Paola Barbato – Zoo

1348

Editore Piemme / Collana
Anno 2019
Genere Thriller
448 pagine – rilegato e epub


Il coccodrillo, le scimmie, la iena, la tigre, l’ippopotamo ecc… sono categorie attribuite a umani occupanti le gabbie di uno zoo “alternativo”, creato e ideato per annullare e piegare le identità e le volontà individuali.
La trama è articolata e si svela con lenta meticolosità inducendo il lettore a comprendere la realtà di ciascuna gabbia vissuta attraverso il comportamento e le vicende legate alla protagonista, che nel mondo reale è Anna ma che nello zoo è la iena. L’appartenenza a una specifica specie animale non è stabilita dalle inclinazioni o dal comportamento dell’umano che abita la gabbia ma dalla volontà dell’aguzzino che gestisce lo zoo con cura maniacale e con regole ben precise la cui violazione determina temibili punizioni e la cui osservanza prevede premi che al di fuori dello zoo passerebbero totalmente inosservati o addirittura dati per scontati in quanto corrispondono a pratiche o oggetti di uso quotidiano.

Nello zoo l’umano perde la sua natura ma non è possibile affermare che si trasformi in animale, o bestia, perché è e rimane un uomo o una donna capace di pensare e parlare. Dunque entrare nella dimensione di questa storia vuol dire rimanerne turbato per l’inquietudine che cresce pagina dopo pagina. Sembra che non esista possibilità o speranza di venirne fuori. Il tipo particolare, estremo di carcerazione mette i prigionieri a confronto con il proprio IO e la stessa Anna, la iena, per cercare di mantenere vivi i ricordi della sua vita al di fuori dello zoo, pesa i suoi comportamenti nella vita reale, comincia a rivalutare le critiche e i consigli della mamma, analizza ogni singolo momento in cui ha avuto a che fare con gli altri. Tutto quello che era naturale per lei nella vita reale, nello zoo viene stravolto, così come vengono stravolte le percezioni degli altri con cui cerca di stabilire un contatto, una forma viziata di empatia ma invano.

Seppur con diverse modalità, tentativi di isolamento o esperienze di snaturamento dell’individuo per analizzarne le reazioni sono stati oggetto di un’altra opera letteraria: nel 1999 Mario Giordano scriveva “Black Box” in cui narrava le vicende di un esperimento psicologico attuato da un ricercatore di Stanford, Philip Zimbardo, con l’intento di studiare il comportamento umano in un ambiente in cui gli individui sono definiti dal gruppo di appartenenza. Dal libro fu tratto anche un film del 2001 “The Experiment – Cercasi cavie umane” e il remake “The Experiment” nel 2010.
La stessa autrice definisce come progetto le tre storie a cui si è dedicata dallo scorso anno, a cominciare da “Io so chi sei”, pubblicato nel 2018, Zoo, uscito a maggio e un terzo a cui sta lavorando, le quali nascono da un esperimento narrativo che chiama “polibiologia”, una sorta di collegamento fra i romanzi, anche se non si ostacolano l’uno con l’altro, leggibili autonomamente ma con l’obiettivo di raggiungere la stessa direzione. La bravura di Paola Barbato sta nel fatto di aver creato delle storie nelle quali alcuni personaggi interagiscono tra i romanzi e gli stessi lettori possono trarre da queste tre narrazioni emozioni completamente diverse tra loro.
Se la volontà di Paola Barbato era creare un stato di apprensione, tensione e perché no, paura nel lettore, l’intento è stato perfettamente raggiunto.

Luciana Fredella


La scrittrice:
Paola Barbato è milanese di nascita e bresciana d’adozione, prestata a Verona dove vive con il compagno, tre figlie e tre cani. Scrittrice e sceneggiatrice di fumetti, tra cui Dylan Dog, ha pubblicato Bilico, Mani nude (vincitore del Premio Scerbanenco), Il filo rosso, Non ti faccio niente e Io so chi sei (il primo titolo di una trilogia). Ha scritto e co-sceneggiato per la Filmmaster la fiction Nel nome del male, con Fabrizio Bentivoglio.
Con Piemme ha pubblicato Non ti faccio niente (2017), Io so chi sei (2018), Bilico (2018), Mani nude (2019)
www.paolabarbato.it