Alberto Minnella – L’amore è tutto qui

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Editore Bertoni
Anno 2020
Genere Noir
332 pagine – brossura


A far rumore, spesso, sono le persone che fanno parlare di loro in senso negativo perché protagonisti di vicende poco piacevoli e di comportamenti discutibili e da condannare. Ma per fortuna c’è anche chi non fa rumore e conduce la propria vita cercando, pur nelle difficoltà, di andare avanti passo dopo passo e di cavarsela in un mondo fatto di squali e che non riconosce la sensibilità, condannandola anzi e dandole uno status di vergognosa debolezza.
Nicola Maiorca ha trent’anni, vive a Siracusa, ha mollato l’università a un passo dalla laurea, divide un appartamento con Francesca – apprendista veterinaria – e Aldo – che lavora in un bar -.
È un dog-sitter, si occupa di Theo. Theo è il cane della professoressa in pensione Mara Romano (chiamata Mimì dagli amici più intimi). Riportando Theo a casa della professoressa, Nicola fa una macabra scoperta.
“Il gracile corpo di Mimì era ridotto in uno stato orribile: con le gambe raccolte al petto, la testa inclinata da un lato, la bocca spalancata e gli occhi che sembravano uscirle dalle orbite. E poi sangue, sangue ovunque, il cui tanfo si mischiava a quello della candeggina. Volse lo sguardo alle sue braccia, anch’esse raccolte al petto, e solo allora notò che le erano state amputate le mani.”
Comprensibilmente Nicola è spaventato, impaurito e nel panico più totale decide di andar via, di scappare, lasciandosi alle spalle l’appartamento, il cadavere di Mara e il povero Theo.

Da una parte avrebbe voluto chiamare la polizia, ma dall’altra è preso da un’infinita paura che lo porterà a rintanarsi ancora di più in sé stesso. Spera in cuor suo di non essere coinvolto in nessuna maniera ma nello stesso tempo sa che rischia che prima o poi accadrà e così comincia ad arrovellarsi il cervello su quello che dovrebbe dire per scagionarsi, per dimostrare che lui con l’assassinio di Mimì non c’entra nulla.
Nicola è un giovane uomo che spesso preferisce scappare dalle sue stesse paure e da sé stesso, come se scappando si potesse debellarle e risolverle quelle paure, come se relegandole in un angolo e non guardandole scomparissero e tutto si risolvesse autonomamente. Così non è, anzi, la situazione si aggrava e diventa sempre più complicato e difficile risolvere le proprie condizioni di malessere. Perché risolvere è necessario e per questo è essenziale trovare quella forza che non pensavamo di avere, quella forza che ti fa risalire dalla profondità, come se si fosse in fondo al mare e senza ossigeno si punti verso la luce per riemergere e tornare a respirare a pieni polmoni. E quella forza Nicola la troverà, quando la sua diventerà una corsa contro il tempo. La polizia vuole chiudere il caso nel più breve tempo possibile e Nicola si presterebbe a far coincidere la sua figura con quella dell’assassino. Ma lui non lo è e deve provarlo e dimostrarlo prima che scattino le manette. Un aiuto importante per Nicola sarà Valentina Bufalino, l’avvocato che gli sarà assegnato d’ufficio.

“Un metro e sessantanove con i tacchi, in jeans e cappotto scuro, spettinata, con una borsa da lavoro sorretta su una spalla e lo sguardo assonato di chi non dorme da quarantotto ore.”
La Bufalino farà il possibile per aiutare Nicola, lo frenerà quando l’impazienza di dimostrare la sua innocenza gli farà rischiare di fare passi falsi, lo assisterà quando sentiranno le varie persone che conoscevano e frequentavano Mara Romano per scoprire qualsiasi cosa, anche un piccolo dettaglio al quale appigliarsi per far capire loro chi possa aver ucciso la professoressa. E una traccia la troveranno. Da quella traccia piano piano ricostruiranno le vicende che hanno portato all’omicidio e risaliranno all’assassino. Un delitto frutto di un odio talmente forte da crescere anno dopo anno, mai sopito, intensificato ed ingigantito fino all’epilogo finale. Un odio nato da un amore mancato, un amore mai vissuto come invece avrebbe dovuto essere.
Altra figura fondamentale è quella di Sebastiano Cannavò, navigato quarantasettenne, ispettore della Seconda Sezione della Mobile si Siracusa. Una persona con dei lati in ombra, come la sua passione per il gioco d’azzardo che tanti guai gli procurerà, le sue scappatelle o come le sue difficoltà nell’essere marito e padre.
“Non era un granché come padre, non tanto per una questione affettiva, mai messa in discussione da nessuno, ma piuttosto perché dimenticava spesso date e anniversari. E a questo stereotipo maschile, in cui rientrava con tutte le scarpe, si aggiungeva pure quello di uomo di legge, perché anche la sua idea di sbirro era quella che seguiva la logica del rigore e del manganello o, come voleva la prassi.”

Sullo sfondo la città di Siracusa. L’autore conduce per mano il lettore tra le sue strade e la sua storia, tra i difetti e i pregi.
“Così da una parte c’era Ortigia, una velina, una pozione magica in cui ubriacarsi. Un sogno antico, etereo. Dall’altra, invece, a cominciare da quello che stava sotto la velina. Una città ferma, ingorgata e soffocante, reale.”
“L’amore è tutto qui” è un giallo molto intimista e introspettivo.
I protagonisti sono vissuti dal lettore principalmente attraverso il loro animo, la storia del loro passato e di quello che attraversano nel presente – conseguenza di ciò che sono stati e di cosa sono diventati -. E l’autore ci racconta di come sia difficile fare i conti con sé stesso, quando si ha paura delle proprie paure, quando non si ha idea di cosa possa diventare la propria vita, quando si ha timore quasi di innamorarsi e di dichiararlo quell’amore convinti come si è che certamente non lo meritiamo. Timori che annientano e che fanno scappare con il solo desiderio di nascondersi. Ma ci racconta anche di quanto sia possibile fare il salto di qualità e che, sempre consapevoli dei nostri limiti, possiamo oltrepassare certi confini che ci siamo cuciti addosso.
“Tutto qui?”
“Si – ribadì Francesca – L’amore è tutto qui.”
E solo allora Nicola capì che quella brutta storia era stata una storia di mancanze. L’amore inesistente aveva tenuto insieme una catena di odio e indifferenza e aveva trascinato nel buio delle coscienze l’orrore di quelle morti.”

Cecilia Dilorenzo


Lo scrittore:
Alberto Minnella, nato ad Agrigento il 12 novembre 1985, ha lavorato come cronista per il Giornale di Sicilia e il Corriere di Sicilia. Ha studiato musica moderna a Parigi all’accademia di batteria Dante Agostini. Ha pubblicato nel 2013 il suo romanzo d’esordio “Il gioco delle sette pietre”, nel 2015 “Una mala jurnata per Portanova” e nel 2016 “Portanova e il cadavere del prete” editi da Fratelli Frilli Editori, ambientati nella nostalgica Siracusa degli anni sessanta e con protagonista il malinconico commissario di polizia Paolo Portanova. Nel 2019 pubblica “L’amore è tutto qui” edito da Bertoni Editore.