Boileau-Narcejac – I diabolici

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09f6f5c4811582c64938ea53b3dd6646_w_h_mw650_mhPubblicato nel 1952 e dal titolo originale Les diaboliques (Celle qui n’était plus)I diabolici è un romanzo degli autori francesi Pierre Boileau e Thomas Narcejac, scrittori di romanzi polizieschi, tra i quali anche La donna che visse due volte (dal quale Alfred Hitchcock trasse il film) e I vedovi.

Ci fu anche la trasposizione cinematografica nel 1952, interpretata da Simone Signoret e Vera Clouzo e per la regia di Henri-Georges Clouzot,

La casa editrice Adelphi, per la Collana Fabula e con la traduzione di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, ne pubblica una nuova edizione e sono contenta di darne notizia, così come sarò contenta di leggerlo per voi. ll romanzo è composto da una prefazione scritta dagli autori, undici capitoli e un epilogo.

Questa la sinossi:
«Una sorta di interminabile attacco di cuore»: così è stato definito I diabolici, che – unanimemente considerato un classico della letteratura noir – non ha perso un grammo del suo torbido fascino: come dimostrano i commenti dei giovani blogger francesi, i quali scoprono stupefatti quanto l’attuale letteratura psicologica francese «à suspense» debba a un libro che ai loro occhi appare «di un’incredibile modernità», dotato di «un intrigo perfetto» e di «una tensione che fino all’ultimo non ti dà un attimo di tregua». Come nei migliori romanzi di Simenon, quello che conta qui è la progressiva perdita, da parte del protagonista, della percezione della realtà, il suo sprofondare sempre più allucinato in una vertigine di angoscia e di terrore in cui i deliri si accavallano ai ricordi d’infan­zia e a un lacerante senso di impotenza. Nei Diabolici compaiono per la prima volta alcuni dei marchi di fabbrica della sterminata, formidabile produzione di Boileau e Narcejac: lo schema triangolare, l’am­bienta­zio­ne provinciale e piccoloborghese, il motivo del colpevole tormentato dal rimorso e dalla paura, la contiguità fra innocenza e colpa; e soprattutto l’inversione dei ruo­li: in un’autentica spirale di orrore, l’as­sassino si trasforma in una vittima braccata da «colei che non c’è più» – la donna che sa di aver ucciso. Non a caso Francis Lacassin (sceneggiatore di molti Maigret televisivi e grande studioso di Simenon) ha scritto che proprio grazie a Pierre Boileau e Thomas Narcejac «il romanzo poliziesco senza poliziotti è diventato una variante tragica del romanzo tout court».

L’avete già letto? In quale versione?