Luca Serra – Prairie Dogs. Cani della prateria

1374

Editore GonZo Editore
Anno 2018
Genere Giallo
219 pagine – brossura

[divider] [/divider]

Luca Serra è un autore italiano che, per questo suo secondo romanzo (il primo, del 2017, è “Il sole in polvere”), ci porta nel Sud Dakota, nella piccola cittadina di Palomin.
Lì incontriamo un gruppo di ragazzi sui venticinque che si conoscono e, più o meno, si frequentano dai tempi della scuola. Nick Freeman, che ha avuto un assaggio di successo con la sua band punk ma che è poi caduto in depressione dopo la morte in un incidente stradale del fratello, leader carismatico della band, morte che peraltro ricorda vagamente quella del primo bassista dei Metallica Cliff Burton, vive in albergo nonostante i soldi stiano finendo e beve; beve tanto, troppo. Colin Walpole, da ragazzo un bulletto, ha ereditato enormi quantità di denaro dai genitori, morti tragicamente, cui spesso si ritrova a parlare, fantasticandone la presenza. Laurence Kelly, cicciotto e stempiato, è sempre stato il perdente del gruppo, e soffre tuttora di complessi si inferiorità nei confronti degli altri due, in particolare di Colin, bello e ricco.
Incontrandosi al saloon locale, i tre decidono, tanto per fare una bravata, di introdursi in una casa abbandonata poco fuori Palomin: era stata la casa dello scienziato e sedicente inventore Dominic Garland, che era però scomparso senza lasciare traccia alla fine degli anni ’50. Come lui, erano spariti proprio da quella casa la sorella e alcuni poliziotti chiamati da lei per rintracciare il fratello. Scoperto che l’abitazione è in fase di ristrutturazione, Colin ha l’idea di andare a visitarla per l’ultima volta, con qualche birra per passare il tempo.
Lì i tre si imbattono in Lucille Miglio, blogger interessata nel mistero, i cui articoli Laurence ha letto. Proprio il nerd del terzetto si ritrova attratto dalla ragazza, che però sembra preferire Nick. E qui, come sempre, smetto di raccontare e lascio a voi il piacere di scoprire cosa succede.
Come avrete notato da questo riassunto sommario, a parte la sparizione di Garfield diversi decenni prima dei fatti non c’è un mistero, un crimine, un brivido. Luca Serra guida le aspettative del lettore verso certi sviluppi per poi, improvvisamente, cambiare le carte in tavola.
Comunque sia, in realtà questo romanzo è soprattutto la storia dei tre protagonisti (con Lucille un po’ meno centrale anche se il suo ruolo è fondamentale), delle loro difficoltà all’arrivo, certamente non inatteso ma comunque scioccante e difficile da affrontare, dell’età adulta, delle responsabilità, della solitudine, della fine dei sogni adolescenziali, delle grandi speranze, della voglia di cambiare il mondo, anche solo il proprio. Certo, qualcosa di misterioso e avvincente c’è, ma si tratta soprattutto della storia dei tre.
Questo romanzo va via scorrevole, agile, con il punto di vista che salta da un protagonista all’altro in maniera chiara, semplice da seguire. Diciamo che, però, il finale (e parlo proprio dell’ultimo capitolo) sembra abbastanza arrivare dal nulla, appare quasi aggiunto all’ultimo momento per chiudere un filo narrativo che altrimenti sarebbe stato abbandonato; o forse è il residuo di un taglio, di qualche episodio o passaggio che l’autore o l’editore hanno deciso di rimuovere lasciando queste ultime pagine un po’ “orfane”.
Bella anche l’edizione, della giovane e coraggiosa GonZo di Firenze.

Marco A. Piva

[divider] [/divider]

Lo scrittore:
Luca Serra è nato a Varese nel 1987. Dall’estate 2013 vive nel Regno Unito. Oggi lavora a Edimburgo come traduttore italiano e redattore per Hilton Worldwide. Ha un debole per gli sbandati, e vorrebbe offrire un whisky&soda a Holden Caulfield. Cani della prateria è il suo secondo romanzo.