Casa editrice Longanesi – Collana La Gaja Scienza
524 pagine – E-book
Traduzione di Carmen Giorgetti Cima
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Ho letto questo nuovo libro nella versione e-book, quindi nessuna quarta di copertina dalla quale venir attratto o distratto.
Una brevissima sinossi: un giovane in stato confusionale viene trovato su un ponte ferroviario a sud di Stoccolma. Le sue uniche parole, ripetute in modo ossessivo, sono “l’uomo della sabbia, l’uomo della sabbia”. Quando è ricoverato in ospedale, si scopre che si tratta di un ragazzo dichiarato morto ben sette anni prima. Il giovane è l’ultima vittima del serial killer Jurek Walter catturato dal commissario Joona Linna e condannato all’isolamento totale in un ospedale psichiatrico. Dov’è stato il ragazzo per tutti questi sette anni? E la sua sorellina, rapita con lui, dov’è? E’ forse ancora viva? Il caso viene riaperto e qualcuno deve introdursi nell’unità di sicurezza e conquistarsi la fiducia del serial killer prima che sia troppo tardi…
Come potete vedere, la trama è valida e interessante (anche se non così originale), ma andiamo oltre. L’uomo della sabbia è quello che in gergo tecnico si definirebbe un “page-turner” ovvero un giallo/thriller il cui ritmo incalzante dovrebbe spingere il lettore a “voltare pagina” con la bramosia d’arrivare alla conclusione del medesimo. Per me – e il parallelismo con un altro libro scritto a quattro mani è allarmante – si è trattato, invece, di un “page-puller” (passatemi il gioco di parole del “tirare le pagine” n.d.r.). Decisamente troppo abusato l’uso della paratassi e l’utilizzo di brevi capitoli che vorrebbero fungere da rapido incalzare dell’azione, ma che spesso si avvitano su loro stessi. Elencazioni e ridondanze, come, ad esempio, specificare i nomi dei medicinali che, ai fini pratici dell’azione o del semplice evolvere della scena, non arricchisce la trama (anche perché, a meno di non essere farmacisti, non aggiungono né tolgono nulla, n.d.r.). Perché, ancora, descrivere un luogo aggiungendo dettagli secondari che distraggono? Perché inserire riferimenti a tecniche di difesa personale (vedi Krav Maga) in modo approssimativo? La buona trama, di cui sopra, ne esce decisamente bistrattata.
La figura del commissario/investigatore – Joona Linna – è ben tratteggiata: poliziotto duro, ex parà, ma pare un dejà vu (nessuno conosce, ad esempio, Carl Hamilton la spia protagonista dei libri di Jan Guillou, guarda caso anche lui svedese, datato 1986?), così come una delle scene iniziali che si svolge in un ospedale psichiatrico paga un dazio enorme a “Il Silenzio Degli Innocenti”. Sottotraccia, ma nemmeno più di tanto, affiora anche l’afflato lasciato dall’arcinoto Larsson della saga di Millenium e molto altro preso a prestito dai libri di Hannibal Lecter: abbiamo un serial killer – Jurek Walter – che con poche parole può rendervi pazzi o suicidi.
E’ il primo libro della coppia Kepler che leggo, quindi non posso paragonarlo agli altri usciti prima. Una delle cose che piace di più al nostro duo è quello di metterci sempre al corrente del fatto che i protagonisti sentono ansia, preoccupazione e i loro cuori battono più o meno velocemente per questo; lo fa in modo così sottile che mi sarebbe piaciuto tenere il conto di quante volte questo espediente venga usato, ma dopo un po’ erano diventate decisamente troppe.
Una delle cose meglio riuscite, di sicuro, è il fatto che il libro sia costellato da brevi capitoli: questo vi permette di fare pause frequenti e rinfrescare la mente. Sarete poi bersagliati da generose descrizioni di fantasie violente, sadomasochismo, autopsie, scene dettagliate corredate da vomito, ispezioni corporali e chi più ne ha più ne metta.
L’idea per risolvere il giallo? Spedire in un’azione sotto copertura una tipa tosta – Saga Bauer – commissario del nucleo anti terrorismo alla Säkerhetspolisen (Säpo, la polizia segreta svedese) all’interno dell’ospedale psichiatrico in compagnia di un serial killer e di uno stupratore sadico seriale. Geniale.
A conti fatti il libro non è più che un gradevole esercizio di thriller per solleticarvi un po’ di paura durante una notte d’inverno. Peccato che quello che vi rimanga sia la netta sensazione che forse togliere particolari, anziché aggiungerne troppi, avrebbe accresciuto la potenzialità del romanzo e alleggerito la lettura.
Michele Finelli
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L’autore
Lars Kepler è lo pseudonimo dei coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril. Vivono a Stoccolma con le loro tre figlie, a pochi metri dalla centrale di polizia. Sono appassionatissimi di cinema e da quando si conoscono guardano almeno un film al giorno. Entrambi sono scrittori, ma nel 2009 hanno deciso di sospendere momentaneamente le loro carriere per provare a scrivere un romanzo insieme. Ne è nato il caso editoriale europeo del 2010, L’ipnotista, il romanzo che ha scalzato dalla vetta delle classifiche svedesi la trilogia di Larsson, vendendo oltre 200.000 copie in Italia; sarà presto un film diretto da Lasse Hallstrom.