André Héléna – Viva la muerte!

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Editore Aìsara
Anno 2012
189 pagine – brossura con alette
Traduzione Giovanni Zucca

downloadEra una notte piovosa d’autunno, da qualche parte, verso Montmartre. Una lieve acquerugiola rendeva viscidi i marciapiedi. I pochi passanti si affrettavano verso i loro destini provvisori. Non faceva freddo, ma l’ombra aveva l’odore del fumo e della malinconia.
Ed è attraverso il suo stile inconfondibile, avvolto da un sottile velo di malinconia, che André Héléna ci conduce verso un nuovo racconto, questa volta tra gli scoppi delle bombe durante la guerra civile in Spagna. In quel luogo, scosso da accese e ferventi battaglie, José Ruiz cercava di sbarcare il lunario vivendo di espedienti che gli permettessero di far cessare quei brontolii di fame che gli attanagliavano lo stomaco.

Nato a Barcellona, una vita difficile sin da bambino, con un padre fannullone – venditore di frittelle sulle ramblas – fucilato con l’accusa di essere un cospiratore ai danni di Primo de Rivera, capo del governo, e una madre che, quando Josè aveva 15 anni, morì improvvisamente lasciandolo in balia degli eventi.
Fu affidato a una vicina di casa che faceva “la vita”, in contrasto con la figlia ventenne, Conchita, che si rifiutava di seguire le orme della madre. A Josè toccava camminare sulla corda ogni giorno, proprio come a un’acrobata. Era costretto a chiedere l’elemosina, davanti alle stazioni o sui moli. Ma il vizio del gioco lo costrinse a cercarsi lavori più redditizi e fu così che conobbe Salvador e Hernandez. I due gli proposero un affare facile facile al Banco de Espana e avrebbero diviso il bottino in tre. Ma Salvador se la svignò con i soldi, lasciandolo in preda a una rabbia incontrollabile e assetato di vendetta.
Ma non sarà il solo, Salvador, a ingannarlo nella sua esistenza. Anche le donne avranno un ruolo, in questo romanzo, non proprio edificante.
Il romanzo di Héléna attraversa un periodo storico, da quello “falangista” a quello “franchista” sotto il generale Francisco Franco, che ben ci fa immaginare quali momenti terribili siano stati affrontati dal popolo spagnolo negli anni ’30, che viveva in un regime totalitario e dittatoriale. La guerra civile fu pretesto per perpetrare crimini ingiustificati da parte del governo repubblicano, che si concretizzarono in migliaia di arresti, con conseguenti condanne, giustizie sommarie e fucilazioni.
Un gendarme in guerra è ladro quanto un soldato. Che gusto c’è senza il saccheggio? Appena un uomo ha una divisa addosso, diventa un malvivente.”In questo contesto, José Ruiz possiamo definirlo come un uomo indurito dalle vicissitudini e dalle delusioni, che improvvisamente si ritrova a chiedersi la ragione di tanta violenza, di tante atrocità. Si interroga per quale motivo, amici e nemici si debbano trovare a combattersi uno di fronte all’altro, per una guerra che non appartiene loro, ma ai potenti. Gli stessi che si spartiranno i profitti. Quanti uomini hanno perso la vita per degli ideali?
Héléna, come Jean Claude Izzo o Frédérick Fajardie, sono quelli che a mio avviso rispecchiano più di altri e in modo preciso la definizione di “noir” nella sua interezza. E non a caso ne parlo come se fossero ancora scrittori viventi. Perché penso che la loro scrittura sia intramontabile.Qui la recensione de Un uomo qualunqueIl bacio della vedova e qui la segnalazione dell’altro romanzo di Héléna uscito nel novembre 2011,  Massacro all’Anisette.


Lo scrittore:
Nasce a Narbonne nel 1919. Considerato un maestro del noir francese, ma dal carattere difficile, scrive centinaia di romanzi. Va a vivere a Parigi in età giovanissima e dopo varie vicissitudini legate alle guerre, partecipa per breve tempo alla Resistenza nel 1944. Riesce ad avere un grande successo dopo aver provato a svolgere lavori di tutti i tipi, ma questo purtroppo non lo esime dal morire a soli 53 anni, nel 1972, a causa dell’alcolismo.