Emilio Martini – Il paese mormora

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Editore Corbaccio / Collana Narratori Corbaccio
Anno 2020
Genere giallo
217 pagine – brossura e epub


Dopo più di quattro ore di viaggio, Berté si trovò davanti il cartello con la scritta BENVENUTI a MONTENORBO. Erano arrivati. Trovare però la cazzo di via in cui si trovava l’hotel di quel cazzo di paese delle Prealpi lombarde dove erano finiti non era facile, lagnava Berté con la Marzia, muta e immobile. Anche perché era una cazzo di stradina, incastrata tra le case e pure in salita! Così, nervoso più che mai, sbagliò la manovra per entrare. Risultato: una brutta strisciata alla fiancata dell’auto nuova … Scaricò con rabbia i bagagli nell’unico buco di spazio disponibile per parcheggiare, sempre smadonnando in calabrese, milanese e pure in ligure, e non fece attenzione al portellone dell’auto che si abbassava…”
Ecco, questo è l’inizio della vacanza che il vicequestore aggiunto Gigi Berté ha organizzato con Marzia, la sua compagna di vita. Brontolone, orso e non amante della montagna.
Cosa verrà fuori da questo breve periodo di meritato riposo e relax che il vicequestore si è finalmente ritagliato?
Verrà fuori un’indagine non ufficiale, una ricerca a ritroso fino a cinquant’anni prima, un’investigazione richiesta in una maniera, appunto, non ufficiale da un abitante di Montenorbo, Folco Bonardi – un veterinario in pensione – che vede l’arrivo proprio del vicequestore come un segno del destino e ne approfitta per stuzzicare la sua curiosità di investigatore e per cercare una volta per tutte di capire cosa sia accaduto realmente tanti anni prima.

È un peso che si porta dentro, un fardello che non gli dà pace. È arrivato il momento di alleggerirsi, di dare un senso agli avvenimenti che hanno segnato per sempre la sua giovinezza e quella del suo gruppo di amici in quel luogo montano, che da una parte si presenta come un posto incantevole e che regala serenità a chi da quella bellezza ne sa trarre tutti i benefici possibili, ma dall’altra nasconde segreti che i suoi abitanti custodiscono anche a costo di una enorme sofferenza emotiva.
Il gruppo di amici era costituito da Celeste Re, Gisella Censi – che diventa poi la moglie del Bonardi, Lorina Mandelli che gestisce il ristornate del Lago della Fata, Marlena Castelli – psichiatra e scrittrice – Dario, Luca e Piero Griffi – i Griffi sono molto importanti, una famiglia di ricchi imprenditori, Folco Bonardi, Roberto Parri- ortopedico – e Giacomo Bossi – farmacista.
Il 18 agosto di cinquant’anni prima durante una gita dove sono tutti insieme, Celeste viene ritrovata cadavere in fondo ad un dirupo.

Le altre morti sono quelle di Eveline Blank – madre dei tre fratelli Griffi ed anche di un quarto figlio Fausto il minore che non fa parte però del gruppo di amici, poi quella di Dario che annega nel Lago della Fata. E ancora Luca che esce di strada durante una gara automobilistica e un anno dopo Piero morso in Africa da un ragno velenoso. Dopo tutti questi lutti Umberto Griffi, padre dei tre, muore stroncato da un infarto. L’unico della famiglia Griffi a sopravvivere è Fausto – professore – che vive nella villa di famiglia con sua moglie Stella.
È tutto troppo devastante per chi, amici e conoscenti, ha dovuto dire addio a tutti loro, per chi è rimasto e continua a tormentarsi nonostante sia trascorso nel frattempo tutto quel tempo.
Sarà una maledizione, il destino o il fato funesto ad incombere sul piccolo paese di Montenorbo? Chi può dirlo, troppi anni sono passati. Berté accetta l’invito di Bonardi perché anche se in vacanza è pur sempre un vicequestore, la curiosità è forte ed anche Marzia in realtà non si esime dalla stessa curiosità.
Le indagini non ufficiali non possono basarsi né su prove, né su referti e neanche sui rapporti della polizia. E così entrano in campo altri elementi, quelli legati alla logica, alle capacità investigative, alle modalità di riuscire a carpire dai vari protagonisti ogni piccolo particolare, anche il più insignificante per capire se Celeste è realmente caduta o se è stata spinta da qualcuno. E così pensiero dopo pensiero, chiacchierata dopo chiacchierata, in Berté comincerà a prendere forma una certa teoria.

“Rimestare nel passato è pericoloso, Marzia, ma ormai è tardi, e bisogna affrontare la realtà. Comunque sia, le due bombe che farò esplodere tra poco provocheranno sofferenza, e questo non mi piace.
“Non fartene una colpa: non sei tu il responsabile di ciò che è accaduto, qualunque cosa sia” replicò lei con una carezza sulla guancia, e riprese a piegare la camicetta.
“Non sono il responsabile, ma se non fossi venuto qui certe brutte verità non sarebbero venute a galla.
“Questo non lo puoi sapere…”

E poi ci sono i mormorii che, come una certezza matematica indiscutibile, serpeggiano in paese, c’è chi si fa una certa idea e tra una chiacchiera e l’altra la espone, fino a che quella idea diventa una convinzione assoluta perché diversamente non potrebbe essere. Come il mormorio che riguarda Fausto Griffi, è stato sicuramente lui ad architettare le morti dei suoi tre fratelli in modo tale da rimanere il solo proprietario della grande villa di famiglia. E quel mormorio diventa un dato di fatto certo e arriva all’orecchio del diretto interessato che innocente, incolpevole e consapevole del giudizio altrui, non può fare altro che continuare a vivere la propria vita nella maniera più serena possibile. Non basta il dolore per tutto quello che è accaduto ai suoi cari, bisogna aggiungere lo sconforto derivante dal giudizio di chi crede di avere la verità in tasca.
In questo nuovo capitolo ritroviamo l’affiatamento e l’amore di Gigi e di Marzia, un rapporto forte che supera i malumori cronici di Berté e la gioia di Marzia di fare continue passeggiate ed escursioni nel paese in cui sono ospiti mentre il vicequestore vorrebbe tanto starsene sotto il piumone al caldo.
Se non è amore questo?

“A volte si chiedeva come fosse riuscito a vivere prima di incontrare la Marzia.”

Una storia struggente che ha dovuto aspettare cinquant’anni per essere rivelata e capita e che ha riportato alla luce sentimenti mai sopiti.
Il finale ci offre lo spunto per il prossimo capitolo. Sono già curiosa. E voi?

Cecilia Dilorenzo


Lo scrittore:
Emilio Martini è in realtà lo pseudonimo di Elena e Michela Martignoni: Elena Martignoni, e sua sorella Michela, da sempre scrivono a quattro mani. Oltre al romanzo storico de I Borgia, sono autrici – sotto lo pseudonimo Emilio Martini – dei gialli con protagonista il commissario Berté: La regina del catrame, Farfalla nera, Chiodo fisso, Il mistero della gazza ladra, Invito a Capri con delitto, Doppio delitto al Grand Hotel Miramare e Il ritorno del Marinero, oltre alle raccolte I racconti neri del commissario Berté e Talent Show.