Peter May – L’uomo di Lewis

1857

Editore Einaudi Stile libero Big
Anno 2013
Genere Giallo
368 pagine – brossura e ebook
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Nel momento in cui ho chiuso il romanzo “L’isola dei cacciatori di uccelli” sulla parola Fine, è stato più forte di me contravvenire ad una mia abitudine – non leggere due libri dello stesso autore di seguito, ma …decantare da uno all’altro – ed ho iniziato il giorno stesso la seconda storia della trilogia, “ L’uomo di Lewis”.

E’ stata una buona idea, perchè dopo neppure poche pagine ero già entrata – farei bene a dire rientrata – nel pieno della storia ed il magico paesaggio delle Ebridi, e i personaggi noti , mi avevano già catturata.
Ritroviamo qui il protagonista principale, Fin Mc Leod, non più poliziotto : il dolore per la morte del figlioletto, la separazione conseguente dalla moglie, lo hanno portato a rassegnare le dimissioni. Perciò Fin torna nella sua isola , con l’intenzione di sistemare la vecchia casa dei genitori e ristabilirsi dove ci sono le sue radici.

Subito incontra il suo primo grande amore Marsaili, ora vedova, e suo figlio che l’ha resa da poco nonna.
Mentre ancora sta cercando di ambientarsi, viene ritrovato il corpo di un giovane , perfettamente conservato, ucciso con ferite da taglio; il cadavere potrebbe risalire a tempi molto lontani o relativamente vicini, e l’autopsia chiarisce il dubbio. Il corpo del ragazzo porta un bel tatuaggio di Elvis Presley, perciò non può avere più di una cinquantina d’anni. Fin, benchè sia ormai fuori dal giro, inizia ad indagare per conto suo per aiutare in ..incognito l’ex collega Gunn.

Una serie di circostanze che non rivelerò porta Fin a collegare questo cadavere -per un motivo ancora nebuloso– al padre di Marsaili, un vecchio affetto da demenza senile. Parte da qui una lunga ed avventurosa ricerca che lo condurrà proprio all’isola di Lewis del titolo, ed a fare scoperte incredibili.
Anche questa storia ha le caratteristiche di stile e di struttura della precedente e racconta perciò due storie diverse, su due piani temporali.
Uno è quello attuale, caratterizzato dall’indagine sul giovane ucciso, cold case, perciò ancora più complesso!
Uno è la storia del padre di Marsaili, il vecchio Tormod, però in un modo originale: narrata da lui stesso, in una confusione di ricordi dovuta alla sua malattia, ed alternata con episodi della sua infanzia e giovinezza. Si ritrovano qui persone già note, altre nuove, e vecchi segreti mai rivelati vengono a galla lentamente.
Sopra a tutto, passato e presente, l’isola ,con le mareggiate violente, la pioggia, le tempeste, che poi sono anche nei cuori e negli animi dei personaggi, e vanno di pari passo, come se le condizioni metereologiche avverse condizionassero anche le scelte e gli umori della gente.

Una storia molto avvincente , che tiene inchiodati alle pagine fino alla fine, anche se non c’è neppure un ..colpo di scena da giallo classico: secondo me infatti questo è prima di tutto un romanzo, e non un giallo.
Un gran bel romanzo.
Chi ama le atmosfere “nordiche”, fatte di freddo, venti impetuosi, malinconie, tormenti interiori..non può perdersi questa storia.

Il terzo romanzo della trilogia mi attende , anche se già con il secondo Peter May si è confermato a mio parere uno scrittore eccellente.

Rosy Volta
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Lo scrittore:

Peter May è nato a Glasgow nel 1951 e vive in Francia.
Giornalista, autore di innumerevoli serie televisive, ha scritto una quindicina di romanzi. Il romanzo “Lisola dei cacciatori di uccelli” è il primo di una trilogia, che ha ottenuto uno straordinario successo, ed è stato insignito del Prix Les Ancres Noir.