo figlio Albino Benito Dalser, figlio di Benito Mussolini.

Una storia amara e dolorosa che l’autore ha saputo rispettare raccontando la realtà con lo sguardo dello spettatore ma utilizzando la sua arte narrativa per costruire, grazie ai suoi personaggi, una vicenda in grado di colmare le lacune di una storia di cui ci sono giunti solo pochi frammenti miracolosamente salvati.
Dalle note dell’autore in coda al libro: Le furie di Venezia è costruito in modo più cartesiano rispetto ai romanzi precedenti: perché il lettore possa orientarsi meglio tra verità e finzione, facendosi un’idea precisa delle storture che il Fascismo seppe produrre.

La lettura di Massimi è immersiva. Nonostante conosca Sauer da tempo, ovvero da “L’angelo di Monaco” il libro in cui compare per la prima volta Sauer, in questo romanzo ho l’impressione che sia, con gli altri personaggi, una figura secondaria, un aiuto a comprendere uno dei capitoli più brutti della storia d’Italia. Proprio per questo è importante la memoria. Con i romanzi storici, Fabiano Massimi riporta le storie di persone di luoghi e di fatti che devono essere conosciuti e tramandati. Così indaga la storia di Geli Raubal in “L’angelo di Monaco”, della “presa” del Reichstag in “I demoni di Berlino” che portò all’ascesa di Hitler, di Nicholas Winton che salvò centinaia di bambini a Praga in “Se esiste un perdono”. La forma del romanzo è una delle forme di divulgazione più efficace e Massimi ne ha colto le potenzialità.

Dalle note dell’autore:
Da sempre ci raccontiamo storie per dire: «Anche questo è accaduto». Da sempre ci raccontiamo storie per dire: «Non lasciamo che accada mai più».
Mai più!

Luciana Fredella


Lo scrittore:
Fabiano Massimi è nato a Modena nel 1977. Laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester, dopo aver lavorato come traduttore e consulente per alcune fra le maggiori case editrici italiane, oggi insegna scrittura creativa nel programma universitario della Scuola Holden. Per Longanesi ha pubblicato L’angelo di Monaco (2020), I demoni di Berlino (2021) e Se esiste un perdono (2023), romanzi tradotti in numerose lingue che gli sono valsi tra l’altro il premio Asti d’Appello in Italia e il Prix Polar in Francia.