Il libro:
Editore Giano / Collana I libri della civetta
Anno 2012
480 pagine – brossura con alette
Traduzione di Giovanna Scocchera
Trama e recensione:
Anche Sebastian potrebbe aver avuto le stesse difficoltà? E’ davvero innocente?
Inizialmente, leggendo la sinossi del romanzo, mi pareva di trovarmi davanti a un ennesimo caso di abusi ai danni di un bambino. Invece Lisa Ballantyne ha deciso di scrivere una storia in cui il presunto violento è un bambino. E questo mi ha incuriosita; provare a spezzare il confine che divide l’infanzia dall’età adulta e instillare il dubbio che anche da piccoli si può esprimere il proprio disagio attraverso la violenza. Si può essere responsabili di un omicidio a soli dieci anni? E quali possono essere le ragioni di tanta crudeltà?
Sebastian ha un padre prepotente e una madre succube, nevrotica e perennemente imbottita di tranquillanti. E’ un bambino solitario, fatica ad avere amicizie e viene definito dai compagni un sadico bullo. Lui non gioca con gli altri, lui lotta. I suoi atteggiamenti spaziano dalla freddezza di un adulto ai capricci tipici della sua età. Soffriva – in parte – della sindrome di Asperger, e questo gli impediva di interagire appieno con i suoi coetanei. Difficile dimostrare, però, che un soggetto con quelle caratteristiche potesse arrivare a commettere un omicidio..
Daniel Hunter aveva una madre tossicomane, totalmente incapace di accudire il figlio, che passava da una famiglia affidataria all’altra, il quale esprimeva tutto il suo disagio attraverso fenomeni violenti. Questo almeno fino all’arrivo in casa di Minnie, una donna che lo ha accudito come se fosse figlio suo.
“Era la simmetria delle giornate, l’appagato compimento delle aspettative, la struttura della sua vita, a far sentire Daniel al sicuro.”
Sebastian e Daniel, un bambino e un uomo, uniti dallo stesso dolore, dalla stessa sofferenza. Un testa a testa tra un presunto assassino e il suo avvocato. Protagonisti entrambi.
Un romanzo in cui si percepisce fortemente il senso della perdita che accomuna i personaggi: “A volte, quando perdiamo persone che per noi sono preziose, il mondo sembra un posto buio. E’ come se le persone a cui volevamo bene fossero una piccola luce e ora che non c’è più, tutto è diventato buio.”
Un thriller psicologico forte, potente. Che non lascia spazio all’innocenza. Un fil rouge che rimane sospeso fino alle ultime pagine, in bilico fra il dubbio e la certezza. Una vera rivelazione.