Sara Blædel – La donna scomparsa

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Editore Fazi  / Collana Darkside
Anno 2019
Genere Thriller
316 pagine – brossura e epub
Traduzione di Alessandro Storti

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Sara Blædel ritorna per la quarta volta per Fazi con questo “La donna scomparsa”, un romanzo che ha ancora una volta come protagonista Louise Rick, del Servizio Investigativo Speciale di Copenhagen.
È inverno, e Louise, che da un anno ha lasciato la Squadra Omicidi per il suo nuovo incarico, è costretta dallo stimato superiore Ragner Røgnholt a prendere in considerazione la possibilità di chiedere il trasferimento in quanto è fidanzata e ormai convivente con il collega Eik Nordstrøm, e questo è ritenuto sconveniente in un ambiente di lavoro come quello della polizia. Ma improvvisamente Eik scompare, addirittura abbandonando l’amato cane Charlie, un cane poliziotto in pensione, legato di fronte a una tabaccheria e perdendosi il concerto di Nick Cave che aspettava da mesi. Dopo una febbrile ricerca, durante la quale Louise scopre alcuni segreti che il compagno le aveva fino a quel momento nascosto, arriva una telefonata da Bristol, in Inghilterra: Eik è lì, chiuso in cella dopo avere, in stato di ubriachezza, disturbato la polizia locale mentre investigava l’omicidio di una donna, una cittadina danese.
Questa prima parte della storia è intervallata da alcuni flashback nei quali leggiamo di una donna, molto anziana e malata, che esprime alla figlia il desiderio di porre fine alla propria vita per smettere di soffrire. Per ora questo episodio è del tutto scollegato da quanto avviene nella storia principale, ma prima della fine del romanzo capiremo tutto.

Da quanto abbiamo raccontato finora, il titolo non si giustifica: Eik non è una donna, Louise non è scomparsa, anche la vittima dell’omicidio nel paesino vicino a Bristol è una persona nota, ed è stata uccisa a casa propria. Ma… no, non ve lo racconto, sta a voi scoprire di chi e di cosa si parla.
In questo romanzo si intrecciano quindi i temi della fiducia e del tradimento, visti sia dal punto di vista di Louise che scopre quanto Eik le abbia nascosto del proprio passato ma anche del presente che dal punto di vista di chi ha un parente che sceglie di finire la propria vita di fronte a una prospettiva di sofferenza. L’eutanasia diventa infatti un tema rilevante in questo romanzo, e la Blædel – pur senza prendere esplicitamente parti – la tratta con grazia e intelligenza, mostrandoci tutti gli aspetti della discussione. E questo aggiunge non poca qualità a un romanzo già bello di suo.
Una forza di “La donna scomparsa” sono i personaggi, da quelli centrali come Louise ed Eik a quelli che incontriamo solo per poche pagine, e tra questi vorrei sottolineare in particolare Røgnholt, che ho già menzionato più sopra, il pastore (nel senso religioso) Stig Tåsing, rigido nelle sue posizioni ma a ben pensarci anche costretto in questo dal suo ruolo, e la giovane Stephanie Parker, figlia adolescente della donna assassinata in Inghilterra, ma anche l’interessantissimo dottor Sigmundt e l’antipatico arrivista Michael Stig, ex collega di Louise alla Omicidi con il quale la protagonista è costretta dagli eventi a tornare a lavorare.

“Una donna scomparsa” è un romanzo in fondo atipico per il “filone nordico”, in quanto l’ambientazione è soprattutto cittadina; inoltre, a differenza dei lavori di molti scrittori che vengono considerati tra i portacolori del genere (se di genere si può parlare), Sara Blædel inserisce in questo suo romanzo anche qualche tocco di ironia e di positività che ci lascia capire che, anche quando ci si trova in situazioni molto difficili, c’è sempre qualche speranza, che il mondo non è poi tutto da buttare.
Detto tutto questo, vorrei soffermarmi un istante anche sulla parte più puramente poliziesca del romanzo, che è molto interessante e sorprendente. Per risolvere il caso, la protagonista è costretta a osservare i fatti da punti di vista atipici, a considerare ogni aspetto di ogni questione, giungendo poi a una conclusione che, con il senno di poi, ha perfettamente senso viste le premesse stabilite nella storia. Un’indagine quindi appassionante anche se vogliamo ignorare tutto ciò che Sara Blædel ha inserito a completare la storia, dagli splendidi personaggi al dibattito sull’eutanasia che ho menzionato più sopra.
Un romanzo, insomma, che consiglio volentieri agli appassionati di thriller, nordici o meno. I morti ammazzati ci sono, come ci si può aspettare da questo genere, ma non c’è da parte dell’autrice il piacere di descriverli nel dettaglio. Il lato macabro che a volte troviamo nei thriller, moderni ma non solo, è insomma assente, con la protagonista che mostra pietà per le vittime, trattandole umanamente anche nella consapevolezza che ogni morto è un familiare, un amico di qualcuno.
Un libro scorrevole, piacevole, interessante, avvincente e divertente. Una lettura che mi sono goduto fino in fondo, della quale non penso che nessun appassionato di thriller potrà pentirsi.

Marco A. Piva

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La scrittrice:
Sara Blaedel, nata nel 1964, prima di dedicarsi alla scrittura è stata editrice e giornalista. Ha pubblicato dieci romanzi, che hanno venduto oltre tre milioni di copie. Tradotta in 37 paesi, è conosciuta come la regina del crime danese. Il suo personaggio più celebre, Louise Rick, è finalmente in arrivo sugli schermi: Bron Studios ha acquisito i diritti tv per l’intera serie con la detective come protagonista. Fazi Editore ha pubblicato nella collana Darkside Le bambine dimenticate (2017) e La foresta assassina (2018). www.sarablaedel.com