Editore Ioscrittore
Anno 2016
Genere Thriller
256 pagine – ebook
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Ho appena terminato il suo romanzo “Seguimi nel buio”, ed ho capito perché abbia vinto il torneo letterario Io Scrittore. Non sono mai stata appassionata dei romanzi fantastici, o di horror, ma questo è molto di più e diverso da tutti quelli letti finora.
Difficile definirlo: so soltanto che ti cattura all’istante e dopo non puoi più fermarti, nonostante l’angoscia, l’inquietudine, l’orrore, anche. Splendida storia, difficile da commentare in poche righe.
Immaginate un mondo virtuale alternativo, in cui si possano rifugiare tutti i disperati: malati ,handicappati , anziani stanchi di vivere… Lì tutti sono “normali” , tutto il dolore sparisce. E’ il mondo di INSANET. Che non è solo positivo: racchiude in sé anche il Male. Ma nessuna spiegazione può essere migliore di quella dell’autrice stessa.
Cito: “Allora, che ne pensi del posto? Questo è Insanet, o la Rete, se preferisci. Paradiso di menti malate, livellatrice di divine ingiustizie, Grande Comunicatrice.
Sei su un piano tra la veglia e il sonno in cui gli inconsci si incontrano e comunicano, sissignore. Senza barriere. Qui il muto parla, il sordo sente, il paralitico cammina, il parkinsoniano non trema, e l’autistico comunica – aggiunse con un lampo negli occhi e con un ghigno sinistro. -Qui si va oltre la malattia, oltre il coma, oltre l’umana consapevolezza. Guarda. Guardati intorno.”
E proprio un bambino autistico è uno dei protagonisti della storia. Valerio vive in un mondo solo suo, da cui tutto ciò che lo circonda è escluso. Conosco bene queste problematiche, avendo seguito nel mio lavoro bambini autistici, e devo dire che l’autrice ha reso le situazioni, gli atteggiamenti, in modo perfetto. Insensibile alle cure ed alle coccole di mamma e nonna, trascorre il suo tempo costruendo splendidi castelli di carte o cambiando freneticamente canale col telecomando.
Ma il romanzo è anche la storia di Luce, giovane donna segnata dalla pazzia, assassina, necrofila, rinchiusa nel reparto agitati di un ospedale psichiatrico. Luce è inquietante, fa paura ai medici ed agli infermieri: anni prima ha ucciso a morsi uno psichiatra che la curava, solo perché aveva tentato di toglierle dalle mani un vecchio carillon che la donna maneggia giorno e notte in modo maniacale.
La storia prende una svolta particolare quando il ragazzino viene preso in cura da Christina, una neuropsichiatra infantile , il cui marito lavora nell’ospedale psichiatrico dove è ricoverata Luce. Valerio e Luce si incontrano nella Rete: come e quando lo lascerò ai lettori; è troppo intrigante questa parte. Una trovata geniale. Le conseguenze di questo incontro saranno drammatiche e porteranno a svolgimenti impensabili .
La dottoressa Christina si rende conto, ad un certo punto della terapia, che il bambino sta vivendo qualche misteriosa, sconvolgente situazione, e pazientemente si approccia a lui, finchè scopre con sorpresa un modo per comunicare fra loro . E’ tenue, ma forse è l’inizio di una soluzione, e le consentirà di capire che cosa sia accaduto. E di “curarlo”, se di cura si può parlare. Mi fermo perché non voglio privare il lettore delle molte sorprese; dirò soltanto che si corre verso il finale con ansia, attesa, angoscia a bizzeffe, ma ogni riga vale la lettura.
L’autrice ha saputo ricreare l’atmosfera terribile degli istituti psichiatrici, dei reparti peggiori di essi: leggendo si colgono non solo il dolore, ma perfino gli umori, gli odori. Poi, la disperazione di una madre – bella figura, la madre di Valerio – che vede la vita scorrere senza avere mai avuto da suo figlio un gesto affettuoso, un sorriso. Lo sfinimento, la non-voglia di vivere. Tutto questo ha reso benissimo la Santamaria.
La seconda metà della storia, quella in cui i giochi si fanno duri, è la più affascinante, ed incalza a tal punto, da non lasciare tregua. Bisogna arrivare all’ultima pagina, e di orrore in orrore si guadagna ansanti la fine. Ma valeva la pena. Non è una storia di buoni sentimenti- o almeno quelli sono una piccola minoranza ; è una storia di cattiveria, odio, morte. Nonostante ciò, questo resta un romanzo che difficilmente si potrà dimenticare: troppo intenso, crudo, che colpisce al cuore.
Assolutamente unico nel suo genere, permettetemi di usare un aggettivo abusato: BELLISSIMO. Per gli amanti delle emozioni forti, imperdibile.
Rosy Volta
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La scrittrice:
Simonetta Santamaria (1962) è giornalista ed autrice di gialli ed horror. Vive e lavora a Napoli.