Jean Claude Izzo L’uomo che amava il Mediterraneo

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Ogni settimana, a partire da questa e per una decina di settimane, ho deciso di offrire uno spazio sul mio blog a una serie di articoli molto interessanti redatti dal  blogger di Noir Italiano, Omar Gatti.Perché, direte voi?
Perché le sinergie tra blogger mi piacciono, perché la condivisione della passione per la lettura non può far altro che creare nuove prospettive e diversi punti di vista; perché non temiamo la concorrenza reciproca e, ultimo ma non meno importante, vorrei che questo fosse uno spazio aperto a tutti, per chiunque avesse voglia di condividere!La rubrica si chiamerà “Ritratti noir“. Un omaggio a chi ha saputo cogliere la vera essenza del genere.

E cominciamo con il mio autore preferito:

Jean Claude Izzo
Ogni genere ha i suoi esempi, i suoi simboli. Personaggi che solo nominandoli si capisce già di che cosa si stia parlando. Jean-Claude Izzo è uno di questi. Giornalista, scrittore e uomo. L’autore più importante del noir mediterraneo. Un uomo che ha creduto e cercato, attraverso i suoi romanzi, di raccontare Marsiglia come nessuno aveva mai fatto. E, nella denuncia di quei noir, lanciare un intenso canto d’amore verso la sua città. Questa è la storia di un uomo. La sua vita. La storia di Jean-Claude Izzo.

L’uomo prima dello scrittore
Jean-Claude Izzo nasce a Marsiglia nel 1945 da un immigrato napoletano e una donna d’origine spagnola. Da sempre, nel suo cuore, porterà la condizione di figlio della mescolanza di culture tipica di un porto come Marsiglia. E’ un tipo sveglio, quell’Izzo, e se ne accorgono anche i colleghi del giornale comunista “La Marseillaise dimanche” per il quale lavora. Ha voglia, quell’Izzo. Ha fame. Voglia e fame di raccontare quello che della sua città non va proprio. I lati oscuri, poco chiari, le collusioni tra la mala marsigliese e la politica. E lo fa, anche se non attraverso il giornale. Preferisce farlo utilizzando il noir.

Casino Totale
Nel 1995 Izzo pubblica, per la prestigiosa casa editrice parigina Gallimard, il romanzo Casino Totale. Storia di un sbirro non convenzionale, Fabio “Fabiò” Montale, figlio d’immigrati italiani, i cosidetti nabòs. Lavora al recupero di ragazzi dei quartieri difficili della città. E’ anche l’ultimo superstite di una banda di delinquenti, formata dagli amici Manu ed Ugo, morti entrambi. Tutti e tre avevano cullato due sogni, in gioventù. Diventare ricchi e amare Lole, una bellissima ragazza di origini gitane. Izzo racconta Marsiglia in una maniera profonda, i suoi romanzi sono pieni di vie, nomi di quartieri, anedotti sulla sua storia e sulle genti che la abitano. La città è la vera protagonista dei romanzi di Izzo, storie che parlano d’immigrazione, razzismo, violenze e criminalità. I giovani non hanno futuro, nella Marsiglia di Izzo. Per loro c’è solo la galera, la miseria oppure la morte, magari per overdose. Non c’è riscatto per loro, a Marsiglia.

Saranno tre i romanzi della trilogia marsigliese che vedranno come protagonista Fabio Montale: Casino Totale, Chourmo e Solea e che consacreranno Izzo come maggior esponente del noir mediterraneo e Marsiglia come la sua capitale. Poi verranno anche altri, come Marinai perduti o Il sole dei morenti. Tutti ambientati lungo le sponde del Mar Mediterraneo, tra le Calanques e la labirintica immensità di Marsiglia.

Il romanzo come grimaldello
Un grimaldello. Ecco cosa pensa Izzo debba essere il romanzo. La leva che sollevi la cappa di ingenuità, perbenismo e omertà che copre le coscienze dei lettori. Il romanzo, ancor prima di divertire con la sua trama nera e thriller, deve porre delle questioni al lettore, proporgli situazioni che non conosce. Farlo ragionare. Portare la luce sulle tresche tra stato e criminalità organizzata, sulla corruzione dei reparti di Polizia, sulla gravità delle minacce che la nostra società riceve ogni giorno da parte delle mafie. Con Izzo il romanzo non è solo noir. Il romanzo diventa un’invettiva contro il lato oscuro del nostro vivere. Infatti i toni dei thriller di Izzo sono spenti, i personaggi falliti o sconfitti, succubi di una realtà che non possono cambiare. I noir di Izzo, per dirla tutta, sono a volte troppo tristi, rassegnati. Eppure Izzo rassegnato non lo era affatto, visto che voleva risvegliare i marsigliesi con le sue storie. Combattere l’apatia e far schierare.

Marsiglia non è una città turistica. Per lo meno non è molto ambita dai visitatori. I parigini la denigrano chiamandola “la Napoli della Francia”. E allora Izzo la racconta, questa città controversa. Percorre i vicoli del Panier, il quartiere delle prostitute e dei marinai. Attraversa la Canebiere, il quartiere vip, che però si svuota dopo le sette di sera. Izzo fa vedere al lettore le facciate dei palazzi, che gli architetti di grido hanno dipinto di colori pastello, per copiare le facciate dei palazzi delle città liguri. Poi ci sono le cites, i quartieri dormitorio, i ghetti per arabi, covi di ciminali e drogati. Izzo ama Marsiglia, anche se non vede un futuro roseo per la sua città. Ma sa che se vorrà ripartire, dovrà farlo dal mare, dal porto. Il mare è l’unica salvezza per la città, questo pensa Izzo. E lo scrive, lo fa dire al suo personaggio Montale, nei suoi romanzi. I marsigliesi dovrebbero fare, secondo Izzo, come il fondatore, il greco Protis, una sorta di Ulisse senza Odissea. Questi, giunto su quelle sponde, prese in sposa una bellissima principessa ligure e fondò l’antica Massilia. Ecco l’anima della città, già segnata dalla sua fondazione: la mescolanza di culture. Fondere il sangue greco con quello ligure, per dare vita a un sangue nuovo. Unico. E da qui ripartire.

Leggere Izzo non è facile. Le storie sono avvincenti ma permeate di tristezza, di disillusione. Ma è potente, è noir allo stato puro, perché in un unico romanzo si condensano denuncia, intreccio, analisi psicologica e un canto disperato.

Un canto disperato d’amore. Quello che Izzo provava per la sua Marsiglia. Solo chi ama intensamente può criticare.

Omar Gatti
Noiritaliano.wordpress.com