Nicolai Lilin è nato nel 1980 a Bender, in Transnistria, vive in Italia dal 2003 e scrive in italiano. Presso Einaudi ha pubblicato i romanzi Educazione siberiana (2009), tradotto in ventitre Paesi, Caduta libera(2010 e 2011), Il respiro del buio (2011 e 2013) e Storie sulla pelle(2012 e 2013).
Da Educazione siberiana Gabriele Salvatores ha tratto un film, interpretato tra gli altri da John Malkovich e prodotto da Cattleya con Rai Cinema, uscito nel 2013.
Questa la sua biografia su Einaudi, ma vederlo di persona durante una presentazione a Milano insieme a Stefano Piedimonte è ben altra cosa.. Sentirlo raccontare di un Paese alle prese con la lotta tra bande criminali siberiane e comuni per il commercio della droga, con la commistione della polizia sovietica, Il racconto dei tatuaggi come mappa della propria vita, ha acceso la mia curiosità tanto da segnalare questo romanzo fra quelli da leggere e ci ritroveremo qui per la recensione.
Intanto vi riporto la sinossi:
Se sei un criminale onesto la vita che hai fatto non la racconti, te la porti addosso, incisa sulla pelle. Occhi, mani, colombe, madonne, pistole: combinati insieme, i simboli dei tatuaggi diventano storie, biografie codificate in una lingua segreta che nulla ha a che fare con le parole. Ed è a queste storie che Nicolai Lilin dà voce, guidandoci nel labirinto di una tradizione antichissima attraverso gli occhi di un ragazzino che voleva diventare un tatuatore. E offrendoci, di fatto, il capitolo piú misterioso della sua «educazione siberiana».