Vincenzo Galati – Il redentore. omicidi rituali e oscuri simbolismi sconvolgono Siena.

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Editore Mursia / Collana Giungla Gialla
Anno 2025
Genere Giallo
298 pagine – brossura e ebook


“La sola cosa che li collega è la morte.
Perché il Killer ha scelto proprio loro? Perché entrambi nella stessa notte?”
Ci sono romanzi gialli che, appena ne inizi la lettura, ti attirano in una spirale senza scampo e devi leggere, leggere, fino all’ultima pagina. “Il Redentore” è uno di quelli.
C’è una città, Siena. Una Siena diversa da quella che noi conosciamo: le bellezze artistiche, il famoso Palio, la frenesia dei preparativi… Questa è cupa, misteriosa; molto affascinante ma, ripeto, diversa. Una città sempre presente nella storia, con descrizioni accurate, ma che segue quasi le vicende drammatiche con gli stessi colori, gli stessi stati d’animo.
E poi c’è un uomo. Un poliziotto, Beppe Malaspina, alle prese con una catena di delitti orrendi che insanguinano le vie della città, guastando l’atmosfera gioiosa che i festeggiamenti dovrebbero portare.

Questo romanzo non è una sola storia ma due, strettamente intrecciate tra loro, che come previsto nel finale avranno una loro spiegazione. Un finale che, forse, ai più incalliti giallofili sarà chiaro già verso i tre quarti del romanzo (attenti a cogliere un particolare!) ma che nulla toglie al pathos e alla drammaticità delle ultime pagine.
La vicenda.
C’è un assassino che si aggira per i vicoli medievali di Siena: una persona che colpisce con un crudele modus operandi. Uccide la vittima, le taglia e asporta la lingua e le lascia un cucchiaino d’argento infilato in bocca. Lo sgomento del commissario Malaspina è al massimo quando scopre che nella stessa notte ben due vittime hanno subito la stessa sorte. Due uomini lontani fra loro, come età, stile di vita, tutto; questo sconvolge gli inquirenti: che cosa li lega, per avere condiviso lo stesso destino?

Malaspina, con la collaborazione del suo vice Giulio e della sua squadra, indaga, senza sapere da che parte muoversi, ma prima ancora di capire, un terzo delitto arriva.
Modalità di uccisione diversa, ma stessi simboli, la lingua tagliata, il cucchiaino.
La gente ha paura. I preparativi del Palio sono vissuti con turbamento. I superiori incalzano, aspettando dalla squadra investigativa delle risposte, che non arrivano.
E gli omicidi continuano!
Ormai che sia un serial killer è assodato, fin dai primi due assassinii.
Beppe Malaspina è sempre stato un bravo profiler, acuto e intuitivo, ma stavolta pare vagare nel buio.

C’è un motivo per cui in questo frangente le sue doti paiono non funzionare: dei ricordi tremendi legati al suo passato, che sono tornati a galla prepotenti e che potrebbero addirittura avere a che fare con questa vicenda.
È una storia familiare molto dolorosa che riguarda la sorte del fratello Enrico, e di conseguenza i rapporti con i suoi genitori. Inoltre un matrimonio fallito e, soprattutto, un episodio terribile e sconosciuto che lo riguarda da vicino. Non è facile con un simile carico doloroso sulle spalle lavorare con serenità.
Parallele, camminano le vicende private di Malaspina e l’inchiesta sui delitti che si susseguono.

Un romanzo inquietante, con vari colpi di scena, che lascia col fiato sospeso fino alla fine.
La simbologia religiosa di cui l’autore dimostra un’approfondita conoscenza, unita a citazioni di brani del Vangelo (non per nulla l’assassino si definisce “il Redentore”) regala spessore all’opera; sicuramente per me uno dei migliori gialli letti ultimamente.
La figura di Malaspina è molto ben delineata nelle sue fragilità, nel macerarsi di ricordi e soprattutto di rimorsi: sarà ancora possibile riscattare gli errori passati? È un bel ritratto di uomo, questo che ci presenta Galati; non “superuomo” come spesso siamo stati abituati ad affrontare nei gialli. È una persona che riscuote le nostre simpatie (le mie, di sicuro) perché ritroviamo in lui debolezze comuni, angosce notturne conosciute – anche senza avere vissuto il suo passato.
Un ottimo romanzo, che unisce descrizioni di luoghi e usanze interessanti, a una vicenda che non si dimenticherà facilmente. Promosso!

Rosy Volta


Lo scrittore:
Vincenzo Galati è nato a Genova nel 1971, è laureato in Lettere moderne ed è impiegato per necessità, lettore per passione e scrittore per vizio. Ama l’ironia, le mezze stagioni, gli animali e coltiva un sogno: andare un giorno in pensione. Vive nella campagna senese.