Editore Mondadori / Collana Il Giallo Mondadori
Anno 2025
Genere Giallo
296 pagine – brossura o ebook
“Da quarantotto ore niente era più come prima.
Da quando il presente gli era scoppiato tra le mani e il passato era uscito dalla tomba, come uno spettro, ad accusarlo”.
Inizia così, con una frase sibillina, questo intrigante giallo che ci trasporta nel mondo misterioso e affascinante dei tarocchi, delle preveggenze: sguardo inquietante nelle vite delle persone.
Siamo a Verona, nell’atmosfera allegra e chiassosa della festa patronale, quando viene ritrovato un cadavere. L’uomo è noto, in città. È Carlo Bonfati, imprenditore, titolare di un’azienda dolciaria della zona.
Sembrerebbe infarto, ma il commissario di polizia Giovani Russo che è incaricato del caso, sente subito odore di…omicidio, e presto la sua ipotesi viene accreditata. L’uomo è stato avvelenato da una sostanza, la digossina, mescolata a una tisana.
Che sia una patata bollente, il commissario se ne rende conto prestissimo: la famiglia Bonfati era amica del Questore, per cui…”camminare coi piedi di piombo, non fare passi falsi, non pronunciare parole azzardate. E, ovviamente, risolvere il caso prima possibile”.
Momento difficile su molti fronti, davvero: Giovanni Russo sta attraversando un periodo travagliato con la moglie Claire, un tempo brillante giornalista, ora preda della depressione. È l’ora in cui il Commissario dovrebbe dedicarsi anima e corpo al lavoro, senza crucci personali da gestire.
La prima sorpresa è la scoperta dell’ultima persona ad avere visto vivo Bonfati: è Ambra, una ragazza appassionata di cartomanzia che legge i tarocchi nelle fiere di paese.
E da lì parte l’indagine. Da quel momento in poi è tutta una sorpresa: man mano che indaga, Russo scopre che gli scheletri negli armadi sono numerosi e che parecchie persone avevano da guadagnare con la morte di Bonfati!
Personaggi ambigui si susseguono ai nostri occhi: il socio dell’azienda, la vedova, il padre del defunto, la madre di Ambra, e chi più ne ha più ne metta.
Il romanzo scorre su due traiettorie.
La prima è la vicenda personale del Commissario che ricorre in tutto il romanzo, con alti e bassi, con momenti sereni – pochi – e altri di sconforto, di paura del futuro.
Questa parte lascia un punto interrogativo nel lettore, nel finale: infatti porterebbe a pensare che ci saranno altre storie con gli stessi protagonisti… Lo scopriremo solo vivendo, come cantava Battisti.
La seconda è la storia gialla vera e propria, solida, ben tratteggiata, coerente in tutte le sue sfumature. Questa, con un finale ben delineato , naturalmente inatteso, se no che giallo sarebbe?
Ci sono nel romanzo numerosi cambi di direzione, di quelli per intenderci che ti fanno convincere che le cose siano andate in un modo, e invece no. Un fatto, una scoperta, una frase pronunciata, bastano per rendersi conto che era tutto sbagliato, e che bisogna guardare i fatti da un’altra prospettiva.
Un altro protagonista di questa storia è il dolore. Un dolore presente, passato, che alberga nei nostri personaggi come una presenza oscura e negativa. Quello di Giovanni Russo, che vede la sua serenità familiare vacillare e sgretolarsi lentamente, senza riuscire a porvi rimedio. Il dolore di altri personaggi (che non rivelerò) per errori passati, che hanno lasciato un segno profondo nelle loro vite, cambiandole per sempre, o indirizzandole verso gesti sbagliati.
Un romanzo completo, dunque. Non la storiella col morto e col poliziotto invincibile che capisce e risolve tutto; anche una storia ricca di sentimenti, di emozioni, di dolore – ripeto – che viene da lontano. Un gioco di scatole cinesi davvero ben congegnato. Brava Anna Pavani!
Rosy Volta
La scrittrice:
Anna E. Pavani, veronese, ama la natura e gli animali. Appassionata di pittura, nel tempo libero dipinge e realizza quadri e trompe-l’oeil con soggetti ispirati ai paesaggi che la circondano e al mare, che ama sin da bambina. È autrice di romanzi d’avventura, pubblicati sotto pseudonimo. Voci nella nebbia (2020) è il suo romanzo d’esordio con la Narrativa Italiana Mondadori.