Intervista a A.E. Pavani

1323


A.E. Pavani vive nello splendido scenario della Valpolicella, in provincia di Verona. Ama la natura e gli animali, ha un cavallo, un cane e due gatti, tutti salvati e adottati. Appassionata di pittura, nel tempo libero dipinge e realizza quadri e trompe-l’oeil con soggetti ispirati ai paesaggi che la circondano e al mare, che ama sin da bambina. È autrice di romanzi d’avventura, pubblicati sotto pseudonimo. Voci nella nebbia è il suo romanzo d’esordio con la Narrativa Italiana Mondadori.

1.Da dove nasce la storia del tuo libro e a cosa ti sei ispirata per renderla così realistica?
A.E.: Le mie storie nascono sempre da qualcosa di piccolo, di solito qualcosa di visivo, che mi appare e mi colpisce, e che, a differenza di molte altre, proprio come un seme attecchisce, mette radici e si sviluppa. VNN è nato così, da un’immagine: l’albero con le foto che scintillano alla luce del sole, che i bambini vedono sull’isola. Da qui, la natura è entrata di prepotenza in questa storia, attirandomi su questo piccolo lago, abbracciato dalle montagne, e divenendo protagonista essa stessa.

2. Da qualche tempo sia la cinematografia che la letteratura utilizzano figure di bambini per imbastire narrazioni di suspense e inquietudine. Ma i tuoi bambini sembrano differenti. Appaiono più coraggiosi o anche fragili, ma sempre veritieri. A tuo parere come si costruisce la veridicità in un giallo?
A.E.: Io credo che la veridicità di una storia dipenda in larga misura dalla sincerità con cui l’autore la vive, con cui si immedesima nei suoi personaggi e ne vive le emozioni. Dalla sua abilità di ritrovare il bambino dentro di sé, e lasciare emergere persino il suo lato femminile (se uomo) o maschile (se donna). Perché quando scriviamo, non siamo solo scrittrici o scrittori, ma siamo ognuno dei nostri personaggi.

3. L’Italia e in particolare il Trentino come meta di vacanza per turisti stranieri, ma anche come luogo di misteri e segreti. Perché la scelta di questa location e se c’è qualcosa che lega anche te, in qualche modo, a queste montagne?
A.E.: Sono sempre vissuta all’ombra delle montagne, non saprei abituarmi a un orizzonte piatto (con l’unica eccezione del fronte mare!) e il Trentino è vicino, meta di vacanze della mia infanzia. Essere circondata dalle montagne mi dà un senso di protezione, ma è inquietudine che provo se devo salirne le pendici o inoltrarmi nei boschi. Ecco perché sono diventate l’ambientazione perfetta per questa storia: rappresentano la bellezza ancestrale sotto cui si cela il pericolo.

4. Un killer molto spaventoso quello del tuo romanzo e che ha una ossessione altrettanto spaventosa, anche se non proprio originalissima e già utilizzata in altri lavori del genere. Tu perché hai scelto di dare al tuo personaggio proprio questa caratteristica?
A.E.: Come dicevo, le mie storie nascono da un’idea, un particolare che mi appare per nessuna ragione specifica ma che riesce a catturarmi. Quello che faccio, è svilupparla, costruirci intorno. Nel caso di VNN, quindi, in realtà il killer si è delineato solo in un momento successivo, più come risultato, che come punto di partenza. Spesso il processo creativo non segue fili logici, a volte risale un percorso completamente inverso a quello che suggerirebbe la storia.

5. Parliamo della nebbia che non è solo parte del titolo del tuo libro, ma un vero e proprio altro personaggio della trama. Un evento climatico e insieme la rappresentazione di qualcosa che può ottenebrare e far perdere la giusta direzione. A te la nebbia spaventa, incuriosisce o stimola ad andare a vedere cosa nasconde?
A.E.: Di sicuro la nebbia mi spaventa. Mi toglie ogni certezza, ogni fiducia nei miei sensi, e se non posso affidarmi ai miei sensi, allora sono vulnerabile. La nebbia isola, nasconde, spesso induce in errore. Se non la rispetti, può divenire mortale.

6. Tu ami gli animali, tanto che ne hai anche adottati alcuni. Quanto influisce tutto questo sulla tua creatività? I tuoi animali ti sono in qualche modo di ispirazione?
A.E.: Gli animali sono puri, sono energia positiva, proteggono dalla negatività, persino da se stessi, a volte. Io devo molto ai miei animali, nei periodi più difficili della mia vita, in cui mi sono ritrovata sola, mi hanno dato la forza e la volontà per andare avanti. Quindi sì, sono fonte di continua ispirazione, qualunque “viaggio” intraprenda.

7. Se potessi scegliere un posto ideale dove poter scrivere e dare vita alle tue storie quale sceglieresti e perché?
A.E.: In realtà non mi viene in mente un posto specifico per scrivere (la mia fantasia provvede a calarmi nella storia stessa e a circondarmi di tutto ciò che mi serve), quanto uno per vivere, ed è facile immaginarlo, visto che amo la natura e gli animali.

8. Progetti futuri? Stai lavorando a qualcosa?
Sì, sto lavorando a un’altra storia, molto diversa e allo stesso tempo molto vicina a VNN. Ma non dico di più, per non rovinare la “suspense” 😉

Intervista a cura di Antonia Del Sambro