Emiliano Scalia e Mattia Giuramento – Erano due bravi ragazzi

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Editore Newton Compton
Anno 2016
Genere Thriller
384 pagine – ebook e cartonato
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“Io so.
Io so i nomi dei responsabili di tutto questo.
Io so i nomi di chi ha ucciso, di chi si è arricchito, di chi terrorizza.
Io so i nomi dei macellai che hanno decimato le famiglie di camorra per prendere il potere assoluto.
Io so i nomi dei messaggeri di morte che la vendono in polvere nelle strade.
Io so i nomi di chi interra la morte sotto i nostri piedi, di chi la diluisce nella nostra acqua, di chi prende i rifiuti tossici delle aziende del nord e li regala a noi, prende i loro soldi e se li tiene.
Io so i nomi di chi strozza la nostra economia, di chi ricicla, di chi compra avvocati e commercialisti, di chi punta una pistola alla testa dei commercianti, di chi paga i politici, di chi ricatta lo Stato.
Io so i nomi di chi tiene in ostaggio Napoli.
IO SO I NOMI, MA NON HO LE PROVE”.

Questo brano  da brividi, che mi ha colpita durante la lettura del romanzo, è un riassunto  di tutti i mali di Napoli, narrati nella storia. Storia che è, in breve, la salita alle stelle –del Male – di due ragazzi ambiziosi, e la conseguente discesa agli Inferi. Terribile.

Una storia che mi ha colpita al cuore, e che anche ora, dopo avere deposto il libro, continua a ronzarmi tormentosamente nella testa. Perché so che è tutto vero. Perché credo che noi profani, quando leggiamo  o sentiamo ai telegiornali  storie napoletane  di regolamenti di conti, di vendette,  di stragi, di spaccio, non immaginiamo neppure lontanamente quanto tutto sia vero, anzi, forse di molto inferiore alla realtà. E questo mi fa rabbrividire di sgomento.

In breve. Fabrizio, bello e bruno,  figlio di papà, ricco, ambizioso, insoddisfatto della sua vita. Andrea, bello e biondo, di estrazione popolare, con conoscenze nella piccola malavita, altrettanto ambizioso e deciso a tutto, pur di “arrivare” ad essere qualcuno. Intorno a loro, una folla di personaggi, la maggior parte malavitosi a vari livelli : da Totonno, il Boss assoluto della Camorra, che diventerà il loro capo, ai piccoli manovali , utilizzati come spie, sicari, spacciatori di coca, autisti, ed altri ruoli…

Poi, la bella figura di Anna, proveniente dal basso come Andrea, che li seguirà nel loro percorso di delinquenza. Fabrizio ed Andrea si incontrano, si piacciono, si comprendono; in breve  la loro strada diventa  una sola: quella del crimine.  Pur sapendo che la morte è sempre in agguato. E’ necessario un insieme di fattori  per ingranare , ed a questa accoppiata non ne manca nessuno: intelligenza, grinta, assenza di scrupoli, una giusta dose di crudeltà, smania di potere, con tutti i rischi che può comportare.

Non impiegano molto a diventare alleati e uomini di fiducia del boss Totonno;  sanno gestire ogni settore, dai rapporti con i narcotrafficanti del Messico, allo smaltimento dei rifiuti tossici provenienti dal Nord Italia e dall’Europa. Sembrano invincibili, e sembra che nessuno potrà fermarli. Eppure , qualche crepa inizia ad aprirsi.  Il colonnello  Ortigia riesce a prevenirne qualche mossa ed  a metterli  in allarme. La coraggiosa giornalista Rosa Capece ha il coraggio di fare pubblicamente i loro nomi, denunciando coi suoi articoli le loro imprese… E mi fermo qua.

Romanzo tutto da scoprire, pagina dopo pagina. E da godere. Una storia attualissima, di grande impatto emotivo. Anche cruda, talvolta, molto cruda, non adatta a stomaci delicati: le descrizioni delle torture per punire i traditori, o chi deve essere estromesso dal giro, sono tremende. Eppure è un romanzo che, una volta iniziato, non dà tregua: si deve leggere , e poi leggere, fino all’ultima pagina, già sapendo (e temendo) quale sarà l’epilogo.  Perché, nonostante i due protagonisti si rivelino degli efferati delinquenti, alla fine quasi dispiace la caduta di questi due eroi al negativo.

La Napoli qui descritta  non è quella, poetica ed edulcorata, di Maurizio De Giovanni, che pure ha una sua grande suggestione. Questa è crudele e, per riassumere in un termine, senza speranze di riscatto. L’uso del dialetto napoletano, in alcuni dialoghi, è efficacissimo e rende maggiormente l’atmosfera. Napoli non è l’unica “location” del romanzo: si viaggia dalle spiagge bianche e dagli Hotel di lusso di Cancun, alla Croazia, alla Svizzera, ed altri paesi: la delinquenza arriva dovunque, con i suoi malefici tentacoli.

Lo stile di narrazione è asciutto, senza sbavature, molto avvincente. Ottima prova di questi due autori, che con questa storia di camorra e di malavita sono promossi a pieni voti!

Rosy Volta
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Gli scrittori:
Emiliano Scalia e Mattia Giuramento sono entrambi giornalisti a Sky Tg24. E condividono, oltre alla passione per le notizie, quella per la lettura e per una città in particolare: Napoli. Non quella delle cartoline e delle canzoni classiche, ma quella dal volto contraddittorio e sempre parzialmente incomprensibile, perché sempre nuovo rispetto a ogni interpretazione. E il loro modo di amarla è parlarne; anzi, scriverne, facendo parlare i loro tanti diversissimi personaggi.