Camilla Grebe – Animali nel buio

1700

Editore Einaudi / Collana Stile libero big
Anno 2018
Genere Thriller
440 pagine – brossura e ebook
Traduzione di S. Culeddu

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Seconda prova di Camilla Grebe con protagonisti Peter Lindgren e la criminologa Hanne Lagerlind-Schön , che nella storia precedente, “La sconosciuta”, si ritrovavano dopo anni, con una storia alle spalle finita male, alle prese con un caso da risolvere fianco a fianco. Romanzo molto intrigante, che si concludeva vedendoli di nuovo insieme, felici, nonostante la differenza di età , e soprattutto nonostante la malattia invalidante di lei, che stava inesorabilmente perdendo la memoria. Questa vicenda inizia con un flash back inquietante , che sarà poi il leit motiv di tutto il romanzo.

Anno 2009. Ad Ormberg, un paesino sconosciuto sepolto fra i boschi della Svezia, alcuni adolescenti si ritrovano in una radura per un po’ di sana trasgressione, bevendo birra. In corrispondenza di un cumulo di pietre una di loro, Malin, trova un teschio con lunghi capelli. Appartiene allo scheletro di una bambina, ed è rimasto lì nascosto molti anni. Sconvolgente, per un luogo in cui non accade mai nulla, e dove tutti conoscono tutti.

Anno 2017. Malin, ora divenuta poliziotta, viene richiamata ad Ormberg da Stoccolma dove ormai vive, per occuparsi di questo Cold Case, insieme a Peter Lindgren ed Hanne. La giovane donna conosce bene il paese, i luoghi anche più nascosti, e soprattutto la gente, perciò può essere di grande aiuto. L’inchiesta inizia in modo drammatico: Peter Lindgren scompare nel nulla; Hanne viene ritrovata nel bosco ferita e semi-assiderata, non in grado di collaborare in modo positivo, perché non ricorda niente di ciò che è accaduto. Qualcuno però HA VISTO: è la terza voce narrante; un ragazzo dalla vita tormentata e con una famiglia disgraziata, che però non può testimoniare, per gravi motivi personali.
Nel frattempo, un altro cadavere viene ritrovato accanto allo stesso tumulo di pietre: è una donna, scalza, con lunghi capelli grigi ed incolti. Non può essere casuale, nello stesso luogo, dopo otto anni. Ma che cosa sta accadendo in questo paese, dove il problema principale – dopo la chiusura delle due fabbriche – è diventata la presenza dei numerosi migranti, e di un Centro di accoglienza mal tollerato da tutti?

Tutta la storia è narrata a tre voci: quella di Malin, di Hanne e di Jake, l’adolescente che non soltanto ha visto qualcosa, ma ha ritrovato il prezioso diario che Hanne scriveva ogni giorno, per timore di dimenticare i particolari e per non “perdersi” del tutto nei labirinti della sua malattia. Ciascuno di loro, conducendoci passo a passo verso la sconvolgente verità finale, contribuirà a risolvere questo caso vecchio e nuovo, portando a galla segreti che finora erano rimasti ben sepolti. Magnifico giallo nordico. Questa autrice è stata per me una rivelazione già dal primo romanzo “La sconosciuta”, e con questo secondo si è rivelata una fuoriclasse. L’ambientazione della storia è molto suggestiva. Il paesino, Ormberg, è così ben tratteggiato che pare di vederlo: piccolo e dimenticato da Dio e dal mondo; un po’ degradato; fabbriche chiuse piene di polvere e di macchinari arrugginiti; extracomunitari malvisti; gente solitaria, un po’ misteriosa, diffidente verso l’estraneo, ma nello stesso tempo capace di gesti generosi. E poi la neve, il freddo intenso; interminabili boschi e pinete, dove tutti i suoni sono ovattati, e dove uno scricchiolìo può essere un ramo spezzato come un passo felpato e un pericolo in agguato…

I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Hanne, con le sue paure e le continue riflessioni sul “dopo”: come sarà, quando la memoria scomparirà del tutto, e lei vivrà in un limbo, fatto di nebbia? E Peter, se verrà ritrovato, la vorrà ancora al suo fianco, in quelle condizioni? Ma la figura migliore è quella di Malin, la giovane poliziotta. Il ricordo del passato, di “quel” passato con il ritrovamento del teschio; il presente costellato di dubbi, sulle sue scelte sentimentali, sulla gente che conosce da sempre… o forse crede di conoscere?
Tutta la storia è pervasa dal malcontento degli abitanti di Ormberg verso gli stranieri, come portatori di chissà quali mali, come probabili colpevoli di ogni fatto che accada; verso il Centro di accoglienza, e chi vi opera. Lo spirito che si respira nelle pagine è esattamente quello che si respira OGGI, anche nel nostro paese. Situazione dolorosa , che richiede rimedi ma soprattutto umanità. Molto intensa la nota finale dell’autrice:
Viviamo tempi bui. La quantità odierna di migranti non si è mai vista nella storia.
E i grandi flussi migratori si lasciano dietro scie di ostilità, conflitti e paure.
La mia Ormberg non è reale, eppure esiste – tutt’intorno a noi.
(…) ‘Sarebbe potuto toccare a te, di fuggire dalla guerra e dalla fame’ dice Andreas a Malin: e questo è il semplice ma importante messaggio che voglio lanciare con Animali nel buio”.

Rosy Volta

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La scrittrice:
Camilla Grebe è nata nel 1968 a Älvsjö, nei pressi di Stoccolma, si è laureata in Economia prima di fondare la casa di audiolibri Story Side. Ha esordito nella narrativa nel 2009 con il thriller Nel buio scritto a quattro mani con la sorella Åsa Träff assieme alla quale ha pubblicato altri quattro romanzi. Dopo la trilogia Moskva Noir scritta con Paul Leander-Engström ha raggiunto il successo internazionale con La sconosciuta, scritto senza collaborazioni come il successivo Animali nel buio premiato nel 2018 da Chiave di vetro il maggior riconoscimento letterario agli autori di gialli scandinavi.