Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2019
Genere Giallo
255 pagine – brossura e epub
Traduzione di Silvia Cosimini
Lo confesso: ho scelto di leggere e recensire Fuori dal mondo perché sbirciando tra le righe della trama sono rimasta colpita dal fatto che nella narrazione, oltre ai crimini, ai misteri del passato e agli omicidi del presente, ci sia in corso il propagarsi di un’epidemia. A provocarla è un virus aggressivo e mortale che dilaga inesorabile a SiglufjörÞur, una cittadina di pescatori situata nella impervia regione dei fiordi a nord dell’Islanda, costringendo i suoi abitanti ad una (ahimè ormai per noi familiare) quarantena.
Ho sperato di trovare risposte e possibili consigli su un futuro che somiglia a un buco nero. Ho ipotizzato dalla prima all’ultima pagina sviluppi apocalittici, scrutando le emozioni e i comportamenti dei protagonisti. Il virus di SiglufjörÞur rimane contenuto, siamo solo all’inizio dell’epidemia, ma crea un (ahimè ormai per noi familiare) distanziamento e ulteriori difficoltà di contatto e collegamento. Come se non bastasse già il clima, la neve e il buio onnipresente dei cupi scenari islandesi.
Sono tanti i personaggi di questo interessantissimo giallo nordico, come molteplici sono le storie che si alternano, che si intrecciano e si sfiorano in modo impercettibile (proprio come ci ha abituato il distanziamento sociale). Forse uno è più personaggio degli altri.
Si tratta del vice ispettore Ari Þór, che si trova bloccato proprio nella zona rossa e che, impossibilitato a svolgere le normali pratiche investigative e isolato dagli affetti, decide di volgere lo sguardo al passato, cominciando ad indagare sulla misteriosa morte di una donna avvenuta molti anni prima e archiviata all’epoca come suicidio.
Le difficoltà oggettive ai fini dell’indagine, oltre a quelle già citate, sono legate al passare del tempo e alla morte di quasi tutti i testimoni dell’epoca dei fatti. A complicare ancora le cose è il fatto che, Jorunn, la vittima, al momento della morte viveva con il marito, la sorella, il cognato e il nipote appena nato, in un fiordo sperduto e difficilmente raggiungibile se non a piedi o per mezzo di un tunnel.
Il motivo di questo “buen retiro” ed ulteriore isolamento sembra essere stato dettato da una scelta di vita, la gestione appunto della sperduta fattoria nel bel mezzo del nulla del fiordo più a nord di tutta l’Islanda. Esiste una foto che ritrae i quattro adulti più il neonato in posa di fronte alla fattoria. L’elemento sconvolgente è la presenza nell’inquadratura di una quinta persona, un adolescente. Chi è questo giovane? Che rapporto ha con gli altri personaggi? Come è possibile la sua presenza in questo luogo sperduto?
Scavando nel passato, ricostruendo fatti e raccogliendo le sparute testimonianze dei pochi superstiti, l’ipotesi dell’omicidio della donna prende sempre più piede. Le indagini e le ricerche nel passato (il fiordo abbandonato si trova vicino alla stazione di polizia dove Ari Þór è vice ispettore) si intrecciano con l’attualità: Il rapimento di un bambino e l’uccisione di un uomo investito (volontariamente) e ucciso lungo le strade di Reykjavik.
Il vice ispettore Ari Þór, un ex studente di teologia che è diventato poliziotto quasi per caso, è il personaggio seriale dello storia. Lo avevamo già incontrato nelle due precedenti opere di Jonasson Ragnar. Fuori dal mondo è infatti il terzo episodio del ciclo Dark Iceland.Il primo è L’angelo di neve (2017), il secondo è I giorni del Vulcano (2011). L’anno di pubblicazione si riferisce ovviamente all’edizione italiana, ma l’ordine cronologico è quello suggerito.
Una costante dei suoi romanzi è l’esaltazione delle oggettive difficoltà di questo paesaggio e la chiusura tipica degli abitanti di una piccola comunità (persone “irrigidite” dal clima, dalla latitudine e dalle difficoltà di vivere in un’isola), che raggiungono il culmine in questo ultimo episodio a causa appunto del virus. Il serrato alternarsi dei capitoli non crea mai confusione nella narrazione delle varie storie e, per quanto ci sia un’evoluzione nel personaggio del vice ispettore e nei suoi complicati rapporti umani e sentimentali (ebbene sì, c’è anche una complicata storia d’amore), Fuori dal Mondo si può leggere come opera autonoma, al di fuori della trilogia di cui fa parte.
“Il proiettore si mise in funzione con un gran fracasso, e ad Ari Pòr parve di essere al cinema per la prima volta […] Il fascio di luce che evidenziava ogni singola magagna della parete e gli schiocchi ritmici non facevano che accrescere il fascino della situazione. […] Il fiordo, completamente coperto di neve scintillante, era spettacolare. […] Non c’erano tunnel, non c’erano macchine, si vedevano solo la distesa bianca e le montagne coperte di neve. E si intravedevano una casa e una figura femminile rivolta verso il fiordo”
Susanna Durante
Lo scrittore:
Ragnar Jónasson (1976) vive a Reykjavík. Avvocato e giornalista, insegna diritto d’autore all’università e ha tradotto in islandese i libri di Agatha Christie. Membro della UK Crime Writers’ Association, è l’autore della serie Dark Iceland, un successo internazionale inuscita in trenta paesi, di cui Fuori dal mondo è il terzo episodio.