Editore Time Crime / Collana Nero Italiano
Anno 2017
Genere Noir
251 pagine – brossura e epub
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Nel corso di una vita sono innumerevoli i fatti che ci accadono, in cui ci imbattiamo. A volte si tratta di qualcosa che abbiamo cercato, spesso di qualcosa che ci è successo nostro malgrado. Le reazioni non sono sempre le stesse, il modo in cui facciamo fronte ai problemi che incontriamo ma anche a quelli che ci creiamo. Soprattutto non sono sempre gli stessi i segni, o le cicatrici, che lasciano dopo essere passati. Ferite facili da sanare o squarci che non smettono mai di sanguinare. Fratture che non si rimarginano allargandosi sempre più, minacciando di inghiottirci.
“Ha fissato il niente per ore, senza accorgersi che era sopraggiunta la notte. Finalmente. Perché la notte porta il silenzio e il silenzio può portare le voci.”
Siamo a Torino, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, quando si festeggia San Giovanni Battista, patrono della città. Vengono ritrovati i cadaveri di due ragazzi e il metodo usato per ucciderli sembra riconducibile ad un’esecuzione. Si inizia a indagare nella vita dei giovani alla ricerca di un probabile movente che possa spiegare un simile gesto. Quando viene scoperto il cadavere di una terza vittima, a poche ore di distanza uccisa con le stesse modalità, ma che sembra non aver alcun apparente collegamento con le prime, se non l’uso di cocaina, inizia a farsi strada l’idea che dietro questi omicidi, a cui ne seguiranno altri, si celi un movente religioso.
A indagare su questa serie di efferati delitti in cui l’assassino non lascia traccia o indizi dietro di sé, l’ispettore Domenico Tavoletti e il commissario Pietro Dallavita. Una coppia mal assortita, spesso in conflitto, ma che nasconde dietro l’apparente contrasto una sorta di stima che viene celata, ma che in diversi punti ho sentito emergere.
Il commissario Pietro Dallavita, scuro di carnagione, poco collaborativo, non più giovane, con moglie e un figlio ormai adulto, sta vivendo una specie di crisi personale, e approfittando delle ferie che aveva già programmato, lascia le indagini nelle mani del collega, per cercare di affrontare i propri demoni che lo spingono a dubitare di tutto, dell’amore verso la moglie, verso se stesso e verso il suo lavoro che lo ha caratterizzato per una vita intera.
L’ispettore Domenico Tavoletti, decisamente più giovane, con un carattere dal temperamento impulsivo, è incline a vivere nottate più burrascose che meditative, frequentando brutti giri e accompagnandosi a prostitute.
Non mancano i personaggi femminili tra cui la moglie del commissario Dallavita e la giovane ragazza della quale lui sembra essersi invaghito, ma più radicata nella storia, la dottoressa Mariagrazia Ribelli, psicologa esperta di criminologia che oltre ad aiutare nell’indagine, riesce a raggiungere il commissario sia fisicamente che in un luogo dentro di lui riuscendo a metterlo davanti a se stesso, a ciò che è ma soprattutto di fronte a ciò che è stato.
Remo Bassini ha scritto un romanzo, con uno stile semplice, dove si alternano voci che hanno una risonanza profonda. Voci che esplodono fuori dalle pagine facendoti riflettere, al di là della trama gialla, su numerosi aspetti che attraversano la nostra quotidianità. Alcune voci più forti di altre ma tutte chiaramente udibili. Voci che ti parlano di un dolore impossibile da sanare. Voci che ti sussurrano di una crisi che non si ha la forza di affrontare. Voci che sanno raccontare solo la verità. Voci che ti parlano di come sia umiliante essere adulti e ancora dover fare affidamento sui genitori, ormai anziani, per sopravvivere. Di come certi figli, crescendo, finiscano per disconoscere ogni cosa che li ha legati ad un padre o ad una madre. Di come la vecchiaia spaventi e di come sia facile illudersi rincorrendo un sogno che ci pare così vicino e allo stesso tempo, irraggiungibile, nella speranza, anche solo per un attimo, di tornare a sentire ardere dentro di noi quel fuoco che ci faceva sentire vivi, che si può alimentare, invece, solo in una nostalgia cocente che non ci abbandona mai.
“La notte del santo” è un libro che ho letto con piacere, sia per il gusto di scoprire la mano che si celava dietro quel coltello affilato, ma soprattutto per l’eco che certe pagine, con le emozioni di cui si sono macchiate, hanno lasciato in me.
Federica Politi
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Lo scrittore:
Remo Bassini, classe 1956, è scrittore e giornalista. Per nove anni è stato direttore del periodico La Sesia di Vercelli, città dove vive e lavora. Ha pubblicato, tra gli altri, per Fernandel il giallo politico Lo scommettitore, finalista al concorso Libro dell’Anno per il programma radiofonico Fahrenheit, per Newton & Compton La donna che parlava con i morti, per Mursia Dicono di Clelia. Con La notte del santo fa il suo esordio nel catalogo Nero italiano.