Simonetta Santamaria – Seguimi nel buio

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Editore Ioscrittore
Anno 2016
Genere Thriller
256 pagine – ebook
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contentGrande Simonetta Santamaria.

Ho appena terminato il suo romanzo “Seguimi nel buio”, ed ho capito perché abbia vinto il torneo letterario Io Scrittore. Non sono mai stata appassionata dei romanzi fantastici, o di horror, ma questo è  molto di più e diverso da tutti quelli letti finora.

Difficile definirlo: so soltanto che ti cattura all’istante e dopo non puoi più fermarti, nonostante l’angoscia, l’inquietudine, l’orrore, anche.  Splendida storia, difficile da commentare in poche righe.

 Immaginate un mondo virtuale alternativo, in cui si possano rifugiare tutti i disperati: malati ,handicappati , anziani stanchi di vivere… Lì tutti sono “normali” , tutto il dolore sparisce. E’ il mondo di INSANET. Che non è solo positivo: racchiude in sé anche il Male. Ma nessuna spiegazione può essere migliore di quella dell’autrice stessa.

Cito: “Allora, che ne pensi del posto? Questo è Insanet, o la Rete, se preferisci. Paradiso di menti malate, livellatrice di divine ingiustizie, Grande Comunicatrice.
Sei su un piano tra la veglia e il sonno in cui gli inconsci si incontrano e comunicano, sissignore. Senza barriere.  Qui il muto parla, il sordo sente,  il paralitico cammina, il parkinsoniano non trema, e l’autistico comunica – aggiunse con un lampo negli occhi e con un ghigno sinistro. -Qui si va oltre la malattia, oltre il coma, oltre l’umana consapevolezza. Guarda. Guardati intorno.”

 E proprio un bambino autistico è uno dei protagonisti della storia. Valerio vive in un mondo solo suo, da cui tutto ciò che lo circonda è escluso. Conosco bene queste problematiche, avendo seguito nel mio lavoro bambini autistici, e devo dire che l’autrice ha reso le situazioni, gli atteggiamenti, in modo perfetto. Insensibile alle cure ed  alle coccole di mamma e nonna, trascorre il suo tempo costruendo splendidi castelli di carte o cambiando freneticamente canale col telecomando.

Ma il romanzo è anche la storia di Luce, giovane donna segnata dalla pazzia, assassina, necrofila, rinchiusa nel  reparto agitati di un ospedale psichiatrico. Luce è inquietante, fa paura ai medici ed agli infermieri: anni prima ha ucciso a morsi uno psichiatra che la curava, solo perché aveva tentato di toglierle dalle mani un vecchio carillon che la donna maneggia   giorno e notte in modo maniacale.

La storia prende una svolta particolare quando il ragazzino  viene preso in cura da Christina, una neuropsichiatra infantile  , il cui marito lavora nell’ospedale psichiatrico dove è ricoverata Luce. Valerio e Luce si incontrano nella Rete: come e quando lo lascerò ai lettori; è troppo intrigante questa parte. Una trovata geniale. Le conseguenze di questo incontro saranno drammatiche e porteranno a svolgimenti impensabili .

 La dottoressa Christina si rende conto, ad un certo punto della terapia, che  il bambino sta vivendo qualche misteriosa, sconvolgente situazione, e pazientemente si approccia a lui, finchè scopre  con sorpresa un modo per comunicare fra loro . E’ tenue, ma forse è l’inizio di una soluzione, e le consentirà di capire che cosa sia accaduto. E di “curarlo”, se  di cura si può parlare. Mi fermo perché non voglio privare il lettore delle molte sorprese; dirò soltanto che si corre verso il finale con ansia, attesa, angoscia a bizzeffe, ma ogni riga vale la lettura.

L’autrice ha saputo ricreare l’atmosfera terribile degli istituti psichiatrici, dei reparti peggiori di essi: leggendo si colgono  non solo il dolore, ma perfino gli umori, gli odori. Poi, la disperazione di una madre – bella figura, la madre di Valerio – che vede la vita scorrere senza avere mai avuto da suo figlio un gesto affettuoso, un sorriso. Lo sfinimento, la non-voglia di vivere. Tutto questo ha reso benissimo la Santamaria.

La seconda metà della storia, quella in cui i giochi si fanno duri, è la più affascinante, ed incalza a tal punto, da non lasciare tregua. Bisogna arrivare all’ultima  pagina, e di orrore in orrore si guadagna ansanti la fine. Ma valeva la pena. Non  è una storia di buoni sentimenti- o almeno quelli sono una piccola minoranza ; è una storia di cattiveria, odio, morte. Nonostante ciò, questo  resta un romanzo che difficilmente si potrà dimenticare: troppo intenso, crudo, che colpisce al cuore.

Assolutamente unico nel suo genere, permettetemi di usare un aggettivo abusato: BELLISSIMO. Per gli amanti delle emozioni forti, imperdibile.

Rosy Volta
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La scrittrice:
Simonetta Santamaria (1962) è giornalista ed autrice di gialli ed horror. Vive e lavora a Napoli.