AA.VV. – I Clown Bianchi – 13 storie d’autore

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Tredici autori di talento e fama raccontano altrettante storie in cui il filo conduttore è l’intreccio inestricabile tra bene e male che caratterizza ogni buon noir. Tredici racconti profondamente diversi tra loro, mai banali, da cui emergono paure, incubi, solitudini, orrori reali e immaginari descritti attraverso gli occhi e le voci di personaggi in grado di conquistare più di un posto nella memoria e nei cuori dei lettori.

Questo è I Clown Bianchi – 13 storie d’autore (Clown Bianco Edizioni), disponibile in tutte le librerie e in tutti gli store on line sia in formato cartaceo sia in digitale.

 

Maria Silvia Avanzato (Anemone al buio, Fazi, il suo ultimo romanzo) racconta la storia di un’anziana innamorata, disposta a tutto per conquistare l’uomo dei suoi sogni.

Eraldo Baldini (Stirpe selvaggia, Einaudi, il suo ultimo romanzo) mette in guardia sui rischi di un’ambizione sfrenata. Sullo sfondo, nientemeno che il Maestro Federico Fellini.

Alessandro Berselli (in libreria con Le siamesi, Elliot) ci parla di una coppia stanca.

Stefano Bonazzi (A bocca chiusa, Newton Compton) dipinge il male dove il senso comune vorrebbe non ci fosse.

Romano De Marco (in vetta alle classifiche di vendita con L’uomo di casa, Piemme) racconta la difficile notte di una famiglia non proprio tranquilla.

Nevio Galeati (Improvvisazioni per chitarra e batteria, Foschi, direttore artistico del Festival GialloLuna NeroNotte) ci descrive i retroscena di un concorso di bellezza.

Riccardo Gazzaniga (in libreria con Non devi dirlo a nessuno, Einaudi) racconta la storia di un killer di mafia innamorato.

Giorgia Lepore (Angelo che sei il mio custode, E/O) parla di un divo decaduto.

Stefano Mazzesi (Bianco come la notte, Foschi) racconta una brutta storia di sfruttamento tra l’Italia e la Moldavia.

Gianluca Morozzi (in libreria con Lo specchio nero, Guanda) affronta il tema di una terza via che potrebbe salvare il mondo.

Massimo Padua (Attitudine alla notte, Runa) narra la storia del legame tra tre fratelli e un quadro inquietante.

Daniele Picciuti (L’inconsistenza del diavolo, Golem) racconta la leggenda di bambini-stregoni.

Massimiliano Venturini (La rivoluzione di Arturo, Pendragon) ci parla di un omicidio durante un rave party.

Il titolo I clown bianchi è legato al primo compleanno di Clown Bianco Edizioni, realtà nata a Ravenna dall’Associazione culturale Clown Bianco.
Qualcuno si è preso anche il disturbo di coniare un neologismo – coulrofobia, quasi impronunciabile – per indicare la paura dei pagliacci. Perché una figura che dovrebbe portare buonumore, strappare sorrisi, si trasforma in qualcosa di terrificante? Sintetizzando, causa della fobia sembra essere il trucco eccessivo, con quella bocca che sembra una ferita aperta, quella parrucca, quel nasone. Tutti elementi che ci impediscono di riconoscere chi ci sia dietro cerone e orpelli. I clown cattivi, terrorizzanti non sono una novità: il Joker di Batman, creato nel 1940, e il pagliaccio di It di Stephen King (1986) sono solo gli esempi più famosi.
Queste figure, tuttavia, sono direttamente ispirate al clown augusto, cioè al clown pasticcione che, nel circo, dovrebbe far ridere il pubblico. In antitesi a lui, sulla scena, c’è il clown bianco, quello che detta le regole, rigoroso, severo (spesso viene rappresentato con il sopracciglio alzato, in atteggiamento giudicante), triste.
L’eterna dicotomia tra ordine e caos, ragione e istinto, lucidità e confusione. Se i due elementi non sono in equilibrio, si spalancano le porte a qualcosa di oscuro. Da questa suggestione è nata l’idea di battezzare Clown Bianco l’associazione culturale. E da qui all’idea di festeggiare questo primo compleanno con una raccolta di racconti in cui il gioco di luci e ombre fosse protagonista il passo è stato breve. Titolo dell’antologia è I clown bianchi perché in queste storie è contenuta l’essenza di Clown Bianco Edizioni: il desiderio di proporre ai lettori non solo storie avvincenti, ma storie che li facciano pensare, che li mettano davanti a uno specchio deformante in cui, tra mille frammenti di follia, riescano a riconoscere qualcosa di sé. Perché dietro al trucco del clown, c’è sempre un po’ di tutti noi.

Mauro Monaldini, grafico e illustratore, ha creato l’inquietante clown bianco del logo.

Gianluca Morozzi, che proponendo alla casa editrice di pubblicare Fucsia, una raccolta di racconti di un genere indefinito tra l’horror, il noir e l’erotico, ha trasformato l’avventura di Clown Bianco in un lavoro vero e proprio.