Bruno Morchio – Le sigarette del manager

1423

Editore Garzanti / Collana Narratori Moderni
Anno 2019
Genere Noir
201 pagine – rilegato e epub


“Le sigarette del manager” è il nuovo romanzo di Bruno Morchio per la collana Narratori Moderni di Garzanti.
Dopo “Uno sporco lavoro”, Morchio torna a braccetto con Bacci Pagano per un altro tratto di strada insieme.

La storia.
Un ingegnere che non è ingegnere, un manager che non è manager: chi è in realtà Oreste Mari, l’uomo sulle cui tracce si mette Bacci Pagano, inseguendo un vago odore di fumo e spinto da un’ossessione che lo induce a indagare senza la garanzia d’essere pagato? In una primavera piovosa, otto mesi dopo il crollo del ponte Morandi, il detective dei carruggi ripercorre avanti e indietro la valle del Polcevera e ne osserva le ferite, la bellezza e i gusci fossili d’un illustre passato che non c’è più. Nelle strade di quella periferia irriconoscibile sembra cercare il senso di quanto è accaduto negli ultimi trent’anni e l’uomo che sta cercando potrebbe forse fornire qualche risposta alle domande che lo assillano. Oreste Mari è nato in una famiglia operaia, ha rinnegato le sue origini facendo proprio il mito dei soldi facili degli anni Ottanta e ha finito per mettere la propria genialità al servizio della speculazione finanziaria e della criminalità. “Distruttore e saccheggiatore di destini”, lo definisce Bacci, che però intravvede il legame profondo che lo lega alla valle e alla sua gente, una sorta di anticorpo che potrebbe forse salvargli l’anima. E mentre si dibatte nel dilemma se associare o meno all’agenzia investigativa il fidanzato della figlia Aglaja, Bacci troverà nel luogo più disastrato della valle, la diga del quartiere Diamante, un nuovo amore di nome Giulia, maestra elementare che ha l’aspetto e i modi d’una guerrigliera coraggiosa.

Già, ma quale storia? Qual è la storia dell’ultimo libro di Bruno Morchio? Perché leggendo il libro abbiamo subito azzardato il paragone con la tradizione, la storia, di un vinile a 33 giri. Ogni solco, una traccia precisa, una voce, un canto, una melodia, un suono, una canzone. Con quel meraviglioso fruscio del ciclico movimento lieve della puntina che incide e del disco che gira, un rumore che fa tanto vita e vissuto. “Le sigarette del manager” è un vinile di lusso. Ogni traccia è ben visibile, segnata, con tutti i criteri e i ragionamenti, del cuore e della mente. Difficili da far coesistere, sentimento e razionalità, ma la forgiatura della scrittura può compiere l’impresa e la scrittura di Morchio ormai è super allenata e pronta a contrastare ogni genere di intemperie.
Se “Le sigarette del manager” è un vinile, allora proviamo a definirne le tracks.
Track 1. Di solito non è il pezzo di punta di un album, ma è altrettanto importante, perché introduce tutto il lavoro, il progetto realizzato. È il pezzo che deve già far capire l’indirizzo dell’opera.
La track 1 de “Le sigarette del manager” è l’indagine.
No, non è la hit del libro, ma è il sottofondo a ben altro, a qualcosa di più ambizioso e ben definito.
Bacci Pagano è spinto dalla voglia di sapere, di conoscere, anche sapendo che potrebbe non essere retribuito. Gli succede raramente di accettare un incarico free, i soldi servono e la vita è cara. L’indagine, dunque, è anche il fruscio della puntina e accompagnerà l’intero libro fino a conclusione, restando però sottovoce, rumore di fondo.
Track 2. Giulia Corsini e Donatella Sampò. Potrebbe essere il lento del disco, il brano che parla di amore sotto aspetti differenti, di carnalità e di amore d’attesa, una consacrazione quasi ascetica ai vincoli del matrimonio. Giulia e Donatella, donne diverse, per un pezzo che può partire morbido, per farsi poi coinvolgente, avviluppante come due corpi nella passione.
Track 3. Oreste Mari. Questo è il brano sfuggente del libro, quello che scompagina le carte, che getta il dubbio sull’intero progetto in questione. È il jolly pazzo, all’interno della razionalità. Un possibile casus belli senza averne la volontà di esserlo. Oreste, nome di mitologica origine, nome che consacrò una continua ricerca di equilibrio, dopo azioni deprecabili e condannabili a cui è premura riparare.
Un sound che inizia esotico, con i colori vivi di una spiaggia straniera e continua con zone d’ombra e spirali di fumo, ovvero note “pesanti” ed “effimere” su un pentagramma che può diventare pentacolo, se si scopre di aver venduto l’anima al diavolo.
Track 4. Siamo al cuore del disco. Siamo alla hit, quella che fa saltare il banco e schizzare il venduto di copie. Ne “Le sigarette del manager”, “Il” pezzo è Genova.

Genova, che ha l’andamento lento e il deciso contenuto narrativo delle ballate di De Andrè e la sfacciata dolcezza jazzata di Paolo Conte. Bruno Morchio, mette il cuore e l’anima sopra questi ritmi, ricorda e scrive, attraverso le parole di Bacci Pagano e di altri personaggi, di una Genova un tempo superba, poi tradita e distrutta, poi abbandonata a rudere e a spazi invivibili e arsi dall’indifferenza di una politica che è sempre più teatro e meno valori morali. Una parte di Genova, in particolare, l’area del Polcevera. La ballata si fa accusa, risentimento, voglia di cambiamento, chissà in quale futuro. Bruno Morchio racconta l’ascesa e l’acme, la caduta, l’assenza, il diniego, l’indifferenza verso una zona che era storia ed ora resta per i più giovani, leggenda impossibile. Lo fa con una penna che brucia e che scalpita, intingendo nel sociale e nella politica, facce di una stessa moneta, che col tempo si è scissa, creando lo sbando e le incertezze, aprendo crepe profonde in ideologie e ideali che si erano fortificati e fatti rocca col tempo.
Ultima traccia. Track 5. Il sommerso.
Un pezzo criminale e silenzioso. Un Morricone da ocarina e flauti dolci per raccontare il marcio, la criminalità che si diffonde come morbo, invisibile agli occhi e visibile soltanto quando ormai è troppo tardi per porvi rimedio. Un soffuso di bassi, di note striscianti, cadenzate come una marcia militare senza uniformi e regole. Dunque, “Le sigarette del manager” ha la sua musica. In un’ ipotetica gara canora, si potrebbe allora dire: “Le sigarette del manager. Testi e musica di Bruno Morchio. Dirige l’orchestra Garzanti.” Puntate sul vincente, non aspettate il televoto.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini


Lo scrittore:
Bruno Morchio vive a Genova, dove lavora come psicologo e psicoterapeuta; ha pubblicato articoli su riviste di letteratura, psicologia e psicoanalisi. Il suo romanzo Il profumo delle bugie è stato Premio Selezione Bancarella 2013. È autore di altri dieci libri che hanno per protagonista l’investigatore privato Bacci Pagano.