Samuel Bjørk – La stagione del fuoco

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Editore Longanesi / Collana La Gaja scienza
Anno 2019
Genere Thriller
391 pagine – brossura e epub
Traduzione di Ingrid Basso


Dopo la stagione degli innocenti, e La stagione del sangue, lo scrittore Samuel Bjørk torna con una terza storia, La stagione del fuoco.
E’ importante dire che se anche non si conoscessero i due romanzi precedenti, l’autore aiuta il lettore con frequenti riferimenti alle storie passate, alle vicende private dei personaggi, in modo da potersi godere la vicenda, anche se fosse il primo incontro con lui.
Giallo di ambientazione nordica – si svolge a Oslo – ma piuttosto fuori dai soliti schemi, sotto certi aspetti.
Chi segue un cliché noto è il protagonista maschile, l’investigatore Holger Munch, travagliato, separato, con una figlia che in questo momento sta risentendo dei postumi di un incidente. Il personaggio femminile, invece, la poliziotta Mia Kruger, è anomalo e originale. Tormentata anche lei quanto basta, a causa di un lontano fatto drammatico familiare, è reduce da un momento di riabilitazione, che segue un periodo di alcool e farmaci, e intende trascorrere la convalescenza ai Caraibi. Ha però, questa donna, una capacità straordinaria non solo di conoscere l’animo umano, ma di percepire fatti e sfumature nei casi affrontati, prima e meglio degli altri colleghi.

Perciò Munch la cerca , chiedendole aiuto per l’indagine, quando una giovane ballerina classica viene trovata galleggiante su un lago di montagna, assassinata con una iniezione di liquido antigelo nel cuore, e con strane bollicine intorno alle labbra. Le sorprese continuano quando si scopre, poco più in là, una telecamera posizionata per inquadrarla, che ha sulla lente dell’obiettivo, inciso, il numero 4. Buio totale da parte della squadra di investigatori. Mia accetta di rimandare la partenza e di collaborare con loro, e Munch assegna compiti in varie direzioni , quando un altro uomo, un giovane jazzista viene trovato ucciso; stesse modalità, ma stavolta il numero inciso sull’obiettivo della telecamera è il 7. Non sarà questo l’ultimo delitto, e pur continuando freneticamente le indagini i poliziotti non approdano a nulla, avendo chiaro che queste vittime, che non hanno alcun nesso fra di loro, devono fare parte di un elenco, da cui l’assassino depenna man mano le persone, uccidendole. Però è troppo poco, per trovare il bandolo della matassa.
Non voglio aggiungere altri particolari, che sono numerosi, per non togliere il gusto della lettura e della graduale scoperta di nuovi tasselli da aggiungere alla storia.

E’ un romanzo molto corposo, quasi 400 pagine, e anche complesso, perché è composto di brevi capitoli nei quali si cambia personaggio ed ambientazione; risulta difficile, talvolta, riprendere le fila della storia in tempi brevi, e questo per me è stato un limite, anche se poi tutto tornava.
Quando un lettore sta vivendo una certa situazione, magari di suspence, il capitolo finisce e si trova poi un nuovo nome, una storia diversa, è normale che abbia un attimo di empasse. Infatti in questo romanzo si potrebbe affermare che ci sia un intrecciarsi di molte piccole storie, che poi convogliano tutte nella vicenda finale.
I protagonisti sono ben caratterizzati, nei loro tormenti derivanti sia dal lavoro non facile sia dalle rispettive situazioni private; soprattutto la figura di Mia emerge, anche se il lettore si chiede in alcuni momenti come possa una persona con tali e tanti problemi irrisolti, riuscire anche ad astrarsi per calarsi nei momenti drammatici e “vedere” o capire che cosa sia accaduto. Ma tant’è… Mia ci riesce, e con tante intuizioni geniali – potrei chiamarle quasi visioni – riesce a condurre in porto la difficile indagine.

Il paesaggio nordico è bene illustrato, e fa sì che il lettore “veda” le scene nel loro contesto; non è cupo ed inquietante come in altri romanzi del genere ( ad esempio quelli dell’islandese Indridason) ma rende comunque benissimo l’idea del luogo e dell’atmosfera.

Nel complesso, un romanzo piacevole e scorrevole, anche se forse avrebbe acquistato ancor più valore snellendolo un poco; quando, però, si entra in sintonia con lo stile di scrittura dell’autore, tutto fila fino all’ultima pagina.
Il trucco di piccoli colpi di scena e di false piste fa sì che la lettura incalzi: quando si aspetta il momento di riprendere il libro in mano, è un segnale vincente.
Un buon romanzo, per gli amanti del genere.

Samuel Bjørk
Samuel Bjørk, pseudonimo di Frode Sander Øien, è autore di pièce teatrali, musicista e cantautore. È inoltre traduttore di alcune opere di Shakespeare. Vive a Oslo. In Italia ha pubblicato con Longanesi La stagione degli innocenti (2015) e La stagione del sangue (2016).