Mads Peder Nordbo – La ragazza senza pelle

2216

Editore Einaudi Collana Stile Libero Big
Anno 2018
Genere Thriller
390 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Eva Kampmann
Titolo originale Pigen uden hud


Quando, diversi anni fa, iniziarono ad arrivare – sull’onda del successo della trilogia di Millenium di Stieg Larsson – i primi scrittori nordici, ad essere tradotti e diffusi (anche se alcuni di loro erano stati sporadicamente protagonisti già prima, ma totalmente ignorati dai più), ci fu un moto di generale curiosità che spinse tanti verso questo strano universo. La qualità generale che ne scaturì inizialmente fu tale, poi però – osservando con attenzione – non so se per scelta commerciale o per reale limite ecco che tutti gli scrittori nordici iniziarono ad assomigliarsi con impressionante regolarità nelle tematiche, in questa sorta di “template” che vedeva l’alternanza di accadimenti presenti e passati, donne abusate, bambini violati e nefandezze similari (per non parlare di una sottile, mica tanto, linea nera di fanatici neonazisti et similia). Pochi sono stati, e sono tuttora, gli autori che sebbene legati a questa sorta di cordone ombelicale, riescono a elaborare libri belli ed accattivanti. Alcuni hanno abdicato al mercato e sfornano copia-incolla in cui improbabili investigatrici/investigatori risolvono crimini in località isolane che nessuno sano di mente visiterebbe (visto il tasso di mortalità), altri hanno ottenuto buoni exploit per poi sparire (almeno da noi).

Bene, io che di questo filone sono stato uno dei primi appassionati – in tempi non sospetti leggevo già Nesbo quando lo trovavo nei paperback in inglese in areoporto a Copenaghen  ed in Italia era pressoché ignoto – quando ho iniziato a collaborare con Cecilia mi sono preso “in carico” i “nordici” e ne abbiamo sviluppato anche una pagina. Così quando un “nordico” bussa alla porta, spesso e volentieri arriva sulla mia scrivania (eccezioni a parte) e passa lo scrutinio. Un paio di settimane fa parto con la lettura di questo inedito in Italia e scopro che i bravi scrittori nordici non sono spariti.

I luoghi. Questo è uno dei grandi poteri evocativi che hanno gli scrittori scandinàvi (attenti all’accento perché tutti lo dite sbagliato.., ndr): hanno luoghi incredibili, iperurani, alieni da quanto sono al di fuori del mondo. Palcoscenici immacolati e per questo forieri del male che non si svela in superficie, ma cova, nascosto e quindi ancor più brutale. Luoghi geografici a cui si associa una storia per certi versi non ancora compeltamente raccontata e i cui lati oscuri sono maggiori di quelli rivelati. Culture, religioni, credenze, ritualità: la messe di materiale da cui attingere è veramente enorme, tanto da rischiare la sovraesposizione.

Con Nordbo veniamo introdotti in una nuova dimensione geografica, la Groenlandia danese, molto simile all’Islanda di Yrsa o alle steppe mongole di Manook, popolata da genti per noi completamente incompresibili, non solo nel linguaggio. Cosa li accomuna, allora, con il resto dei comuni mortali? Il male, almeno in questo frangente (difficilmente troviamo raccontato il bene, spesso ne è solo un aspetto derivativo…). La sopraffazione del più debole, l’impossessarsi delle vite altrui a proprio uso e consumo solo perché si crede di avere diritti diversi e migliori in base ad una non ben determinata “provenienza” o in base a quel concetto inesistente di “razza” che solo gli ignoranti e gli idioti continuano a promanare e difendere. Il nome di queste idee sono state compiute – e ancora oggi si continuano a compiere – azioni che definire spregevoli è ben poca cosa. E allora ecco che Matthew, un giovane giornalista che cerca di fuggire dalla morte – la sua compagna a la figlia ancora nel suo grembo morte in un incidente stradale – in uno sperduto paesino groenlandese è costretto a doverci di nuovo fare i conti suo malgrado.

L’incedere del romanzo è fitto, ricco di inquadrature desaturate dove risalta potentemente il colore rosso del sangue sia che l’azione si svolga oggi, sia che sia quella raccontata da un taccuino di anni prima. Anche se alcuni stilemi sono i medesimi Nordbo riesce nell’impresa di rinnovarli, di arricchirli, di farli diventare nuovamente una caratteristica, non più una mera linea di condotta. Un thriller che non risparmia su nulla, violento, truce, complesso e impressionante. Un nuovo autore che promette molto bene. Speriamo solo che mantenga anche nei prossimi…

P.S. Il titolo è tradotto senza modifiche! Miracolo!

Michele Finelli

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Lo scrittore:
Mads Peder Nordbo è danese ma vive da tempo a Nuuk, in Groenlandia. Ha studiato Letteratura e Comunicazione in Danimarca e a Stoccolma. La ragazza senza pelle, tradotto in 17 Paesi, è il suo esordio nel crime e il primo di una serie.