Editore Liscianigiochi
Anno 2019
Genere Giallo
128 pagine – brossura e epub
Illustratore Cristiano Catalini
Renata è una donna come tante altre: vive in uno squallido quartiere del milanese e conduce una vita apparentemente normale. Nella vita ha recitato come attrice senza mai ottenere grandi successi e, ora, passa le sue giornate a casa ad aspettare che suo marito Alfio torni dal lavoro.
Renata è una donna come tante altre: una farfalla pavone.
Elda Lanza decide di usare una metafora per anticiparci le caratteristiche principali che formeranno la personalità della protagonista, una metafora presa dal mondo animale.
La farfalla pavone, scientificamente identificata come “Aglais-io”, è una farfalla della famiglia delle Ninfalidi e si distingue per la sua bellezza e la sua appariscenza. Il nome Io, infatti, si riferisce all’omonima sacerdotessa di Giunone, conosciuta e ricordata per la sua bellezza senza pari.
Basta leggere le prime pagine del romanzo per rendersi conto che la farfalla-pavone di cui si parla nel titolo non può che essere Renata. Bella, irraggiungibile, desiderata, vanitosa.
La protagonista, interessata a realizzare il sogno di una vita, non si fa scrupoli a cancellare qualsiasi ostacolo le si ponga davanti. Il tempo che le è concesso non le sembra sufficiente e, per questo motivo, decide di agire senza scrupoli e senza freni. Si tratta di una storia di menzogna: tutti i personaggi che come satelliti ruotano intorno a Renata pensano di essere a conoscenza di un piano segreto e, invece, si ritrovano ad esserne vittime. La domanda che sorge spontanea è: fino a che punto si può arrivare per raggiungere i propri scopi? Senza cadere in un moralismo che rischierebbe di banalizzare il romanzo, viene però da pensare che la figura di Renata sia affascinante e misteriosa, ma anche ingiustificatamente crudele. A che punto l’emancipazione personale sfocia in disinteresse nei confronti degli altri? L’inganno e la menzogna possono giustificare un percorso personale che non tiene conto di ciò che ci circonda? Il fascino della farfalla-pavone e, di conseguenza, della protagonista, probabilmente sta proprio in questa ambivalenza: Renata esercita un’attrazione-repulsione che seduce e spaventa al tempo stesso. Ciò che stupisce nell’atteggiamento della protagonista è che il desiderio che la anima non abbia un senso preciso e che non sia compreso nemmeno da Renata stessa che, nel libro, afferma:
“La felicità non ha senso… non ha alcun senso.”
Viene automatico paragonare la sua aspirazione apparentemente insensata ad una dipendenza malata, una continua ricerca che non trova compimento nel risultato finale ma, piuttosto, nel percorso che bisogna seguire per arrivarci.
Il libro è abbastanza breve e la scrittura scorrevole, ma sarebbe stato interessante vedere più approfonditi certi temi. Ciò che si legge tra le righe emerge chiaramente, ma emerge solamente dopo che ci si è presi un po’ di tempo per riflettere sulla trama e sui personaggi del romanzo; troviamo quindi un messaggio non immediato e che ha bisogno di essere rielaborato.
Caterina Invernizzi
La scrittrice:
Elda Lanza è nota come la prima presentatrice donna nel mondo della televisione italiana, ma anche come giornalista, scrittrice, docente di “storia del costume”.
Attiva nel movimento femminista studia tra la Cattolica di Milano e la Sorbona a Parigi. Debutta nel 2012 come giallista con il romanzo “Niente lacrime per la Signorina Olga” che l’editore è costretto a ristampare in poco tempo per il grande successo ottenuto.