Cristina Rava – Di punto in bianco

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Editore Rizzoli / Collana Narrativa Italiana
Anno 2019
Genere Giallo
368 pagine – brossura e epub

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Ardelia sa benissimo che per Bartolomeo il mondo è diviso in due. Da una parte stanno i giusti, che l’aglio e la cipolla sì, il Dolcetto e la Barbera fermi, la carne cruda al coltello, e sono solo alcuni dei suoi innumerevoli dogmi; dall’altra stanno quelli che niente aglio e cipolla, mangiano carne cruda tritata o addirittura masticano hamburger. Quanto al bere, pietà per quelli che accompagnano i cibi con Bonarda e Lambrusco; sconforto verso gli astemi e i bevitori di Coca-Cola”.

Cristina Rava, mi permetti di esordire affermando: – Quanto ci è mancato Rebaudengo! E, altrettanto, il tuo stile arguto, frizzante, piacevolissimo!
Ardelia Spinola è tornata. E con lei, oltre all’indimenticato Rebaudengo, personaggi vecchi e nuovi e quelle atmosfere, che solo questa autrice sa creare…
In questa storia la vicenda si svolge per lo più in terra piemontese, nell’Alta Langa per l’esattezza; colline dolci, noccioleti, vigneti; paesini quasi incastonati qua e là, che nascondono castelli, chiese , affreschi, piccoli gioielli artistici poco noti ai più.
E’ qui, a Sale San Giovanni, paese della lavanda e delle erbe aromatiche, che il commissario Rebaudengo, cacciatore di criminali e specializzato in profiling, si è ritirato, stanco di brutture, in una bella villa antica ereditata da una zia.
E in un paese poco distante dal suo, un ragazzo scompare.
Dario Colombero, questo è il suo nome, era il classico “bravo giovane”, ma durante un festino con amici ricchi e dissoluti, deve essergli accaduto qualcosa di grave, ed in seguito è sparito.
Il suo cadavere viene trovato in un bosco da un passeggiatore notturno un po’ anomalo: l’uomo ha una sorta di ritardo mentale , in seguito ad un brutto incidente. Ma quando questi torna per accertarsi, il cadavere non c’è più. Penserebbe di avere sognato, se non si fosse impossessato di una minuscola penna nella mano del morto, di quelle personalizzate, che gli consentirà di essere creduto.
Ma dove è finito il cadavere?

La povera salma sballottata compie alcuni…viaggi, quasi tragicomici, e finalmente viene ritrovata.
Qui, per una serie di circostanze, approda il medico legale di Albenga Ardelia Spinola, nostra vecchia conoscenza e graditissima ai lettori. Ardelia, dopo la lunga storia con Rebaudengo, ha un tiepido rapporto con Arturo, che pare raffreddarsi di giorno in giorno. La donna effettua l’autopsia di Dario ed il suo fiuto si mette in moto. Ci sono troppi punti oscuri. Ne citerò uno soltanto: il cadavere pare essere stato scongelato, ma perché? Ma in quale freezer ha soggiornato? Da qui parte l’inchiesta.
Rebaudengo collabora, seppure a riposo, con gli inquirenti e questo non solo stuzzica le sue vecchie ambizioni, ma gli consente di avvicinare di nuovo il suo amore passato – ma è proprio passato?
La piacevolezza di questo romanzo sta nel fatto che si dipani su due binari: l’indagine, che si presenta interessante e ricca di sorprese, e la loro storia personale, fatta di battibecchi, piccole riminiscenze, che in realtà tanto piccole non sono, ma risvegliano momenti, ricordi..

Anche il paesaggio qui ha il suo ruolo: non tanto in quanto prati, boschi, paesi, ma nelle atmosfere , che il lettore “vede”; immaginate poi se quel lettore (lettrice) è piemontese e conosce piuttosto bene i posti. Ma questo fatto non incide con il gradimento: l’autrice è brava, e sa cogliere, anche nei luoghi – non solo nelle persone, nei fatti – quelle sfumature , che fanno una descrizione “diversa”.
“”Il cielo è sempre più scuro, ma non sembra pronto alla pioggia e tantomeno alla neve.
Autunno, soltanto, semplicemente autunno.
Arrivato sul crinale della collina, la distesa di campi a riposo e macchie di bosco cattura i suoi occhi stanchi. Brevi folate fredde predano ai rami le foglie, ma non in un solo bottino: poco alla volta. Dopo disordinati vortici, in una discesa verso il basso, gialle, rosse e brune, si posano su fossi e cunette, dove, quiete, si lasciano marcire“.

E poi, vogliamo parlare della simpatia travolgente di Ardelia? Certe battute, certe risposte fulminanti: è difficile trovarle in altri personaggi analoghi. Nonostante il suo lavoro, che non invita certo all’allegria, questa donna sa vivere, sa apprezzare il buon mangiare ed il bere di qualità; sa guardare alla vita ed alle situazioni con un sottile sense of humor, invidiabile.
Una parola sul finale, che non sorprende solamente per quanto riguarda il colpevole: quello si individua subito. Ma non è importante il “chi”, quanto il “come”; la godibilità del romanzo sta proprio nel percorso effettuato da questa accoppiata vincente, per arrivare a mettere la parola fine.
Ma, attenzione, NON è una fine: ci attendono sicuramente altre avventure di Ardelia- Rebaudengo.
Leggetelo e capirete il perché.

Rosy Volta

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La scrittrice:
Cristina Rava è nata e vive ad Albenga, sulla Riviera di Ponente, dove sono ambientati i suoi libri. Dopo aver iniziato gli studi in medicina ha fatto tutt’altro, lavorando nel settore dell’abbigliamento e poi in campagna, ma sempre con la scrittura come efficace salvagente per galleggiare nella vita. Già autrice di due raccolte di racconti e di una memoria storica, tutte legate al territorio ligure, dal 2007 ha intrapreso la via del noir.