Eugen Ovidiu Chirovici – Il Libro Degli Specchi

2022

Editore Longanesi – Collana La Gaja Scienza
Anno 2017
Genere Giallo
336 pagine – brossura con alette e ebook
Traduzione di L. Bernardi
Titolo originale: The Book of Mirrors


Non so quanti di voi abbiamo mai letto – o visto – Rashomon. Il racconto, il cui titolo corretto è “Nel Bosco”, è stato scritto nel 1922 da Rynosuke Akutagawa, un autore giapponese. Il film, intitolato “Rashomon” è di un altro giapponese, l’immenso Akira Kurosawa. Perché vi parlo di questo? Perché “Nel Bosco” narra di una vicenda i cui protagonisti raccontano la loro verità ed ognuna è diversa da quella degli altri ed io vi ho trovato non poche similitudini con il libro di Chirovici. Ho letto in rete in merito a questo romanzo e alla sua incredibile fortuna e degli entusiastici responsi che ha ottenuto. Chiamatemi bastian contrario: ora, non voglio negare che il libro sia bello e ottimamente scritto, ma non vi ho trovato questa “incredibile” o “spettacolare” (uso termini tra virgolette perché compaiono nelle recensioni dei vari Times et similia) caratteristica. Chirovici ha di certo scritto un libro rimarchevole, profondo, strutturato e ricco di spunti di riflessione (considerando che è un giallo a modo suo). Un libro che ti avvolge con lentezza, ma inesorabilmente e che desideri portare alla fine anche perché l’avere a disposizione le impressioni sulla realtà dei vari personaggi (a loro volta “specchi” di quanto è accaduto), sprona a vedere come ognuno riporti la vicenda a suo uso e consumo. Ed ecco perché Akutagawa mi è arrivato in mente subito. Ed ecco perché il libro mi è piaciuto molto. E adesso ve lo racconto.

Se oggi vi chiedessi di ricordare un episodio particolare della vostra infanzia, magari mi riportereste un evento e lo corredereste di immagini, sensazioni, persone e quant altro. Se poi domandassi di questo evento agli altri che erano con voi, di certo troverei non poche differenze o magari scoprirei che quell’evento non l’avete mai direttamente vissuto, ma lo riportate con parole e informazioni d’altri. No, non siete dei bugiardi: semplicemente è che la nostra mente non è in grado di distinguere tra fatti realmente accaduti e fatti “indotti”: è da questa premessa che nasce questo romanzo dove un giovane editore riceve una proposta per un libro. Un manoscritto, parziale, in cui lo scrivente riporta una serie d’eventi accaduti vent’anni prima e che hanno a che fare con un omicidio, apparentemente, risolto. Il caso vuole che lo scrivente muoia di morte naturale poco dopo. Incuriosito da quanto scopre l’editore chiede ad un amico giornalista d’indagare più a fondo.

Il punto di partenza sembra semplice, ma la differenza la fa il modo con cui Chirovici affronta gli eventi. Ci mette di fronte ad una serie di specchi, ognuno riflette uno personaggio diverso tra quelli direttamente o indirettamente coinvolti ed ognuno ci porta ad una conclusione degli eventi che appare assolutamente lecita e valida fintanto che una nuova lettura non viene proposta mettendo in discussione quanto sapevamo fino a poco prima.
Il personaggio a mio avviso più riuscito e che ha emozionato di più è l’ultimo, il poliziotto, ormai in pensione, che all’epoca dei fatti era in servizio e che per le sue vicissitudini personali – depressione ed alcolismo – ha gestito le indagini in modo superficiale.

Il giudizio di merito non può essere che positivo. Il libro è bello, si legge in modo molto lineare e la trama è giustamente complessa senza mai degradare. I personaggi sono reali, vivi, e ognuno porta, oltre alla sua versione, anche tutta la sua serie d’inquietudini, umanità, fragilità ed egoismo. Persone normali che agiscono d’istinto, che cercano soluzioni a volte fin troppo facili alle loro aspettative, che creano vite e ricordi per sentirsi più caldi la sera, e che rifuggono il disvelamento delle loro bugie. Bugie non verso gli altri, ma per loro stessi. Per accettare d’avere dei limiti o per credere di aver vissuto bei momenti. Se ci pensiamo certe volte facciamo la stessa cosa: cerchiamo un ricordo migliore della nostra vita trascorsa perché ci appaia migliore, o solo per poterci crogiolare in quei pensieri. D’altronde da un autore che si chiama di secondo nome Ovidio non potevamo aspettarci nulla di meno… Buona lettura.

Michele Finelli


Lo scrittore:
E.O. Chirovici è nato in Romania e da alcuni anni vive in Inghilterra.
Laureato in Economia, ha intrapreso la carriera giornalistica lavorando per carta stampata e televisioni.
Ha esordito nella narrativa con una raccolta di racconti, cui è seguito il primo romanzo, che ha venduto in Romania oltre 100.000 copie. Dal 2013 si dedica a tempo pieno alla scrittura.
Il libro degli specchi, il suo primo romanzo scritto in lingua inglese, è diventato un vero e proprio caso editoriale. Ancor prima dell’uscita, e in soli dieci giorni, è stato venduto in 38 Paesi.