Giuliano Pesce – L’inferno è vuoto

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Editore Marcos y Marcos Collana Gli Alianti
Anno 2018
Genere noir
251 pagine – brossura

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Quando devo acquistare un vestito, il primo senso che viene solleticato è la vista: guardo la forma, l colore, la fantasia. Lo provo, controllo che sia adatto a me, che mi stia bene. Che mi rappresenti. Stessa cosa avviene con un libro: guardo la copertina, lo sfoglio, leggo le prime pagine. Confesso, ogni tanto lo annuso, irresistibile l’odore della carta…
La prima cosa che mi colpisce nel libro di Giuliano Pesce è proprio la copertina: un papa a testa in giù con l’abito talare svolazzante, che si getta nel vuoto. L’immagine sarebbe comica, se non che un secondo dopo realizzi che stiamo parlando di un papa che si suicida. Quasi un ossimoro, se vogliamo, visto che sarebbe praticamente impossibile, dal punto di vista religioso, che un prete si tolga la vita.
La reazione di Piazza in San Pietro è di assoluto panico, gente che urla, inorridisce, perché se succede una tragedia del genere, può davvero avvenire di tutto, ormai.

E in men che non si dica, il panorama dei social si tinge di nuovi hashtag riferiti alla morte del papa, come #Papabuono, #Volatoincielo e #Comuneangelo, perché non sia mai che non si possa essere aggiornati su Facebook, Twitter o Instagram in situazioni come queste, che uno sia credente o meno, l’importante è esserci, dovunque e comunque.
Ovviamente, ci sta anche un libro d’inchiesta sul suicidio, no? E’ per questo che Fabio Acerbi, trentun anni e con il sogno nel cassetto di diventare scrittore – il più grande – si trova con il compito affibbiato dal suo boss nella casa editrice in cui lavora, di recarsi a Roma per mettere le basi per un testo che non sia solo una banale biografia. Acerbi lavora esattamente al reparto “Ufficio vedove” nel quale vengono trattati i diritti d’autore quasi esclusivamente con le vedove degli scrittori defunti. Timido, sfortunato, con una mole di lavoro tale che il suo romanzo dovrà aspettare parecchio per vedere la luce. Nel suo viaggio in treno verso Roma, tra l’altro, incrocia una fantastica rossa dagli occhi di un verde iridescente che lo sconvolge e lo intriga.

Come se non bastasse, c’è Alberto Gasman: sballarsi fa parte del suo lavoro. Il suo compito è portare in giro i clienti per farli divertire. E’ il turno di Willy Carnaroli, conduttore televisivo. Lo ha portato in giro nei locali del Cobra, suo datore di lavoro. Peccato che al risveglio lo ha trovato morto stecchito all’Hype Club. Una ragazzina è semi-svenuta e mezzo cocktail vicino alla testa pelata, oltre a tre strisce di coca a portata di naso formano un quadretto poco rassicurante. Si occupa delle indagini il commissario De Santis, emicrania perenne tanto da girare con la scorta di medicinali. Sua madre ha il cancro e lui sente l’impotenza di non poterla aiutare. Combattere la criminalità è un conto ma le malattie sono una battaglia persa. Si fa aiutare dall’agente Mancini.  Il suo intuito dice che c’è un collegamento tra Gasman, Acerbi e il Cobra. E sarà una escalation di intrighi e di misteri…

Ci ho messo un po’ a scrivere la recensione, perché il libro di Giuliano Pesce mi ha fatto sorridere e intristire, ha posto i lettori davanti a una situazione paradossale quanto inaspettata. Ha creato personaggi che mi hanno richiamato alla mente i film con Jo Pesci (guarda caso, i nomi dello scrittore e dell’autore si somigliano!) in cui i cattivi possono avere quell’immagine ridicola da farli risultare simpatici. Dopo Io e Henry, sempre di Marcos y Marcos, Giuliano Pesce regala a noi lettori un libro fuori dalle righe, come stile e come trama, nel quale ogni concetto è rivisto sotto una forma nuova, alla stregua di un vestito su misura o un piatto agrodolce con molte spezie, un mix di sapori inconsueti. Non ho trovato una grande caratterizzazione dei personaggi, ma trovo che sia stato un giusto equilibrio per non caricare ancora di più una trama di per sé molto ricca.
E anche quando penso di aver letto tutto, quando mancano poche pagine alla parola fine, Pesce riesce ancora a sorprendermi. Il mio metro di misura per capire se un libro mi è piaciuto è quello di domandarmi: “Lo rileggerei?” La risposta è sicuramente sì.

Cecilia Lavopa

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Lo scrittore:
Giuliano Pesce è nato a Monza. Cresce a Desio (MB), dove frequenta il liceo classico. La laurea in lettere moderne e il master in editoria sono le inevitabili conseguenze della sua passione per i libri. La potenza racchiusa nei racconti lo investe fin da bambino, spingendolo a rielaborare le prime storie con cui viene a contatto: cosa succederebbe se Batman incontrasse Spiderman? Cosa fa Super Mario quando non è impegnato a salvare la Principessa Peach? Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo, La parziale indifferenza (Edizioni Il Foglio Letterario). Marcos y Marcos ha pubblicato Io e Henry e L’inferno è vuoto. Giuliano Pesce si è aggiudicato il XXV Premio Fiesole Under 40 (2016) con Io e Henry.