Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014).
Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio).
Per Sellerio Editore Palermo, disponibile in cartaceo e ebook, questa la sinossi de “La giostra dei criceti”, uscito per la prima volta nel 2007 con Einaudi e ripubblicato ora con questa sinossi:
La giostra dei criceti racconta una rapina e una grande macchinazione. Quattro balordi della mala romana, René, Franco, Cinese e Cencio, hanno organizzato un furto in banca, ma qualcosa andrà storto. Nel frattempo nei palazzi del potere, negli uffici del ministero del Tesoro, alcuni burocrati organizzano una trama allucinante per risolvere drasticamente il problema delle pensioni. Tra questi due mondi apparentemente senza contatto, tra centro e periferia, in cima e in fondo alla scala sociale, tutti cercano la stessa cosa: il colpo grosso e definitivo, quello che ti sistema per sempre. Nel mondo di Manzini il male, la violenza, la volgarità, la presunzione, non risparmiano nessuno. Che si tratti di un impiegato dell’Inps che si crede un giustiziere, dei generali dei Servizi segreti, di personaggi oscuri e innominabili, dei più sgangherati banditi di piccolo calibro. A dettare l’azione è sempre la febbre della ricchezza, l’ansia della furbata, il miraggio della «svolta». Nessuno è davvero una persona perbene, un cittadino in regola, neppure le anziane pensionate che forti di un mensile sicuro pensano solo a se stesse, oppure i giovani, pieni di risentimento. Tutti cercano di fare la pelle all’altro, pur di stare davanti, pur di accaparrarsi un vantaggio nella lotta per la sopravvivenza. Si corre e ci si rincorre, come su una ruota, tra comico e tragico, commedia e noir. Verso il botto finale.
Un paese che ha perso l’etica, e ragiona con il codice a barre. Un paese di vecchi, e per vecchi. La giostra dei criceti è satira sociale, suspense, il sentimento e il cinismo, i morti di fame e i morti ammazzati.
«Straordinario, magnifico Antonio Manzini» – Antonio D’Orrico, La lettura – Corriere della Sera