Graham vs Hitchcock: Marnie

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Editore: Il Saggiatore – Collana: La Cultura
Marnie di Winston Graham
Genere Giallo/Thriller
Anno 2014
Pag. 224 – Versione Ebook
Traduzione di Hilia Brinis


$_35Che cosa rende un libro più bello di un film o viceversa? Cecilia, qualche tempo fa mi ha dato da “rileggere” due classici del giallo/thriller: “Marnie” di Winston Graham e “Psycho” di Robert Block. Già ce ne sarebbe per una serie di articoli solo sui due scrittori (in particolare Block, su cui probabilmente torneremo nella sezione Horror…), ma andiamo con calma.
L’occasione di queste due letture ha riaperto un dibattito annoso e che non troverà mai – credo – una sua conclusione definitiva: è più bello il film o il libro?
In questo caso l’occasione è ghiotta dato che entrambi i titoli sono stati trasposti sullo schermo dal quel genialoide di Hitchcock e quindi il dato interessante è “vedere” come un cineasta abbia interagito con il romanzo e se sia riuscito, o meno, a portarne sullo schermo l’essenza.

Quindi, preparate i popcorn, una bibita fresca e mettetevi comodi. Partiamo, con questo articolo, da “Marnie” di Winston Graham. Graham è già di per sé un autore noto per la serie di Poldark (anch’essa trasposta sullo schermo, peraltro), ma questo libro del 1961 è un ottimo esempio di thriller psicologico. Brevissimamente la trama (edulcorata per quelli che ancora non lo hanno letto): Marnie Elmer è una ragazza inglese, bella e attraente, che si guadagna da vivere sottraendo denaro ai suoi datori di lavoro. La sua abilità è allarmante, e la scaltrezza è degna di un criminale navigato; ogni volta cambia identità (Mollie Jeffrey, Marion Holland, Mary Taylor…) e aspetto fintanto che non viene colta in flagrante dal suo ultimo datore di lavoro, il vedovo Mark Rutland, che la ricatta obbligandola a sposarlo. Quando un paio di eventi scioccanti la porteranno sull’orlo del suicidio sarà il momento per lei di fare i conti con il suo passato, vera causa del suo comportamento.

Perdonate questo riassunto da promo radiofonico che appiattisce molto la qualità di questo romanzo dove Graham sceglie di fare della stessa Marnie la narratrice degli eventi. Vissuto in prima persona, ecco che tutto quello che accade a Marnie accade anche al lettore che viene trascinato nelle pieghe psicologiche del personaggio e inizia a rendersi conto del conflitto che scuote questa bella ragazza. Il romanzo è brillante, molto intelligente, con questo aspetto della British class che rimane sullo sfondo dando al tutto una dimensione molto particolare. Il livello di suspance è notevole soprattutto nello sviluppo del rapporto tra il personaggio, gli uomini e il suo passato che si disvela a poco a poco e con un climax notevole.

Volendo lasciarvi il gusto della lettura non andrò oltre, ma mi soffermerò un momento sulla “Marnie” di Hitchcock. Il film venne realizzato nel 1964 e a tutt’oggi è uno dei quelli che fa ancora discutere sul fatto se si tratti di un capolavoro oppure no. Se avrete modo di leggere l’uno e vedere l’altro troverete che Hitch si è preso molte libertà (come in altri casi del resto), ma ha appiattito enormemente l’aspetto psicologico e aggiunto un fattore “maschilista” che sminuisce la portata del personaggio di Marnie che viene resa con i tratti tipici della donna isterica, quando invece – nel libro – i traumi sono molto profondi e resi con più maestria. Ritengo, dopo averlo riletto, che il libro di Graham rimanga di gran lunga più moderno e completo rispetto alla sua trasposizione cinematografica e, soprattutto, molto più cupo e problematico. Ça va sans dire…

Michele Finelli
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Lo scrittore:
Winston Graham (1908-2003), nato a Manchester, si trasferisce in gioventù in Cornovaglia, regione che ispira la serie di romanzi storici che lo rende celebre, adattata in seguito per una serie televisiva della Bbc. Nel corso della sua carriera, oltre a Marnie, scrive più di trenta romanzi e un’autobiografia, pubblicata nel 2003.