Editore Mondadori Collana Omnibus
Anno 2018
Genere Giallo
282 pagine – brossura e ebook
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Sembra proprio che i morti ammazzati si divertano ad attraversare la strada di Debora Camilli, al lavoro con la macchina Siena 23, tassista per necessità e detective per vocazione. Infatti, anche in Lupo mangia cane (secondo episodio della serie di Nora Venturini che la vede protagonista) proprio una fredda sera di novembre, mentre ha appena scaricato un gruppo di uomini d’affari milanesi davanti alla stazione Termini, sente dire che a via Marsala, poco lontano da là, è appena stato ritrovato un cadavere. Come può resistere al richiamo della foresta? E, visto che è attratta da morti e feriti come un’ape sul miele (e in quei casi diventa puntuale come un orologio svizzero), riesce ad arrivare al volo e intrufolarsi sul luogo del delitto.
E, addirittura prima dell’arrivo del commissario Raggio, già conosciuto nel primo romanzo, scoprirà che un operatore ecologico (leggasi spazzino) ha trovato un giovane eritreo – Abraham Ghebru – morto accoltellato in un cassonetto, vicino a un ostello della Caritas. Debora non molla l’osso e si presenta in commissariato. Alla fine riuscirà persino a farsi assegnare il ruolo ufficiale di “collaboratore”, facendo leva, sia sul commissario capo Edoardo Raggio, quarantenne malamente ammogliato, con il quale ha un’intesa molto speciale e sentimentalmente per entrambi pericolosa, che sui suoi colleghi poliziotti.
Le notizie riguardanti l’eritreo, però, arrivano con il contagocce. Lui e la sua famiglia, perché ha anche una famiglia, sembrano inesistenti o introvabili, tenuti nascosti dai tanti immigrati regolari e non. Per riuscire a saperne di più, Debora s’inventa persino di fare la volontaria nella mensa della Caritas per scoprire, anche attraverso i conterranei dell’ucciso, cosa può aver messo brutalmente fine alla sua vita. Nonostante le resistenze del commissario, Debora – tra una corsa e l’altra, in realtà poche, i suoi turni infatti sono a dir poco accomodati e barcamenandosi tra i battibecchi con madre e il fratello e le crisi sentimentali dell’amica Jessica – comincia la sua indagine parallela. E siccome la faccia tosta non le manca, riuscirà a scoprire dove e come bazzicava l’ucciso e ad andare a fondo su un’indagine che si prestava a troppe diverse e possibili interpretazioni, ma che in realtà si rivelerà solo una triste guerra combattuta all’ultimo sangue tra disgraziati, nella quale cane si fa lupo e poi mangia cane.
Nel secondo romanzo con protagonista Debora Camilli, l’autrice ci mostra una Roma bifronte come Giano. Da un lato meraviglie della città eterna, presa d’assalto dai turisti, dall’altra la Roma attuale, quella urbana con le sue strade troppo trafficate e perennemente ingorgate, che di notte si popola di quei poveracci che di giorno vogliamo ignorare girando la faccia dall’altra parte. Insomma, una metropoli dai mille volti. Dai finestrini del suo taxi, notiamo certi sguardi furtivi dettati dalla paura, dalla solitudine, dalla diffidenza e, peggio, i volti disperati e segnati dalla rassegnazione. Che poi sono quelli dei senzatetto e degli immigrati che assediano la mensa della Caritas per garantirsi almeno un pasto al giorno, che accumulano stracci, coperte e cartoni per dormire per terra e che, troppo spesso, devono difendere il loro posto, anche a costo della vita.
Debora Camilli si conferma un personaggio particolare, anticonformista, maschiaccio, scatenata e perennemente incasinata. Tanto forte quanto fragile, piena di voglia di tenerezza, euforica e subito dopo depressa, determinata, testarda, furba, intuitiva, bugiarda. Irrimediabilmente ritardataria, scombinata ma decisamente brava per quello che vorrebbe fosse il suo lavoro, ha superato gli esami di vice ispettore di polizia, ma con la improvvisa morte del padre ha dovuto mettere da parte il diploma per dedicarsi al taxi di famiglia. Lei, generosa amica confusionaria ma sempre con il cuore in mano, anche quando il voler far troppo e la mancanza di sonno le impediscono di mantenere le promesse. Giallo ben articolato che riesce a incuriosirci e con un finale non scontato. C’è subito l’omicidio, con i suoi tanti possibili indiziati e i perché e ci sono anche la farraginosa vita di Debora, i suoi cari, i suoi sogni, i suoi desideri e i suoi timori, ma tutto coordinato in un inconsueto e gelido scenario capitolino invernale. E Debora, alias Siena 23, dovrà darsi da fare giorno e notte per confermarsi ancora una volta, purtroppo e mannaggia, una poliziotta mancata e dare persino l’anima per scovare l’assassino.
Patrizia Debicke
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La scrittrice:
Nora Venturini è regista teatrale e sceneggiatrice. Ha scritto varie serie tv e tv movie per Rai e Mediaset e firmato numerose regie teatrali. Ha esordito nella narrativa con L’ora di punta (Mondadori, 2017), la prima indagine della tassista Debora Camilli.