Arturo Pérez- Reverte – I cani di strada non ballano

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Editore Rizzoli Collana Narrativa Straniera- Nero Rizzoli
Anno 2019
Genere Giallo
176 pagine – brossura e epub
Traduzione di Bruno Arpaia


C’è un mondo in questo libro.
Un mondo parallelo al nostro, a volte tenero, a volte spietato: quello che è certo è che, una volta entrati, non se ne uscirebbe più.
Anche se certe pagine fanno male al cuore, e bisogna farsi violenza per continuare a leggere.
Una storia tutta “canina”, quindi, talmente coinvolgente che si arriva con rammarico all’ultima pagina. Non si ha voglia di lasciare questo universo variegato di cani, Nero, Agilulfo, Teo, Boris il Bello, Didone, Susa, Margot e altri, più marginali..
C’è un luogo, in quel mondo, che si chiama “l’abbeveratoio”. È un canale di scolo vicino a una distilleria di anice, per cui l’acqua ha questo buon sapore di fondo; è qui che si riuniscono i cani della zona: una specie di …circolo, o di bar, se vogliamo essere pomposi. Il luogo è custodito – per modo di dire – da Margot, una fiera Bovara delle fiandre, femminista sfegatata, dura, che si tiene lontana dal maschio, per tenere fede al suo credo.
I cani arrivano lì, si annusano, danno due slinguatine all’acqua-al-sapore-di-anice, e si raccontano le ultime news. Proprio come gli umani.
Ma un brutto giorno le notizie sono preoccupanti: due cani molto conosciuti sono scomparsi da giorni (e qui inizia il giallo canino). Teo, un segugio Rhodesiano robusto e taciturno, e Boris il Bello, un cane di lusso, un levriero russo dagli occhi dorati, i cui padroni hanno già messo avvisi di scomparsa in ogni angolo.
Boris il bello era un vincente nato, di quelli che passano sul marciapiede rigidi e obbedienti all’estremità del guinzaglio dei loro distinti padroni, e poi non c’è pischella di razza canina che non cominci a sbavare nelle parti basse. Figlio di cagna di uno snob.

La voce narrante è quella di Nero, un meticcio possente, con un passato molto travagliato: un tempo lottatore temuto e vincente nelle lotte fra cani, in seguito retrocesso a cane da guardia, senza più glorie, ma almeno con casa e cibo assicurati.
Il suo corpo pieno di cicatrici denota passate sofferenze, ma ora Nero è in pace con sé stesso e con i suoi simili.
Nero e Teo erano grandi amici, finché non è arrivata la “Elena di Troia” canina a dividerli:uno splendido esemplare di setter irlandese, definita da tutti un “pezzo di femmina”, e consapevole del suo fascino. È Didone, che dopo avere ciondolato un po’ nell’incertezza, pare avere scelto Teo. Un divertente triangolo amoroso, che riserva al lettore momenti di umorismo, e che poi, quando i giochi sembravano fatti, subisce una battuta di arresto con la scomparsa dell’innamorato Teo.
Poi c’è Agilulfo, il filosofo del gruppo, distaccato e saggio, che parla solo per massime dotte.
E c’è Susa, una meticcia di facilissimi costumi, che si è già concessa all’intero universo canino, seminando cucciolate, ma nonostante il suo lassismo dei costumi, è una buona amica, benvoluta da tutti.
Il gruppo degli amici al gran completo si riunisce per decidere come muoversi; i due cani non possono che essere finiti allo”scannatoio”: un luogo lugubre, dove alberga la violenza e dove solo il più forte può sopravvivere. E Nero parte, solo, alla ricerca degli amici.
Qui scoprirà – anzi, ri-scoprirà – un mondo da cui credeva di essere uscito per sempre. Cani devastati dalle ferite nei combattimenti, usati come Sparring, destinati quasi sempre a essere uccisi. Cani da lotta, che trasudano sangue e schiuma dalle possenti mandibole, educati alla crudeltà. Nero li conosce bene: anche lui è stato come loro.
E proprio questa sua conoscenza lo aiuta, non senza momenti di violenza e di grande suspence, a ritrovare i suoi amici, ma..come?
Lascio le scoperte future ai lettori, non senza sorprese, e il finale, doloroso e dolce nello stesso tempo.

Affascinante, questo mondo che ci racconta Pérez- Reverte, in cui i sentimenti umani , la lealtà, l’amicizia, la solidarietà, l’amore, sono adattati all’universo canino.
In cui quello che noi chiamiamo l’Altrove, dove tutti prima o poi arriveremo, ha una definizione dolce: la Sponda Oscura. Dove le notizie corrono attraverso “Radio Cane”.
Un lungo racconto di sentimenti – chi ha detto che devono esserne depositari solo gli umani? Spesso gli animali ci superano di sette lunghezze e questa storia ne è la dimostrazione lampante.

Ci sono pure, in questo romanzo, pagine intrise di crudeltà, dure da leggere e da “digerire”: è risaputo che esista il mondo dei combattimenti tra cani, delle scommesse, dell’avidità umana a esse legata, ma leggerlo vissuto in prima persona, e soprattutto intriso di sentimenti, è un impatto diverso. Si “vive”.
“…Adesso, in quelle gabbie sozze, attendevano il loro destino come sparring o lottatori. Come facile carne da arena; o , nel migliore dei casi, votati a un destino di decadenza, miseria , malattia e follia. Cani senza padrone, abbandonati, rubati, sequestrati, persi in un mondo senza pietà”.

Anche i cani di Pérez- Reverte, come noi, hanno ricordi dolci, rimpianti, dubbi, lealtà a costo della vita.
E scopriamo alla fine che il loro mondo può essere paragonato al nostro, sotto molti aspetti, ma che loro sono migliori quasi sempre: ed escono vincitori da questo confronto.

Un romanzo assolutamente inaspettato, una continua scoperta, che mi ha toccato il cuore.
Un piccolo gioiello del suo genere.

Rosy Volta


Lo scrittore:
Arturo Pérez-Reverte è nato a Cartagena, in Spagna, nel 1951. Per vent’anni reporter di guerra in Libano, Eritrea, alle isole Falkland, in Nicaragua, Mozambico, Romania, Bosnia e in altre zone roventi del pianeta, romanziere di lungo corso, è autore di libri pubblicati in quaranta lingue: tra i più celebri Il club Dumas, La carta sferica, la serie Le avventure del Capitano Alatriste. Dal 2003 è membro della Reale Accademia di Spagna. Rizzoli ha pubblicato Il tango della Vecchia Guardia (2013), Il cecchino paziente (2014), Due uomini buoni (2015), Il codice dello scorpione (2017) e L’ultima carta è la morte (2018).