Roberto Carboni – Bologna destinazione notte

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Bologna Destinazione Notte

Roberto Carboni, classe 1968, autore bolognese al quinto romanzo (C’era lInferno in via de’ Giudei, Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove, Nero bolognese, Alle spalle del Nettuno), racconta la realtà urbane notturne che i diciotto anni alla guida del suo taxi gli hanno fatto conoscere. Perchè ci sono tante Bologna, alcune conosciute da tutti, altre invece rimangono nascoste tra le ombre dei portici o mormorate sul sedile posteriore di un’auto pubblica, e meritano di essere raccontate. Con BOLOGNA DESTINAZIONE NOTTE, l’autore esplora il campo del Neo-noir, la corrente più cruda del romanzo nero, e racconta una storia macabra e inquietante, dagli sconvolgenti risvolti psicologici, calando il lettore dentro la mente del maniaco, sempre più indietro nel tempo. Fino alla piovosa notte di quarantatrè anni prima, quella in cui tutto ha avuto origine. Un romanzo scorretto, forte e senza compromessi, che non dà respiro.

Per Frilli Editori, «La città, nel giallo, è il bicchiere che contiene il vino. Nel noir, è il vino stesso». Così, con una metafora, Roberto Carboni, dà un’anima al suo ultimo libro, “Bologna. Destinazione Notte” (Fratelli Frilli Editori), che è stato presentato il 24 settembre alla Feltrinelli di piazza Ravegnana (Bologna).  Fino a poche settimane fa taxista di professione, insegnante di scrittura creativa per passione, autore di noir per vocazione, Carboni, classe 1964, residente a Sasso Marconi,  ha ambientato il testo a Bologna. «E’ una città strana, accogliente di giorno e misteriosa di notte, ideale per sviluppare un noir».

Ed è su questo concetto, noir, che Carboni mette l’accento. «Molti lo confondono con il giallo, ma non è così, sono generi diversissimi e lontanissimi l’uno dall’altro. Il giallo – spiega – è pieno di regole, ha uno scopo sociale e infatti il colpevole viene sempre individuato. Il noir è altro». Ben 213 pagine, tanto è lungo il libro, per sviscerare l’odissea di Annibale Dori, il protagonista, tassista notturno appassionato di jazz.  Tra donne e locali, si rinvengono corpi mutilati, si sviluppano indagini della Polizia, vengono perpetrati omicidi.

Eppure, Carboni assicura che «per quanto sia un romanzo crudo, la violenza è fatta più che altro intuire e non diventa mai volgarità. C’è il male, ma ci sono anche personaggi positivi, non esclusivamente ‘grigi’».  Soddisfatto Carboni dell’approdo alla Fratelli Frilli Editori di Genova, tra le poche case editrici italiane che anche in tempi di crisi si sta consolidando sullo Stivale, con una costante ricerca di autori italiani esmergenti. «E’ stato un salto di qualità notevole – conferma Carboni». Soddisfatto anche Carlo Frilli, l’editore. «Noi crediamo che ogni territorio abbia le sue peculiarità, che le storie debbano essere ambientare in città vere, in tempi e luoghi che i lettori conoscono o possano riscoprire. E’ fondamentale per la credibilità del testo». Ad introdurre Carboni, martedì, sarà l’avvocato penalista Francesco Vitali. Ad interloquire con l’autore, la giornalista Camilla Ghedini. Letture dell’attore teatrale Michele Davalli.