Antonio Paolacci, Paola Ronco – Il punto di vista di Dio

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Antonio Paolacci (Maratea, 1974) e Paola Ronco (Torino, 1976) vivono a Genova e sono compagni di vita. Entrambi hanno già all’attivo diverse pubblicazioni, ma Nuvole barocche, che inaugura la serie di Paolo Nigra, è il loro primo romanzo scritto a quattro mani.

Sarà disponibile in libreria dal 7 aprile, salvo diverse variazioni dell’editore, il loro romanzo “Il punto di vista di Dio”, edito da Piemme, di cui vi riportiamo la trama:

È una domenica mattina qualunque, in una piccola chiesa del centro storico di Genova.

Mentre i fedeli, quasi tutti ultrasettantenni, si dispongono su due file per la comunione, il professor Sergio Bruzzone si fa largo e guadagna il primo posto con malagrazia; pochi minuti dopo aver preso l’ostia, l’uomo si accascia a terra, ed esala il suo ultimo respiro. I segni sono quelli di un avvelenamento e il panico coglie subito tutti i presenti. Appena arrivato sul posto, il vicequestore aggiunto Paolo Nigra capisce che il caso gli darà del filo da torcere. La vittima faceva parte di un gruppo di lettori appassionati di polizieschi, con cui aveva antichi legami di amicizia, e il delitto si presenta talmente macchinoso da far pensare a un omicidio ispirato a un classico giallo d’altri tempi. Ogni sospettato ha una propria teoria, che accusa gli altri appartenenti al gruppo; ognuno di loro potrebbe essere un assassino. L’amicizia non è che un groviglio di contraddizioni. E il tutto si complica, quando i media cominciano a ipotizzare che qualcuno avveleni le ostie per colpire i fedeli. Mentre il coming out del suo compagno Rocco ­­- ormai diventato un attore popolarissimo – si fa sempre più complicato, Nigra dovrà cercare la verità, affiancato dalla sua bizzarra squadra, scavando nei segreti e nelle menzogne di tranquilli pensionati, tra insidie, pregiudizi e avventate forzature mediatiche.
Paola Ronco e Antonio Paolacci ci conducono al cuore di Genova con un’indagine che appassiona il lettore come i migliori gialli classici, senza mai perdere di vista la vita vera, i conflitti e le tensioni sociali, i drammi personali che toccano da vicino ognuno di noi.