Dennis McShade Requiem per D. Chisciotte

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Ho conosciuto Dennis McShade, alias Dinis Machado,  con il suo precedente romanzo La mano destra del diavolo, in cui parla del personaggio Peter Maynard, il “Califfo”, sicario filosofo che legge i classici, ha l’ulcera e beve latte invece del solito whisky. Un lupo incalzato che fugge alla propria ombra. Legge Ionesco, detta poesie di Walt Whitman sul registratore e ascolta Beethoven e Debussy. 
Come definito nella mia recensione, un personaggio in netta contrapposizione con il “lavoro” che svolge. Un uomo tutto d’un pezzo, capace di svolgere la sua attività in modo pulito e senza lasciare tracce. Un uomo senz’anima, mi verrebbe da dire, nel momento in cui riesce a parlare tranquillamente con la persona di fronte a lui e un secondo dopo piazzargli una pallottola al cuore.
E’ così che, leggendo sul sito di Voland del nuovo romanzo,”Requiem per D. Chisciotte”, penso si possa avere un’altra piacevole sorpresa nel leggerlo.
Questa la trama riportata dalla casa editrice:
È tornato Peter Maynard, il killer solitario che ascolta Bach, legge Cervantes e beve latte per placare i dolori dell’ulcera. Dopo un lungo esilio in Italia, Maynard viene ingaggiato dal Sindacato del crimine per uccidere un potente boss della malavita newyorkese e pagare il prezzo di un antico regolamento di conti. In una storia in cui niente è come sembra e ogni cosa si confonde, Maynard, il Califfo, deve affrontare sé stesso e una crisi d’identità che lo priva ormai da tempo del suo infallibile intuito. Quell’intuito che per lucidità e acume ricorda tanto Quaresma, l’abile decifratore nato dalla penna di Fernando Pessoa.